Elezioni 2025

Proposta di AreaDG per ANM 2025

Il nuovo CDC non nasce dal nulla ma riceve una enorme eredità dalla presidenza Santalucia, che lascia una ANM vitale e consapevole, come emerso in occasione del recente congresso di Palermo. Da qui vogliamo ripartire in piena continuità con il lavoro svolto negli ultimi quattro anni.
1 Vogliamo una Giunta unitaria come quella uscente: non accetteremo la rottura dell’unità sindacale che la creazione di due CSM mira a ottenere. Vogliamo continuare a credere in un autogoverno diffuso contrastando l’idea di magistratura gerarchica che ci vogliono imporre con un ritorno al passato, e il cui netto superamento è nella nostra Costituzione.
2 Senza risorse non si rende giustizia: la giunta uscente ha denunciato ripetutamente le carenze di mezzi (edifici, personale, informatica, riforme “a costo zero”) raccogliendo testimonianze dagli uffici. Si deve ripartire da qui confermando anche il ruolo dell’ufficio sindacale dell’ANM ed affrontando i temi della previdenza, della geografia giudiziaria e delle piante organiche.
3 Non possiamo restare silenti verso riforme che vogliono istituire due CSM, affidare la giustizia disciplinare ad una Alta Corte composta solo da magistrati di legittimità e da rappresentanti della politica e separare le funzioni giudicante e requirente: continueremo a denunciare lo svuotamento di principi voluti dai padri costituenti, che avevano ben presenti i precedenti venti anni di uso della giustizia contro i cittadini. Unità della giurisdizione e distinzione tra i magistrati solo per le funzioni esercitate sono pilastri dell’assetto democratico e della separazione dei poteri.
4 La giustizia non è solo dei giudici: l’ANM deve costruire momenti di incontro e confronto permanente con l’avvocatura, con il mondo accademico, con il personale amministrativo, perché chi ogni giorno frequenta i palazzi di giustizia ha un obiettivo comune e può dare indicazioni precise su cosa veramente serve per rendere giustizia.
5 La magistratura è diventata improvvisamente più giovane negli ultimi anni e lo diverrà ancor di più nei prossimi due. I giovani magistrati si devono riappropriare dell’ANM come “casa comune”, e l’ANM deve preoccuparsi delle esigenze di chi entra oggi in magistratura: formazione iniziale, assegnazione alla prima sede di servizio, centralità del tema della genitorialità e della cura parentale, diritto ad una pensione dignitosa.
6 Anche in magistratura c’è una questione di genere: di fatto le donne sostengono maggiormente il peso degli impegni familiari rispetto agli uomini. È un problema culturale e come tale va affrontato, perché spesso impone rinunce soprattutto all’inizio del percorso professionale e crea diseguaglianze di fatto.
7 La Corte di Cassazione ha raggiunto traguardi di laboriosità di livello eccezionale grazie all’impegno dei magistrati. Ma la giurisdizione non è solo iper-produttività: la Cassazione ha una funzione nomofilattica che rischia di perdersi a vantaggio della quantità. Deve essere un impegno prioritario dell’ANM chiedere al legislatore meccanismi deflattivi.
8 La spina dorsale dell’ANM sono le giunte distrettuali e le articolazioni circondariali: va proseguita la politica di incontri e contatti con i territori e custodita la RETE GES ANM che ha permesso di collegare il CDC, la GEC e le varie GES locali.
9 L’ANM deve comunicare con l’esterno: bisogna parlare ai cittadini per i quali amministriamo giustizia. Si deve rafforzare il ricorso a esperti di comunicazione e l’uso di canali social, e continuare a coinvolgere i media nelle nostre iniziative.
10 Non si può dimenticare il grande merito del Presidente uscente Santalucia che è stato capace di esprimere con pacatezza e autorevolezza le posizioni della magistratura associata, anche quando fortemente critiche nei confronti dell’interlocutore politico, rappresentando la “voce” di tutti i magistrati italiani quotidianamente impegnati nel servizio ai cittadini. Vogliamo raccoglierne il testimone e continuare ad impegnarci sulla strada tracciata in questi quattro anni.

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