Elezioni per il rinnovo del Comitato Direttivo Centrale della ANM - 2025
26 - 27thinsp;- 28 gennaio 2025
Mariano ROBERTIELLO
Sono in magistratura dal gennaio 2020 (D.M. 3/01/2020) e, dopo aver svolto il periodo di tirocinio nella città di Bari, dal 2021 ricopro le funzioni di giudice del dibattimento presso il Tribunale di Locri.
Credo fermamente nell'importanza della partecipazione alla vita associativa, vista non solo come forma di aggregazione culturale, ma anche come possibilità di un confronto etico e valoriale, passaggio imprescindibile per un magistrato in grado di ascoltare e confrontarsi con la società in cui opera.
Questa idea del ruolo del magistrato mi ha quindi portato, quasi naturalmente, ad iscrivermi al gruppo che esprime gli ideali in cui mi riconosco.
In questo particolare momento storico credo sia prioritario rilanciare l’associazionismo giudiziario, stimolando l’interesse, soprattutto dei colleghi più giovani, verso quella che è la casa di tutti i magistrati italiani, attraverso un serio ed ampio confronto sulle idee e sui valori comuni che l’ANM è in grado di rappresentare.
Sempre in questa prospettiva, ritengo opportuno potenziare il collegamento con le articolazioni territoriali dell’ANM, specialmente con quelle dei Tribunali periferici, promuovendo iniziative a livello locale. Si riuscirebbe così a fornire un maggiore supporto alle articolazioni locali, garantendo una concreta presenza dell’ANM nei territori ed una maggiore vicinanza ai giovani colleghi che operano nei “Tribunali di frontiera”, le cui necessità e problematiche –che condivido e di cui mi propongo di essere tenace portavoce- non sempre sono adeguatamente ascoltate.
Credo sia opportuno porre nuovamente al centro del dibattito le condizioni e la qualità del lavoro, respingendo con vigore l’idea del magistrato-burocrate e la frequente minaccia di ingiustificate sanzioni.
Infine penso che l'ANM debba impegnarsi a diffondere una cultura dell'informazione sulle decisioni giudiziarie e a elaborare una strategia comunicativa chiara, per difendere la giurisdizione dalle distorsioni comunicative che minano la fiducia dei cittadini nella magistratura.