

Diario dal Consiglio del 15 marzo 2025
Eurojust, un “testa a testa” che non convince
Nel Plenum del 12 marzo il Consiglio ha votato la graduatoria dei magistrati aspiranti alle due posizioni apicali nel desk italiano dell’Agenzia UE per la cooperazione giudiziaria penale (Eurojust), in una procedura svoltasi per la prima volta secondo la disciplina di attuazione del regolamento UE 2018/1727.
Caratteristiche principali, sul piano ordinamentale, di queste figure – membro nazionale distaccato e aggiunto del membro nazionale distaccato – sono date dalla natura giurisdizionale delle relative funzioni, dalla loro qualificazione come requirenti di primo grado (artt. 3, co. 7, e 6, co. 3, d. lgs. n. 182/23), dall’inapplicabilità del termine quadriennale di legittimazione ex art. 194 RD n. 12/41 (art. 1 allegato 1 alla delibera CSM 20 novembre 2024) e dalla durata quinquennale dell’incarico relativo, rinnovabile una sola volta (art. 7, co. 5, reg. UE). La natura requirente delle funzioni non preclude la facoltà di partecipare alla selezione anche in capo ai magistrati giudicanti (art. 7, co. 4, reg. UE).
La procedura di designazione prevede che, sulla base della graduatoria stilata dalla Terza commissione e approvata dal Plenum, il CSM formuli la proposta di nomina al Ministro della giustizia, che, entro trenta giorni, può formulare osservazioni o proprie valutazioni comparative. Nei trenta giorni successivi il Consiglio nomina i componenti disponendone anche, se necessario, il ricollocamento in ruolo.
La Terza commissione ha formulato tre proposte alternative di graduatoria dei quindici aspiranti residui (a seguito di alcune revoche); uno di questi aveva proposto domanda solo per la posizione di membro nazionale distaccato e due soltanto per quella di aggiunto.
Le tre proposte convergevano sull’individuazione di Filippo Spiezia come membro, divergendo invece su quella per l’aggiunto. La prima (votata dai consiglieri Cilenti e D’Ovidio) era in favore del dott. Francesco Testa; la seconda era per il dott. Gianluca Forlani (cons. Bianchini e Laganà); la terza (votata solo da Marcello, di cui riportiamo gli interventi in Plenum qui e qui) per la dott. ssa Barbara Sargenti. Il sesto componente della commissione, Michele Papa, era assente.
Nella prima votazione hanno prevalso le proposte in favore di Testa (12 voti) e Sargenti (9 voti). Forlani aveva raccolto 6 voti (i consiglieri di Unicost più le consigliere laiche in quota FI, Bertolini e Bianchini). Si erano astenuti i cons. Mirenda e Papa nonché la prima presidente; assente il procuratore generale.
Al ballottaggio hanno conseguito tredici preferenze entrambi i candidati rimasti. Per Testa hanno votato i sette consiglieri di MI, i consiglieri laici eletti in quota centro destra Aimi, Bartolini, Eccher, Giuffré, il consigliere eletto in quota IV Ernesto Carbone e il vicepresidente Pinelli. Per Sargenti hanno votato con noi i quattro consiglieri di Unicost nonché Fontana, Miele e Romboli.
Si è astenuta stavolta – oltre ai citati Cassano, Mirenda e Papa – anche la cons. Bianchini.
La parità di voti avrebbe sancito la prevalenza dell’aspirante con maggiore anzianità di servizio, dunque Sargenti. E’ risultata, invece, decisiva in senso opposto la preferenza accordata a Testa dal vicepresidente, in quanto di valore doppio, nell’ipotesi di parità (art. 67, co. 2, del regolamento interno).
Noi abbiamo sostenuto la proposta in favore di Barbara Sargenti considerandola la più competitiva, dopo Filippo Spiezia, in base ai tre parametri fondamentali (l’attività giudiziaria dedicata ai reati di competenza di Eurojust; le esperienze nella cooperazione giudiziaria; la conoscenza del quadro normativo internazionale e istituzionale europeo nonché del diritto penale comparato degli Stati membri dell’Unione) che erano dettati dal bando.
In particolare, la collega aveva una serie di qualificazioni uniche: la sola, tra gli aspiranti, ad avere lavorato sempre e solo in uffici e in funzioni requirenti, con competenze molto vaste (proc. presso la pretura e poi presso il tribunale di Napoli; procura di Roma; DDA di Napoli e di Roma; DNA); la sola ad essersi occupata di tutta la gamma di reati d’interesse di Eurojust; la sola – con Spiezia – ad avere lavorato in DNA e l’unica a lavorarvi attualmente (da quasi 8 anni); la sola ad avere maturato sul campo un’esperienza ultradecennale nella cooperazione internazionale, con almeno undici prestigiosi incarichi conferiti dai massimi organismi europei (tra cui possiamo menzionare, in via esemplificativa, quelli di esperta per il comitato antiterrorismo e di esperta nel settore judiciary per il Segretariato generale del Consiglio d’Europa nonché quello di componente del gruppo US-UE costituito in Eurojust per l’acquisizione delle prove dagli Stati Uniti mediante la cooperazione internazionale); la sola ad avere integrato le competenze derivanti da questi incarichi con deleghe specifiche del procuratore nazionale antimafia PNA in sede europea e di Eurojust; la sola ad avere partecipato a sessanta missioni e meeting relativi alla cooperazione internazionale.
Ha prevalso viceversa la proposta in favore del dott. Testa, magistrato, ancora di sesta valutazione, dal notevole profilo – ha lavorato per la rappresentanza italiana presso l’ONU, è stato procuratore di Chieti ed è dal 2021 procuratore delegato europeo – e, pur tuttavia, non comparabile, a nostro avviso, con i titoli, l’esperienza, le conoscenze, le capacità unanimemente riconosciute a un pubblico ministero quale Barbara Sargenti e funzionali specificamente all’incarico in Eurojust.
Spiace al riguardo che a decidere sia stata non una maggioranza significativa del Consiglio, ma solo il rilievo regolamentare del voto del vicepresidente che, ancora una volta, è stato convergente con quello di MI e della maggior parte dei laici di centrodestra.
Quanto alla posizione di membro nazionale distaccato, la figura del dott. Spiezia è risultata insuperabile, già per il solo fatto di avere rivestito la stessa funzione per otto anni dopo cinque precedenti come aggiunto (per un totale di tredici anni in Eurojust). La sua ricandidatura è stata propiziata dall’espressa previsione d’inapplicabilità del termine quadriennale di legittimazione, che sarebbe stato altrimenti ostativo essendo egli divenuto procuratore della Repubblica di Firenze da meno di diciotto mesi.
La brevità della sua permanenza in una funzione direttiva di tale rilievo, insieme con la considerazione che questo suo nuovo incarico nel desk appare disarmonico rispetto alla fisiologia della temporaneità delle posizioni in Eurojust (dimostrata dalle statuizioni in materia nell’attuale come nella previgente disciplina europea), ha reso niente affatto scontata, per noi, la determinazione di aderire alla proposta generale per il dott. Spiezia.
Rimane comunque la sensazione complessiva di scelte nelle quali le aspirazioni, pur qualificate, dei singoli magistrati, coincidenti con la favorevole congiuntura generale del momento, finiscono per prevalere su logiche che guardino all’interesse esclusivo degli uffici.
Francesca Abenavoli, Marcello Basilico, Maurizio Carbone, Geno Chiarelli, Antonello Cosentino, Tullio Morello