Elezioni per il rinnovo del Comitato Direttivo Centrale della ANM - 2025
26 - 27thinsp;- 28 gennaio 2025

Elezioni 2025
Candidata

Ilaria MAZZEI

Tribunale minorenni Milano

Sono nata a Firenze il 22.8.1974 e sono entrata in magistratura nel 2002.

Ho svolto il tirocinio a Firenze e come prima sede ho lavorato per sei anni al Tribunale di Agrigento come giudice del lavoro; in seguito, mi sono trasferita a Milano ove ho svolto funzioni prima penali e poi civili.

Dal 2022 sono giudice minorile (funzioni promiscue) presso il Tribunale per i Minorenni di Milano.

Sono membro del CPO dell’attuale Consiglio Giudiziario del Tribunale di Milano e del gruppo di lavoro di Area “Minori – Famiglia - Tutelare”; inoltre ogni anno come membro del comitato organizzativo partecipo all’organizzazione del progetto: “Diritti al Cinema” patrocinato da AreaDG Milano, storico cineforum milanese aperto alla cittadinanza con dibattiti su temi di maggior interesse sociale.

Negli ultimi anni mi sono occupata come giudice tutelare dei diritti dei c.d. “soggetti deboli” e, dal 2022 come giudice minorile, di quelli dei bambini/bambine, partecipando spesso anche come relatrice a corsi di formazione interdisciplinari; sono infatti funzioni che impongono uno scambio e un confronto continuo con realtà diverse da quelle del “puro diritto” (lavoriamo quotidianamente fianco a fianco con psicologici, educatori, servizi sociali, medici, scuole ecc.) e che delineano la figura di un magistrato particolarmente sensibile ai temi sociali, poliedrico ed attivo nella società in cui opera: caratteristiche che contraddistinguono i magistrati di AreaDG in cui, per questo, mi riconosco.

I diritti dei più fragili non devono dunque restare al margine dei confronti associativi, soprattutto per AreaDG.

Le funzioni relative alle tutele/famiglia, all’Immigrazione, al diritto minorile e alla Sorveglianza sono oggi considerate meno prestigiose e poco ambite: si pensa a procedimenti caratterizzati da serialità e privi di complessità tecnico – giuridica, così inducendo i capi degli uffici (e i consigli giudiziari, nonché il CSM) a tollerare carichi di lavoro che negli altri settori non sarebbero accettabili. Si deve sottolineare anche il fatto che tali funzioni sono caratterizzate, anche nel civile, da turni, presenza quotidiana in ufficio e impegni di udienza (oltre che da sovraesposizione mediatica) maggiori rispetto ad altri settori “meno sensibili” della giurisdizione.

Per questo il magistrato che tali diritti deve garantire, soprattutto se giovane e per questo forse meno “strutturato”, non dovrebbe sentirsi mai solo per non rischiare la deriva di una giurisprudenza statica e “difensiva” anziché indipendente, pronta a rispondere alle esigenze di una realtà che cambia e che, come magistrati, ci mette costantemente alla prova.

Ritengo dunque che occorra in primis valorizzare i pubblici ministeri sgravandoli di carichi di lavoro insostenibili; inoltre si dovrebbero mantenere (contrariamente a quanto previsto nella riforma del Tribunale per le Famiglie e sulla più recente normativa in materia di Immigrazione) le attuali competenze collegiali del primo grado in materia di famiglia – minori – immigrazione essendo il Collegio fondamentale luogo di dialettica e di condivisione della prima pronuncia che incide immediatamente sulla vita delle persone, così garantendo il sostegno e il “rinforzo” collegiale di decisioni spesso (anche mediaticamente) scomode.

Penso che oggi sia necessario impegnarsi anche a livello associativo, sia con specifici gruppi di studio, incontri e approfondimenti, sia con comunicati ed interventi chiari, volti ad evidenziare le numerose criticità delle recenti riforme in campo nel settore dei soggetti deboli al fine di evitare che si determini un’ulteriore disaffezione (se non una vera e propria fuga) dei magistrati – sia giudicanti che requirenti – da queste funzioni, mettendo in serio pericolo la tutela dei più vulnerabili e soprattutto di quelli che meno di tutti possono far sentire la loro voce, perché privi di rappresentanza politica o sindacale: i bambini e le bambine.

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