1A difesa dell’UNITÀ DELLA GIURISDIZIONE
e dell’attuale assetto costituzionale
L’impegno mantenuto
I quattro anni appena trascorsi hanno visto l’ANM a guida AreaDG costantemente impegnata nel contrastare con determinazione qualsiasi tentativo di indebolimento dell’ordine giudiziario e di rottura della sua unità. Lo abbiamo fatto elaborando proposte concrete frutto del dialogo con l’avvocatura, l’accademia e la società civile, e spiegando che le riforme annunciate non serviranno a rendere il servizio che rendiamo ai cittadini né più veloce né più giusto, ma al contrario produrranno un indebolimento delle garanzie e dei diritti dei cittadini.
Lo scenario attuale
In questi giorni è in discussione in Parlamento una riforma costituzionale il cui obiettivo è quello di stravolgere l’assetto costituzionale per riscrivere il modello di democrazia consegnatoci dai padri costituenti. Separazione delle carriere con connessa formazione di due CSM distinti per giudici e pubblici ministeri, il cui precipitato è rappresentato dall’inevitabile sottoposizione delle Procure della Repubblica al controllo del Governo; una giustizia disciplinare affidata ad un’Alta Corte composta solo da magistrati di legittimità e da rappresentanti della politica; l’introduzione surrettizia della “carriera” e il tentativo di svuotare di senso il principio secondo il quale i magistrati si distinguono solo per le funzioni che esercitano; l'indicazione del sorteggio temperato per la selezione dei componenti dei due CSM; nonché la già realizzata introduzione dei test-psicoattitudinali quale strumento di selezione potenzialmente discrezionale dei futuri magistrati; sono solo alcune delle sfide su cui la prossima ANM sarà chiamata a proseguire il lavoro iniziato in questi ultimi anni.
Il nostro impegno per il prossimo CDC
I prossimi quattro anni saranno decisivi per il futuro della giurisdizione e della sua autonomia e indipendenza. Come candidati di AreaDG siamo assolutamente consapevoli della necessità di dover compiere ogni sforzo per garantire che l’ANM continui ad essere un interlocutore forte e autorevole di un Governo che, invece, sembra refrattario a qualsiasi forma di confronto e che preferirebbe un’ANM silente e accondiscendente. Dobbiamo perciò impegnarci tutti affinché la prossima ANM sia politicamente in grado di contrastare iniziative legislative che potrebbero segnare la fine dell’attuale modello di giurisdizione, che è l’unico in grado di preservare il modello costituzionale fondato sulla separazione dei poteri e di assicurare l’effettivo rispetto del principio cardine dell’uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge (anche assicurando il pieno diritto di elettorato passivo di tutti i magistrati per il CSM, unica garanzia per una sua effettiva rappresentatività). In quest’ottica ci impegniamo a dare piena attuazione al deliberato dell’assemblea generale del 15 dicembre 2024, avviando immediatamente una mobilitazione culturale e una sensibilizzazione dell’opinione pubblica sui pericoli di questa riforma, promuovendo l’istituzione di un comitato operativo a difesa della Costituzione aperto all’avvocatura, all’università e alla società civile, anche in vista di una possibile consultazione referendaria, organizzando una o più manifestazioni nazionali e stimolando le GES ad organizzare iniziative comuni su tutto il territorio nazionale per sensibilizzare l’opinione pubblica sui pericoli della riforma.
2Per l’UNITÀ DELL’ASSOCIAZIONISMO GIUDIZIARIO come “bene comune”
da difendere senza esitazione per un’ANM sempre più forte ed autorevole
L’impegno mantenuto
L’unità associativa è stata la stella polare di tutta la nostra azione politica, sin dai primi giorni di insediamento del CDC uscente, in cui, con un faticoso lavoro di mediazione, abbiamo fatto ogni sforzo per giungere alla costituzione di una Giunta unitaria, nella consapevolezza che questa fosse la condizione imprescindibile per dare alla magistratura italiana una voce forte e autorevole che fosse in grado di fare la sintesi tra le diverse sensibilità in essa presenti.
Lo scenario attuale
Quella dell’unità associativa rappresenta, per il prossimo futuro, una delle sfide più importanti e impegnative a cui saremo chiamati. La proposta di riforma costituzionale della magistratura, attualmente in discussione in Parlamento, mira, in definitiva, attraverso la separazione delle carriere dei magistrati e del CSM, anche alla rottura dell’unità sindacale della magistratura, per privare l’ANM dell’autorevolezza che le deriva anche dal fatto di essere l’unica associazione rappresentativa della quasi totalità dei magistrati italiani.
Il nostro impegno per il prossimo CDC
Per fronteggiare il pericolo della rottura dell’unità associativa ci impegniamo a compiere ogni sforzo necessario ad assicurare, anche per il prossimo quadriennio, la formazione di una giunta unitaria alla quale garantiremo il nostro sostegno e a contrastare qualsiasi tentativo di rottura dell’unità sindacale, affinché l’attuale ANM continui ad essere l’unica associazione rappresentativa di tutti i magistrati ordinari italiani.
3Per un AUTOGOVERNO sempre più trasparente,
che valorizzi il merito e difenda i magistrati dagli attacchi alla loro autonomia e indipendenza
L’impegno mantenuto
Sul tema dell’autogoverno abbiamo assicurato una vigilanza attiva e propositiva da parte dell’ANM sulle attività del CSM, con particolare riferimento all’esercizio del potere disciplinare e al sistema delle nomine e delle conferme dei direttivi e semi-direttivi, delle procedure concorsuali per la Corte di cassazione, la Procura generale, il Massimario e la DNAA, al solo scopo di verificare il virtuoso rispetto del Testo Unico sulla Dirigenza la cui applicazione non deve lasciare spazio a deprecabili prassi clientelari.
Lo scenario attuale
Da un lato, i gravi e sempre più frequenti attacchi anche personali a colleghi rei di avere semplicemente fatto il loro dovere e di non avere, invece, con i loro provvedimenti “collaborato all’attuazione delle politiche governative”, e, dall’altro, l’approvazione del nuovo testo unico sulla dirigenza giudiziaria con le implicazioni che deriveranno nella fase di rodaggio sul piano applicativo dei criteri in esso previsti, rappresentano due banchi di prova fondamentali su cui l’ANM dovrà continuare la sua attività di monitoraggio dell’attività consiliare.
Il nostro impegno per il prossimo CDC
Ci impegniamo affinché l’ANM continui a tenere acceso un faro sull’attività del CSM, di cui non dovrà essere il “cane da guardia”, ma un autorevole interlocutore in una fase gravida di novità legislative, non solo di normazione primaria ma anche secondaria, la cui applicazione produrrà sicuramente effetti importanti sull’attività giudiziaria. In particolare ci impegniamo affinché l’ANM, nella prospettiva della tutela della qualità del servizio e della indipendenza e autonomia della magistratura, da un lato, continui ad individuare meccanismi di contrasto al fenomeno del carrierismo crescente e che, anzi, identifichino la dirigenza giudiziaria non in un centro di potere, fatto di onori ed esoneri, ma in un servizio, quanto più possibile temporaneo e “diffuso”, fatto di responsabilità, oneri e attività giudiziaria; e, dall’altro, a fronte dei continui attacchi personali ai singoli magistrati in virtù della mera adozione di provvedimenti giudiziari sgraditi al decisore politico, pretenda l’immediata apertura di pratiche a tutela dei colleghi ingiustamente attaccati per consentire loro di continuare a lavorare serenamente e in modo autonomo e indipendente da ogni possibile ingerenza esterna.
4Per un piano di investimenti concreti su EDILIZIA GIUDIZIARIA, CONDIZIONI DI LAVORO e INFORMATIZZAZIONE DEL PROCESSO (PCT e PPT) che sia all’altezza delle sfide dell’intelligenza artificiale. NO a riforme a “costo zero”
L’impegno mantenuto
Su questo fronte, nell’ultimo quadriennio, che è stato caratterizzato da riforme che, anche sulla spinta propulsiva degli obiettivi del PNRR, si proponevano di incidere profondamente sul profilo dell’efficienza del sistema giustizia, senza però assicurare gli adeguati stanziamenti, l’ANM a guida AreaDG ha svolto un’attività al alta intensità, soprattutto portando al centro del dibattito pubblico la denuncia del costante impoverimento, sotto tutti i punti di vista, degli uffici giudiziari, causato dalla mancata previsione, da parte della politica, delle risorse adeguate e necessarie ad assicurare ai cittadini un servizio che rifletta l’enorme impegno profuso quotidianamente dai magistrati e dal personale amministrativo. Per denunciare le disastrose condizioni degli uffici giudiziari e le difficili condizioni in cui i magistrati sono chiamati a svolgere le loro funzioni ci siamo resi promotori di iniziative come la “mostra fotografica sull’edilizia giudiziaria” e il “questionario sulle condizioni di lavoro dei magistrati” che, oltre a riscuotere ampio successo tra i colleghi, sono state oggetto di attenzione da parte dei media.
Lo scenario attuale
Gli sforzi finora compiuti si sono scontrati con una politica che pretende di riformare la giustizia “a costo zero”, facendo gravare solo sui magistrati il peso di riforme che il più delle volte si dimostrano disfunzionali. Si pensi, in particolare, agli applicativi informatici messi a disposizione dei magistrati per realizzare la transizione digitale del processo, quali CONSOLLE e APP, che si sono dimostrati sinora del tutto inadeguati, determinando in molti casi il blocco dell’attività giudiziaria o comunque il suo rallentamento.
Il nostro impegno per il prossimo CDC
Sui temi dell’edilizia giudiziaria, delle condizioni di lavoro dei magistrati e dell’informatizzazione del processo intendiamo richiamare con forza il Ministro alle sue responsabilità e quindi a dare effettiva attuazione all’art. 110 Cost. che affida a lui “l'organizzazione e il funzionamento dei servizi relativi alla giustizia”. In particolare, a fronte di una legislazione “ad invarianza finanziaria” che scarica solo sui magistrati gli oneri derivanti dalle riforme, chiediamo un piano di investimenti straordinari che restituisca dignità agli uffici in cui si amministra la Giustizia e riteniamo necessario coltivare il dialogo con il personale di cancelleria e con l’avvocatura, così da realizzare un fronte comune capace di pretendere con maggiore forza condizioni di lavoro dignitose e dotazioni di organico e di mezzi adeguate alla sfida che l’innovazione tecnologica pone.
5Per una GEOGRAFIA GIUDIZIARIA razionale e realmente rispondente alle esigenze della collettività e che assicuri l’efficienza del “servizio giustizia”
L’impegno mantenuto
Su questo tema, decisivo per il buon funzionamento del sistema giudiziario, abbiamo innanzitutto sostenuto l’esigenza di ampliare notevolmente l’organico della magistratura ad oggi del tutto insufficiente per rispondere in modo adeguato alla domanda di giustizia (l’Italia ha un numero di magistrati in rapporto agli abitanti che è la metà rispetto alla media europea) e di rivedere in modo più razionale le piante organiche degli uffici giudiziari, caratterizzate da squilibri che incidono non solo sui diversi carichi di lavoro dei magistrati ma anche sulla loro possibilità di offrire un servizio che per quantità e qualità sia realmente rappresentativo della professionalità dei magistrati italiani, riconosciuti come i più produttivi a livello europeo. In questi anni, in particolare, abbiamo denunciato le gravi scoperture di organico degli uffici giudiziari soprattutto dei distretti del Sud, in cui operano prevalentemente colleghi in prima nomina chiamati a fronteggiare gravissimi fenomeni criminali.
Lo scenario attuale
Su questo tema abbiamo dovuto fare i conti con una politica che appare più interessata a soddisfare logiche campanilistiche e istanze che provengono dall’avvocatura, piuttosto che adottare soluzioni razionali che, non solo consentano ai magistrati di amministrare al meglio la giustizia, ma che, di conseguenza, garantiscano ai cittadini un servizio che sia all’altezza dell’impegno quotidianamente profuso dai magistrati italiani. Infatti, il Ministro, muovendosi nella direzione opposta a quella da noi suggerita, ha più volte affermato di voler riaprire i piccoli Tribunali soppressi nel 2012 con la riforma Severino.
Il nostro impegno per il prossimo CDC
Come candidati di AreaDG riteniamo che non sia più tollerabile una giustizia a più velocità a seconda dell’ufficio giudiziario in cui è amministrata, perché ciò di fatto si traduce in un aumento delle disuguaglianze sociali ed economiche sul territorio nazionale e provoca discriminazioni in palese contrasto con l’art. 3 Cost. Per contrastare questo fenomeno pensiamo che sia necessario:
- ottimizzare ulteriormente le risorse disponibili, chiudendo gli uffici più piccoli (e più sovraccarichi) accorpandoli ad altri limitrofi, più grandi e maggiormente efficienti, così dotando tutti gli uffici giudiziari degli standard minimi di funzionalità (Procure di 10 sostituti e Tribunali di almeno 30 giudici);
- scongiurare interventi sulle piante organiche che si risolvano in una mera redistribuzione “a pioggia” delle risorse assegnate, prescindendo da qualsiasi parametro razionale e spesso in proporzione a precedenti e sperequate distribuzioni di organico;
- ancorare la scelta dei posti da pubblicare per i trasferimenti a criteri statistici oggettivi e aggiornati e che rispondono a parametri di efficienza;
- utilizzare in modo attento e oculato gli strumenti del posticipato/anticipato possesso e delle applicazioni infra ed extradistrettuali.
6Per un UFFICIO SINDACALE di prossimità e sempre più al servizio dei colleghi con l’introduzione della figura del “referente sindacale distrettuale”
L’impegno mantenuto
Nei quattro anni appena trascorsi abbiamo contribuito in maniera determinante al lavoro dell’Ufficio Sindacale dell’ANM attraverso il quale:
- è stata stipulata una convenzione con l’istituto Acampora, che ha modificato il regolamento per l’erogazione dei sussidi prevedendo la possibilità di un contributo economico pari alla perdita della indennità giudiziaria in caso di assenza per malattia superiore ai sei mesi, e sono state previste agevolazioni per i giovani magistrati che necessitano di sussidi economici;
- sono state stipulate convenzioni con quattro patronati per la risoluzione delle problematiche previdenziali di maggiore interesse (pensioni, ricongiungimenti di carriera ecc.);
- sono state stipulate convenzioni per servizi di trasporto, servizi bancari (molto importante quello sull’anticipazione del TFR) e di previdenza complementare;
- sono stati redatti alcuni vademecum sulle questioni più rilevanti in materia ordinamentale (congedi, aspettative, trasferimenti, prerogative dei magistrati di prima nomina ecc.), agevolmente reperibili nell’Area Riservata del sito ANM;
- sono stati organizzati, in molti distretti e in collaborazione con le GES, incontri finalizzati alla diffusione delle informazioni più rilevanti in materia di status giuridico ed economico dei magistrati.
Lo scenario attuale
Le questioni sindacali sono in continua evoluzione e meritano una costante attenzione, perché rappresentano il cuore dell’attività dell’ANM. La loro centralità è tanto più evidente in un periodo come quello attuale che sta vedendo l’ingresso in magistratura di numerosi nuovi colleghi che si approcciano a queste questioni per la prima volta e con estremo interesse.
Il nostro impegno per il prossimo CDC
Sul fronte prettamente sindacale ci impegniamo a:
- proporre una modifica statutaria finalizzata all’istituzione della figura del “REFERENTE SINDACALE DISTRETTUALE” da individuarsi tra i componenti della GES per garantire a tutti i collegi in ogni distretto una figura di riferimento sulle questioni sindacali;
- proseguire e rafforzare l’attività intrapresa dall’Ufficio sindacale, in particolare sul tema retributivo, previdenziale e delle condizioni del magistrato in malattia;
- verificare l’adeguatezza degli attuali coefficienti di calcolo del trattamento pensionistico;
- incrementare l’interazione con l’Istituto Acampora, ottenendo che un esponente della GEC o del CDC componga stabilmente il Consiglio Direttivo;
- rafforzare il servizio di risposta ai quesiti sindacali e retributivi dei magistrati;
- ottenere condizioni sempre migliori dalle convenzioni stipulate nell’interesse degli associati;
- chiedere che l’Ufficio Sindacale dell’ANM sia coinvolto in tutte le riunioni del Comitato Intermagistrature, per garantire che il nostro trattamento economico e disciplinare resti allineato con quello delle altre magistrature;
- incrementare le interazioni tra l’ufficio sindacale, i suoi referenti locali e le Tesorerie Provinciali;
- individuare soluzioni che rendano effettivo in tutti gli uffici il benessere lavorativo dei magistrati.
7I GIOVANI MAGISTRATI come linfa vitale dell’ANM:
per un sempre maggiore coinvolgimento dei colleghi più giovani nella vita associativa e per una attenzione costante alle loro condizioni di lavoro
L’impegno mantenuto
I fatti dell’Hotel Champagne avevano generato grande sfiducia tra i colleghi più giovani, comprensibilmente sgomenti della gestione clientelare delle nomine dei dirigenti degli uffici giudiziari e del tentativo di assoggettamento della magistratura alla politica, orchestrato da alcuni magistrati che da troppo tempo erano più a loro agio nei Palazzi del potere che nelle aule di tribunale. Nei quattro anni appena trascorsi siamo però riusciti, non senza difficoltà, a vincere lo scetticismo di tanti giovani colleghi, i quali, grazie al lavoro fatto non solo dal CDC e dalla GEC a livello nazionale, ma anche dalle GES nei singoli uffici, si sono riavvicinati all’ANM riappropriandosi della “casa comune” dei magistrati italiani.
Lo scenario attuale
La amplissima partecipazione dei colleghi più giovani all’ultimo congresso e alla più recente assemblea nazionale rappresenta, al contempo, un segnale di speranza ma anche una grande responsabilità: il loro rinnovato coinvolgimento nella vita associativa oltre ad essere una condizione imprescindibile per la vitalità dell’ANM rappresenta anche il patrimonio immateriale più importante di cui la magistratura associata dispone, che, pertanto, abbiamo il dovere di valorizzare. A tale proposito ci sembra giusto evidenziare il fondamentale apporto dato dai colleghi di “Facciamo presto!”, i quali hanno sicuramente contribuito con le loro iniziative – portate avanti con fattivo spirito di collaborazione e dimostrando maturità politica – al rinnovamento dell’associazionismo giudiziario.
Il nostro impegno per il prossimo CDC
Per i magistrati più giovani – giustamente molto preoccupati dalle riforme costituzionali e ordinamentali che, oltre a tentare di indurre, soprattutto nei più giovani, prudenza e conformismo, rischiano di indebolire il ruolo di garanzia che la Costituzione affida all’ordine giudiziario e con esso le prerogative dei magistrati, con potenziali riflessi anche sul loro status giuridico – è necessario proseguire sulla strada già intrapresa del loro coinvolgimento diretto e in prima persona nella vita dell’associazione, partendo dall’ascolto delle loro esigenze. A tal fine riteniamo necessario:
- continuare a prestare la giusta attenzione alle problematiche che si accompagnano all’accesso in magistratura, alla formazione iniziale e alla assegnazione alla prima sede di servizio;
- dare centralità al tema della genitorialità e della cura parentale;
- tenere sempre acceso un faro sulle sedi più disagiate, spesso popolate e tenute in vita solo grazie all’impegno e all’abnegazione dei colleghi in prima nomina;
- avviare interventi concreti volti ad assicurare ai più giovani un trattamento pensionistico dignitoso.
8A sostegno delle GIUNTE ESECUTIVE SEZIONALI
per una presenza sempre più incisiva dell’ANM negli uffici e nella società
L’impegno mantenuto
Nel 2020 ci eravamo impegnati a:
- realizzare un più forte collegamento tra l’ANM centrale e le sue articolazioni territoriali;
- rivitalizzare le GES promuovendo incontri non solo a livello locale ma anche tra la GEC e le GES;
- fornire un maggiore supporto a queste ultime, garantendo una più fattiva presenza dell’associazione nei territori, anche individuando meccanismi volti a dare voce ai rappresentanti locali;
- incentivare e favorire la costituzione delle Sottosezioni soprattutto in quegli uffici giudiziari di periferia in cui ancora mancava una rappresentanza dell’ANM.
Oggi possiamo affermare, con orgoglio, di aver ampiamente realizzato questo obiettivo soprattutto attraverso la creazione della RETE GES ANM che si è rivelata un fondamentale e straordinario strumento di coordinamento e collegamento delle GES tra loro e con il CDC e la GEC e che ha favorito, tra le altre, la costituzione di Sottosezioni dell’ANM in Tribunali come quelli di Vibo Valentia e, da ultimo, di Lagonegro dove operano tanti giovani colleghi desiderosi di partecipare attivamente alla vita associativa.
Lo scenario attuale
Grazie a questa forma di coordinamento le GES hanno riacquistato vitalità, rendendosi protagoniste di tante iniziative che hanno avuto un impatto non solo tra i colleghi negli uffici, ma anche al loro esterno nella società civile. Ne sono una testimonianza, da ultimo, le iniziative organizzate dalle GES, su impulso dell’assemblea nazionale dell’ANM, denominate “Dialoghi con la magistratura”, che hanno riscosso un notevole successo di pubblico e un largo apprezzamento per la qualità dei contenuti proposti.
Il nostro impegno per il prossimo CDC
Il nostro impegno per il futuro non può che essere quello di assicurare continuità all’attività di coordinamento delle GES realizzata attraverso la chat “RETE GES ANM” che si è rivelata un fondamentale e straordinario strumento di coordinamento e collegamento delle GES tra loro e con il CDC e la GEC e quindi una mirabile intuizione che il nuovo CDC riceverà in eredità e che avrà il dovere di custodire per il bene dell’ANM e di tutti i colleghi.
9A presidio della CORTE DI CASSAZIONE
per la tutela della funzione nomofilattica
L’impegno mantenuto
Nel corso di questi ultimi quattro anni abbiamo prestato attenzione e dato risalto alle gravi problematiche di cui soffre il giudizio di legittimità nel nostro Paese, rivolgendo come ANM un invito al Primo Presidente e al Procuratore Generale ad improntare un’organizzazione del lavoro rivolta non solo al rapido smaltimento dell’enorme carico di lavoro, ma anche alla qualità della elaborazione giurisprudenziale, e una richiesta al Ministro della Giustizia di avviare una riflessione finalizzata a elaborare una modifica normativa che preveda anche in Italia, com’è in quasi tutti gli ordinamenti europei, l’adozione di limiti alla ricorribilità dinanzi alla Corte Suprema dei provvedimenti dei giudici di merito.
Lo scenario attuale
Purtroppo, nel frattempo, la situazione, lungi dal migliorare, si è persino aggravata, non solo come conseguenza dell’impegno dello Stato italiano per il conseguimento degli obiettivi del PNRR, che hanno imposto una progressiva riduzione dell’arretrato e dei tempi di definizione dei ricorsi in un arco temporale ristretto, ma anche per la difficoltà, almeno iniziale, di superare una delicata fase di transizione legata alla digitalizzazione dei ricorsi, all’istituzione dell’ufficio del processo e all’entrata in vigore della c.d. riforma Cartabia.
Il nostro impegno per il prossimo CDC
L’ANM non deve smettere di ribadire che la spirale della iper-produttività non solo è difficilmente conciliabile con la funzione nomofilattica, ma rischia persino di trasformare la Corte di Cassazione da giurisdizione di legittimità a organismo di produzione di massa di sentenze che, nel tempo, diventeranno stereotipate e ripetitive, a scapito quindi della qualità, che deve rimanere un valore essenziale della giurisdizione, per assicurare la quale è necessaria anche la massima cura nella scelta dei magistrati ad essa destinati. La laboriosità dei colleghi di legittimità dovrà perciò essere accompagnata e sostenuta quanto prima da meccanismi deflattivi e da limiti alla ricorribilità dinanzi alla Corte Suprema così da consentirgli di svolgere l’essenziale ruolo di garante dell’uniforme applicazione del diritto e di dare una risposta di giustizia in tempi brevi.
10Per una rinnovata attenzione alla QUESTIONE DI GENERE
in una magistratura sempre più al femminile
L’impegno mantenuto
AreaDG ha sempre fermamente creduto nella necessità di rimuovere qualsiasi fattore culturale, sociale o materiale che di fatto possa influire sul permanere di situazioni di diseguaglianza sostanziale tra i generi, impegnandosi affinché siano non solo garantite alle magistrate italiane le stesse opportunità formali, ma soprattutto eliminati gli ostacoli oggettivi che ancora oggi condizionano la loro crescita professionale e la loro partecipazione attiva alla vita associativa, pur in presenza di assetti normativi che garantiscono l'eguaglianza formale. Impegno premiato da una folta presenza negli incarichi associativi, che il gruppo si propone di implementare, nonchè da una costante attività di elaborazione e studio per l'individuazione di modalità sempre più efficaci per garantire l'equilibrio tra impegni familiari e svolgimento qualitativamente elevato delle funzioni.
Lo scenario attuale
Sebbene in magistratura il genere femminile sia ormai numericamente prevalente, la questione di genere resta una priorità, in quanto non vengono ancora tenuti in debita considerazione quei fattori sociali che ancora oggi complicano il percorso professionale delle donne, molto spesso imponendo loro, soprattutto all’inizio del percorso professionale, rinunce legate alla necessità di conciliare lavoro e impegni familiari.
Il nostro impegno per il prossimo CDC
Come candidati della lista di AreaDG continueremo a sostenere il percorso professionale delle donne magistrato, non solo con misure specifiche, come la promozione di spazi (come ad es. asili nido e locali per l’allattamento) che consentano al magistrato genitore di conciliare l’accudimento dei figli con i tempi del lavoro giudiziario e la previsione di misure che garantiscano che al rientro dall’astensione per maternità le magistrate conservino la loro posizione di lavoro, ma anche con un progetto culturale volto ad assicurare una più equilibrata rappresentanza di genere ad ogni livello in attuazione del principio di eguaglianza.
11Per il superamento della QUESTIONE MORALE
attraverso la promozione dell’ETICA DEL MAGISTRATO
L’impegno mantenuto
Il CDC uscente è stato chiamato, per la prima volta nella storia dell’ANM, a giudicare un numero elevatissimo di violazioni al codice etico, la gran parte delle quali emerse a seguito della diffusione del contenuto di conversazioni private che molti colleghi avevano intrattenuto con un ex consigliere del CSM destituito dalla magistratura per gravi violazioni disciplinari. Nella ferma convinzione che il rispetto del Codice etico costituisce presupposto indefettibile per rinsaldare la credibilità dell’intera magistratura e per recuperare la fiducia in essa dei cittadini, noi di AreaDG abbiamo sempre valutato con estrema attenzione le proposte sanzionatorie avanzate dal Collegio dei probiviri senza mai assumere un atteggiamento di difesa aprioristica e corporativa di quei colleghi che con le loro condotte hanno gettato disdoro sull’intera categoria dei magistrati.
Lo scenario attuale
Superata questa fase, siamo però consapevoli che la tutela dell’immagine della magistratura non può fondarsi sulla funzione general-preventiva rappresentata dal momento sanzionatorio, che presuppone comunque l’accertamento di una condotta che per il solo fatto che è stata posta in essere ha appannato il prestigio dell’intera categoria dei magistrati, ma debba poggiare su un lavoro di promozione della cultura dell’etica del magistrato che non può esaurirsi nei pure fondamentali momenti di formazione iniziale e permanente svolti dalla SSM, ma che deve vedere protagonista anche l’ANM.
Il nostro impegno per il prossimo CDC
Per tutelare l’immagine della magistratura ed evitare di assistere nuovamente alla dolorosa caduta etica di cui alcuni colleghi si sono resi protagonisti nel recente passato, ci impegniamo a promuovere iniziative di sensibilizzazione e di valorizzazione della cultura dell’etica del magistrato, attraverso momenti di riflessione sull’importanza del ruolo sociale del magistrato e del suo atteggiarsi, sia nello svolgimento della sua funzione, sia nel modo di stare nella società.
12Per una COMUNICAZIONE
ancora più incisiva ed efficace
L’impegno mantenuto
La promessa di favorire una strategia comunicativa più veloce ed efficace da parte dell’ANM è stata mantenuta, attraverso il costante miglioramento e rafforzamento dello staff di esperti di comunicazione su cui adesso può contare l’ANM e grazie anche all’apertura dei canali social, che registrano un seguito sempre crescente. Ma, soprattutto, grande apprezzamento, sia tra i colleghi che all’esterno della magistratura, ha ricevuto il registro comunicativo del Presidente Santalucia, che è stato capace di esprime con pacatezza e autorevolezza posizioni anche fortemente critiche nei confronti dell’interlocutore politico.
Lo scenario attuale
Grazie anche alla ritrovata capacità comunicativa dell’ANM i temi della giustizia sono tornati al centro del dibattito pubblico. Ne è prova anche l’attenzione con cui i media hanno seguito tutti gli eventi più importanti organizzati dall’ANM, da ultimo l’assemblea generale del 15 dicembre 2024, sia a livello nazionale che locale, nonché la ormai costante presenza di un nutrito numero di giornalisti alle sedute del CDC.
Il nostro impegno per il prossimo CDC
Il tema della comunicazione resta di vitale importanza per un’associazione come l’ANM che esprime il punto di vista della quasi totalità dei magistrati italiani. Ci impegniamo, perciò, affinché, anche in attuazione dell’ultimo deliberato assembleare, l’ANM continui ad investire risorse umane e materiali per il costante miglioramento e rafforzamento della sua capacità comunicativa e l’adozione di strategie comunicative innovative ed efficaci anche mediante il supporto di esperti della comunicazione.