Introduzione alla quarta sessione
L’impatto sulla tutela dei diritti

Francesco MAZZA GALANTI
garante per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza del Comune di Genova

La riforma di famiglia per la parte ordinamentale è stata approvata senza un vero dibattito parlamentare: è stata votata attraverso un maxiemendamento, su cui è stata posta la fiducia, che estendeva la riforma alla parte ordinamentale.

Noi eravamo abituati alle riforme degli anni settanta, in cui una svolta epocale come la riforma del diritto di famiglia aveva richiesto udienze e discussioni parlamentari prolungate: ora il Parlamento non lavora più, arriva la proposta e viene posta la fiducia.

Cio' è francamente sconcertante, a fronte di una riforma che sul versante minorile ha scontentato molti e, come detto ieri dal professor Rimini presenta molte ombre ed il professore ha ricordato testualmente che il legislatore non ama il giudice terapeuta e quindi è entrato a gamba tesa anche se effettivamente questa visione del giudice terapeuta appartiene ad una epoca sorpassata.

Laddove il Parlamento più nulla dice ci si sarebbe potuti aspettare un intervento a livello ministeriale che non vi è stato: a tale proposito si rilevano degli aspetti singolari in quanto il Ministro, nell'incontro che ha avuto con la magistratura minorile, ha riconosciuto che i magistrati minorili hanno ragione sulla cancellazione della collegialità. Del resto la Corte costituzionale, di cui il ministro ha fatto parte, aveva scritto che la multidisciplinarietà del tribunale per i minorenni era un valore incontestato. Questo ce lo dice il parlamento europeo, che lo dicono le linee guida, quindi sotto questo profilo è una riforma con tanti pregi ma in assoluta controtendenza. Come è stato anche ricordato anche da alcuni interventi di ieri: mi ritrovo in Francesco Micela, che ha evidenziato che come “giudice della famiglia ordinaria mi posso dichiarare soddisfatto ma come giudice minorile no” per le ragioni che ho anticipato in maniera molto sommaria e che sarà sicuramente ripresa in questa tavola rotonda.

In sintesi tra gli aspetti critici va sottolineato che il pregio del rito unico è nello stesso tempo un difetto come qualcuno ha evidenziato perché per vicende minorili o anche familiari di minore portata ci si chiede che senso abbia questa riforma che prevede un numero di memorie estremamente elevato, anche se, come evidenziano gli avvocati, il numero delle memorie che sono previste oggi sono inferiori a quelle precedenti e quindi anche sotto tale profilo c'è stato sicuramente un beneficio.

C'è il problema dell'aumento del carico di lavoro del tribunale ordinario: abbiamo già detto che è mancata qualunque rilevazione statistica e nessuno stress test su quelle che potranno essere le conseguenze della riforma sul lavoro del giudice ordinario: anche per questo ci si affida alle capacità di reazione della magistratura ma poi si dovrà chiarire come a livello circondariale nei tribunali medio-piccoli o comunque medi sarà possibile formare una sezione specializzata come era nell'intento del legislatore. La ipotesi più probabile è che ci saranno delle sezioni intercircondariali con un discreto aggravio: allora verrebbe da pensare che forse la visione di un tribunale per i minorenni e della famiglia, congeniato sulla scorta del tribunale di sorveglianza, pur con tutte le differenze, avrebbe forse rappresentato una soluzione migliore. Ciò anche per la collegialità perché a questo punto il giudice specializzato del tribunale circondariale si sarebbe spostato in sede distrettuale per l'ipotetica camera di consiglio.

Si è parlato di privatizzazione: è un tema importante e su questo io non sono d'accordo con quanto affermato da Luca Villa. A mio avviso è del tutto sbagliato parlare di privatizzazione con riferimento alla mediazione, alla CTU, al curatore e al tutore e al cosiddetto consulente per i problemi familiari che qualcuno chiama coordinatore genitoriale. Ritengo che non si debba parlare di privatizzazione perché nella mia ottica di già giudice della famiglia e tutelare e di presidente di sezione per un periodo abbastanza consistente il tentativo di portare fuori dal tribunale il conflitto giudiziario era già in atto. Non sto parlando delle procedure minorili a cui fa riferimento il presidente del Tribunale per i Minori in cui il discorso è diverso ma sto parlando del contenzioso  familiare in cui, come ricordavano gli avvocati ieri, abbiamo queste parti che arrivano con i loro avvocati particolarmente agguerriti dopo mesi di attese e si pretende che il giudice in poche battute possa dare un provvedimento provvisorio in cui viene sistemata la tematica del conflitto fra i coniugi, magari anche con qualche accenno di ipotetica violenza ai danni della moglie, la questione della casa, la questione economica e ovviamente che sia sistemata in maniera perfetta la regolamentazione dei rapporti tra genitori e figli.
A fronte di questa problematica io credo che “l'andare al di fuori”, cioè potere cominciare a parlare con un mediatore o anche con un consulente se ci sono delle problematiche che riguardano il bambino, sia un dato positivo. Adesso che il giudice togato, non si sa perché, è sempre costretto lui a fare l'ascolto, non ci sarebbe nulla di male che in una fase preliminare i genitori dicessero “abbiamo lo psicologo di fiducia che ha avuto già modo di conoscere a nostro figlio, giudice ci dia tempo un mese, facciamo alcuni incontri psicologo e minore per capire quali sono le sue aspettative e come noi ci possiamo rapportare con lui in questo processo”.
Questa è un'ottica che non ha nulla a che vedere con un discorso di privatizzazione ma è un discorso di semplificazione del lavoro del giudice togato a fronte dicevo di problemi complessi. Per cui francamente sentirmi ripetere, ancora una volta ad avvocati autorevoli come quelli che sono intervenuti, che “il giudice deve decidere, adesso non ha più scuse, c'è scritto tutto, ci sono diciassette memorie e non c'è più scampo per lui (ovviamente deve leggere, cosa che si dice qualche volta i giudici non fanno) è discorso che non tiene conto della complessità.
La presidenziale sotto questo aspetto consentiva ai presidenti di sezione, che avevano voglia di lavorare e riuscivano a stimolare la collaborazione degli avvocati. di potere fare un lavoro in un arco di tempo ragionevole e a volte risolveva alcuni problemi e stringeva davvero molto la fase istruttoria: però, ripeto, ci vuole un lavoro. Quindi questa fantasia del provvedimento “come sia non importa, tanto poi andiamo a reclamare”, tanto passano i mesi e la situazione, che magari è stata delineata in maniera completamente errata o parzialmente travisata, va avanti nel tempo. Quindi qui c’è proprio un disaccordo culturale di fondo.
Ovviamente c’è anche un po'di sentimentalismo verso dal presidenziale: perché forse la riforma, che trasforma tutti i giudici della prima udienza in Presidenti in realtà non cambia forse molto, perché sappiamo che già in passato. per il numero di affari che pervenivano alle sezioni familiari, il presidente di sezione era costretto a delegare molto ai giudici togati e in definitiva non credo che la situazione cambierà molto.

Ci sarà un problema di uniformità ma l’uniformità viene risolta con un lavoro importante a livello di collegialità all'interno della sezione.

Apro una brevissima parentesi: qualche anno fa vi era stato un problema di natura tabellare francamente singolare, quasi tutte le tabelle dei più importanti i tribunali italiani con riguardo alla sezione famiglia erano state bocciate in quanto il CSM aveva ritenuto errato che il presidente di sezione delegasse agli altri giudici della sezione le presidenziali in quanto era già un delegato del Presidente del Tribunale. Decisione che forse dimostra che al centro non c'è una grande consapevolezza di quello che succede nei tribunali in quanto era stato invocato il vecchio brocardo latino che siccome il delegato primo sarebbe il presidente del tribunale che già delega al presidente di sezione, non sia mai che quel presidente di sezione possa delegare a un terzo. Voi capite che questa è una cosa assurda ma la cito perché è una realtà di fatto. Quindi tutti sono dovuti inventare qualcosa o dire cose vere come “io veramente sono anche il presidente della sezione immigrazione per cui proprio non ce la faccio a fare tutte le presidenziali”. Ma la circolare del CSM prevedeva che questa causa che impediva di fare tutte le presidenziali doveva essere circoscritta a situazioni eccezionali e temporanee”.

Scusate se sono stato un po’ lungo ma mi affiorano i ricordi di periodi passati.

La nostra tavola rotonda è composta da sei persone chiederò a tutti di contenere il primo giro in un quarto d'ora.

È stato un buon inizio della nostra tavola che riguarda l'impatto della riforma sulla tutela dei diritti in cui c'è il problema della tutela dei diritti del minore ma anche dei genitori rispetto a un provvedimento che è stato tendenzialmente definitivo. Anche qui a me sembra che la figura del curatore non sia un esempio negativo di privatizzazione ma una sorta di supporto all'ufficio del giudice tutelare, che deve in qualche modo verificare la situazione. Se poi c'è anche un servizio sociale è chiaro il giudice potrà beneficiare oltre che del supporto del curatore anche del servizio. Ovviamente c'è la tematica di come fa il giudice tutelare a occuparsi di queste cose: forse a Genova, con una ipotesi tabellare piuttosto interessante, si prevede che diventi giudice tutelare il giudice che nel merito si è occupato della vicenda processuale: mi pare una soluzione che presenta un certo interesse. Se la cosa dovesse funzionare avremmo probabilmente meno procedimenti di modifica che come sapete sono piuttosto numerosi a volte è tutt'altro che semplici.

Procediamo con la nostra tavola rotonda e tocca questa volta ha Grazia Cesaro che nella locandina è stata indicata erroneamente come componente della unione nazionale delle Camere minorili mentre in realtà è presidente. Non ha bisogno di presentazioni perché è un avvocato piuttosto noto a livello nazionale, con una particolare preparazione anche specialistica in criminologia clinica che dimostra come si è preparata ad un ruolo che poi ha svolto nel tempo. Svolge anche funzioni di curatrice speciale. Le chiederei come vede la tutela dei soggetti fragili in questo nuovo rito, se esiste quindi un rischio di caduta di questa forma di tutela e anche quali forme e quali novità intravede per il ruolo del curatore del minore.

Nel secondo giro Grazia Cesaro potrà precisare se crede ancora alcuni aspetti sul curatore che è una figura estremamente importante: mi viene da dire che la precisione che questa riforma ha voluto avere in numerose norme, penso alle ipotesi di violenza familiare, penso all'ipotesi in cui uno dei genitori non riesce a vedere il figlio è giustificata, come forse potrebbe essere giustificata una normativa più specifica sul curatore e perché no anche come si svolge l'udienza: perché non tutti i giudici sono attrezzatissimi, a volte ci può essere un po'di distrazione.

Passiamo al terzo intervento: Nella Ciardo consigliere di Corte d'appello a Palermo e già giudice della famiglia molto a lungo e soprattutto componente della commissione Luiso e anche dei successivi gruppi di lavoro ministeriali, e quindi è ovvio che questa riforma conosce forse meglio di tutti. Le chiederei se è vero a suo avviso che questa la riforma a una impostazione adulto-centrica e come vede la possibilità di garantire il diritto del minore ad essere tutelato in caso di pregiudizio. Se poi ritiene anche di entrare su quel discorso di privatizzazione del processo/coordinatore ci fa sicuramente piacere.

Grazie anche per una serie di precisazioni pratiche relative a queste figure ausiliarie a cui andranno attribuiti dei compiti e forse più ampi saranno questi compiti e migliori forse potranno essere i risultati compatibilmente con la situazione data.

Siamo adesso all’intervento di Claudio Cottattellucci,  giudice del tribunale di Roma sezione lavoro, già a lungo giudice minorile, soprattutto in questo momento direttore della rivista minori e Giustizia.  Claudio ha una particolare attenzione per le fasce deboli, è stato anche giudice della protezione internazionale con un'esperienza extradistrettuale presso il tribunale di Brescia.

Seguirà l’intervento di Cristina Maggia, così unifico quelli che possiamo definire i minorili di questa tavola rotonda.

Chiederei a loro di dirci le loro valutazioni sulla riforma: è già stato detto che la riforma ha determinato una restrizione massiccia del campo d'azione del Tribunale per i minorenni e soprattutto ha separato la materia della volontaria giurisdizione o responsabilità genitoriale che dir si voglia da quella dell'adozione e ha delegato appunto al giudice monocratico del nuovo Tribunale rispetto all'ipotesi di collegialità quindi venir meno l'abbiamo ripetuto tante volte dell'apporto specialistico i magistrati onorari.

Grazie Claudio non solo perché sei stato nei tempi ma perché hai fatto davvero un intervento di grande spessore che in qualche modo apre la strada a Cristina Maggia, già giudice degli adulti a Milano, già giudice minorile a Genova e poi Procuratrice della Repubblica minorile a Genova ed attualmente Presidente del Tribunale per i minorenni di Brescia oltre che presidente dell'associazione italiana dei giudici dei minori e della famiglia.

Grazie Cristina hai toccato il tema importantissimo della formazione con il servizio, cosa che mi ha sempre appassionato. Credo che questo tipo di formazione andrebbe estesa a giudici, avvocati e operatori dei servizi compreso magari qualche psicologo del consultorio, perché questa separazione socio-sanitaria crea notevoli problemi ma sarebbe un discorso complesso.

In questi due giorni abbiamo tutti elogiato e nessuno ha contestato la multidisciplinarietà: noi abbiamo adesso una importante corrente dottrinaria che ci dice che i giudizi del Tribunale per i minorenni sono tutti nulli, perché all’interno del collegio ci sono i giudici onorari. Questa cosa la dice l'autorevolissimo legale e presidente anche dell'importante associazione che è qui rappresentata. E questa tesi è piaciuta ad alcuni per cui mi sto ritrovando in alcuni convegni in cui è portato questo argomento: la cosa singolare è che quando si parla di queste cose, al di là del fatto che ognuno può esprimere una libera opinione e pensare di avere ragione, si introduce un argomento che non viene contestato e dà la misura della frattura di pensiero che ormai si è verificata tra una parte del foro e la magistratura e altri soggetti. Mi colpisce che, quando viene affrontato questo argomento, nessuno parla delle sezioni agrarie o della magistratura di sorveglianza, perché nessuno si è mai sognato di dire che siccome ci sono gli agronomi alla sezione agraria la sentenza è nulla. Per cui è francamente singolare questo accanimento nei confronti della magistratura minorile.

Passiamo a Joseph Moyersoen che è giudice onorario di lunghissima esperienza, che dopo Milano ha avuto modo di spostarsi adesso a Genova, ed è stato presidente dell'Associazione internazionale dei giudici minorili per quattro anni, dal 2010 al 2014. Ci parlerà della riforma ma con un punto di vista di carattere internazionale sulla base di una ricerca che lui ben conosce e ci esporrà.

Abbiamo adesso due interventi dei legali:  l'avvocato Panfili e successivamente l'avvocato Sperandeo.
Devo chiedere di contenere nei cinque minuti perché poi abbiamo anche delle domande che dovranno essere poste quindi il secondo giro sarà molto sintetico in relazione anche alle domande che saranno pervenute.

Credo che l’avv. Panfili ci parlerà della funzione del curatore speciale.

Il pensiero che sia più difficile consensualizzare le giudiziali con questo rito è un pensiero espresso anche dal dr. Pellegrini: io dico sommessamente che nelle cause di una certa complessità, in prima udienza, in presidenziale, eravamo travolti da centinaia di pagine e quindi onestamente credo che poi la grande differenza non si vedrà.

Parola all’avv. Maggiano in rappresentanza dell’AIAF.

Il secondo giro dovrebbe essere concentrato in interventi di circa due minuti in cui ciascuno può scegliere se rispondere ad alcune delle domande che sono state poste o dire qualcosa a completamento del primo intervento.

Siamo in difficoltà. Tutte le domande non potranno essere proposte, ma cerchiamo di fare un secondo rapidissimo rispondendo anche alle domande che l’organizzazione ci sintetizzerà.

Gli altri interventi

Saluti

Prima sessione
L’impatto della riforma sull’organizzazione degli uffici giudiziari

Seconda sessione
I soggetti processuali alla prova del nuovo rito

Terza Sessione
Csm e Ministero: quali interventi per attuare la riforma?

Quarta sessione
L’impatto sulla tutela dei diritti

Interventi al dibattito

Conclusioni