Diario dal Consiglio del 10 giugno 2023
Approvato il codice etico dei Consigli di giustizia europei
Nella seduta del 31 maggio il Plenum ha espresso la propria adesione al “Code of Conduct for members of Councils Judiciary”, elaborato dal gruppo di lavoro dell’European Network of Concils for the Judiciary, in discussione all’assemblea plenaria di Lubiana di quell’organismo in questi giorni.
La Nona commissione del Consiglio è stata impegnata per diversi mesi, sin dal proprio insediamento, in varie riunioni dell’ENCJ, l’organo che riunisce i rappresentanti dei Consigli di giustizia dell’Unione Europea, per giungere all’elaborazione di un testo che rispecchiasse i valori condivisi da tutti i Paesi che ne fanno parte. Le profonde differenze ordinamentali e di cultura giuridica che li caratterizzano hanno reso questi lavori particolarmente complessi. V’è stata però la consapevolezza comune dell’importanza di arrivare a un fulcro di principi comuni, regole di valore etico-morale che non prevedono sanzioni o organi di disciplina nel caso di loro violazione e pur tuttavia essenziali per progredire nella creazione di un tessuto culturale che avvicini i Paesi membri anche nel governo della giurisdizione.
L’approvazione ha rappresentato anche l’occasione per ribadire da parte di tutto il gruppo di AreaDG al Plenum l’esigenza che anche il CSM si doti di un proprio codice etico, che vada al di là di quello europeo. In proposito nella Sesta commissione si sta istruendo una pratica aperta nel corso della precedente consiliatura e che potrà avvalersi anche di alcuni dei principi espressi dal Code of Conduct per mettere a punto un testo specifico.
In ogni organismo dell’Unione l’ordinamento giuridico italiano è visto come un punto di riferimento. Il Consiglio deve dunque accelerare i lavori per l’adozione di un codice etico interno, rimediando al fatto di essere stata preceduta stavolta dall’intervento in sede europea.
Delibera
La Nona Commissione, all’unanimità, propone al Plenum di approvare la seguente delibera:
“Il Consiglio Superiore della magistratura,
premesso:
- che il Consiglio Superiore della magistratura dal 2004 è membro fondatore e fa parte della Rete europea dei Consigli di Giustizia (ENCJ – RECJ). La Rete si pone come collegamento tra le istituzioni europee, le loro politiche e le varie magistrature nazionali, per favorire l’attenzione ai principi di autonomia e di indipendenza del potere giudiziario nell’elaborazione degli strumenti normativi di cooperazione;
- che, nel corso dell’Assemblea Generale della Rete europea dei Consigli di Giustizia, svoltasi ad Atene nel mese di giugno 2022, è stato adottato il “work plan” per gli anni 2022 – 2023 che include l’avvio di numerosi progetti, tra i quali, in continuità con il lavoro svolto nell’anno 2021, il Gruppo di lavoro sul tema: “Code of Conduct for members of Councils for the judiciary”;
- che il progetto, il cui scopo è lo sviluppo di un documento che possa contenere valori, principi, standard di buone prassi per i Consigli di Giustizia dei Paesi facenti parte della Rete (all. 1), ha visto quali paesi coordinatori il Consiglio di Giustizia rumeno e il Consiglio della Slovacchia;
- considerato che nel corso di diversi incontri i membri dell’Encj hanno avviato i lavori preparatori per la stesura del “Project on a Code of Conduct for Councils”;
- rilevato, in particolare, che il Consiglio della magistratura della Romania ha condiviso, in occasione del primo incontro del 13 febbraio 2023, una bozza del Codice di condotta e che i Consigli di giustizia francese e spagnolo hanno fornito i loro contributi;
- che anche la Nona Commissione ha ritenuto di presentare le proprie osservazioni, offrendo un contributo migliorativo al testo di sintesi elaborato dall’Encj (v. all. 2);
- rilevato che il testo sarà presentato dal Gruppo di lavoro “Code of Conduct” nella prossima Assemblea Generale della Rete che avrà luogo a Lubiana dall’1 al 3 giugno 2023;
- considerato che le norme di condotta deontologica sono un fattore importante per promuovere la fiducia dell’opinione pubblica nella magistratura;
- rilevato che il Consiglio Superiore, con precedente delibera del 21 dicembre 2021 (relativa alla pratica 60/EJ/2017 - Rete Europea dei Consigli di Giustizia ENCJ-RECJ. Attività del C.S.M.: Lancio della Global Judicial Integrity Network promossa dall'UNODC. Raccolta e pubblicazione dei codici etici e deontologici delle magistrature dei Paesi europei), all’esito dell’attività ricognitiva svolta sull’esistenza di Codici etici degli organi di governo autonomo della magistratura in Europa, ha evidenziato che i codici etici sono “redatti al fine di esplicitare e fissare regole di comportamento condivise per creare maggiore consapevolezza delle stesse e rafforzare in ciascuno di coloro che ne sono destinatari la responsabilità della loro assunzione come principi di condotta individuale, la cui violazione non comporta “sanzioni”, ma una mera riprovazione etico-morale fondata essenzialmente sulla riprovazione dei componenti del gruppo di riferimento”;
- osservato che il Codice di Condotta, come elaborato, costituisce una mera proposta, un’autorevole raccomandazione priva di carattere vincolante per i Consigli di Giustizia europei;
- ritenuto, sulla scorta di quanto precede, che si possa manifestare adesione al testo, così come elaborato alla luce dei contributi forniti.
Tanto premesso
delibera
di prendere atto del Code of Conduct for members of Councils for the judiciary come elaborato dal Gruppo di lavoro ENCJ esprimendo l’adesione del Consiglio Superiore della Magistratura italiano al predetto testo.”
Francesca Abenavoli, Marcello Basilico, Maurizio Carbone, Geno Chiarelli, Antonello Cosentino, Tullio Morello