NOVEMBRE
25

Diario dal Consiglio del 25 novembre 2023

Difesa in giudizio del CSM, un altro voto contrario

Nel Diario dello scorso 25 febbraio vi raccontammo del dibattito svoltosi nel Plenum del 15 febbraio a proposito della costituzione del CSM nel giudizio introdotto da un procuratore della Repubblica per l’annullamento della delibera che non lo aveva confermato nelle funzioni direttive.

La delibera – adottata l’11 gennaio 2023, nel corso della precedente consiliatura – era motivata con riferimento alle ripetute interferenze esercitate dal magistrato in conferma sui procedimenti consiliari per il conferimento d’incarichi direttivi e semidirettivi; nella stessa, in particolare, si argomentava che la messaggistica whatsapp intercorsa tra il magistrato ed il dott. Luca Palamara avrebbe documentato un’interferenza del primo nell’attività consiliare che ne appannava l’immagine di indipendenza e imparzialità, avuto riguardo al parametro della “indipendenza da impropri condizionamenti” (art. 72, co. 2, del T. U. dir. giud.) e anche, indirettamente e potenzialmente, all’indicatore della “capacità di valorizzare le attitudini dei magistrati” (artt. 80, 18 e 7 T.U. dir. giud.). A seguito dell’impugnazione in sede giurisdizionale della delibera di non conferma, la Quinta commissione – su conforme parere dell’ufficio studi – aveva proposto all’unanimità la costituzione del C.S.M. davanti al giudice amministrativo.
Nel Plenum del 15 febbraio i consiglieri della componente di MI, un consigliere di Unicost e i consiglieri laici dei partiti di centro destra si opposero alla costituzione, giudicando non condivisibile la delibera di non conferma. Noi di AreaDG sostenemmo, per contro, che il dibattito sulla costituzione nel giudizio avente ad oggetto l’impugnativa di una delibera del CSM non era la sede per ridiscutere del contenuto della decisione e che, per evidenti ragioni di coerenza dell’azione amministrativa, l’organo di autogoverno doveva tendenzialmente difendere in giudizio le proprie scelte. Affermammo, quindi, che l’eventuale dissenso sul contenuto di una delibera giudizialmente impugnata avrebbe dovuto condurre, al più, a un’astensione, idonea a manifestare tale dissenso senza, tuttavia, impedire la difesa in giudizio CSM.

All’esito del dibattito la proposta di costituzione raccolse 12 voti, a fronte di altrettanti voti contrari e 4 astenuti, e pertanto, non avendo raggiunto la maggioranza, non venne approvata dal Plenum. Il CSM, conseguentemente, non si costituì in giudizio.

Nonostante la mancata difesa in giudizio, peraltro, l’organo di autogoverno è risultato vincitore in primo grado, avendo il TAR Lazio, con la sentenza n. 16255/2023 (pubblicata il 2.11.2023) respinto il ricorso del magistrato in conferma.

A seguito del suo appello, il tema della difesa tecnica del CSM davanti al giudice amministrativo si è riproposto con riferimento al giudizio di secondo grado.

Questa volta la Quinta commissione ha espresso non una proposta unanime di costituzione, ma due proposte contrapposte, una in favore della costituzione, sostenuta da Antonello e dal consigliere Mirenda, e una contraria, votata dai consiglieri E. Carbone e Mazzola (i consiglieri D’Auria e Bianchini si sono astenuti).

Il Plenum del 22 novembre, molto partecipato, ha sostanzialmente ripercorso – nel dibattito e negli schieramenti di voto – le orme di quello di febbraio.

La nostra impostazione è stata condivisa dal consigliere prof. Romboli, il quale ha sostenuto che la mancata costituzione del CSM nel giudizio di impugnazione di una propria delibera può giustificarsi solo qualora la stessa risulta palesemente indifendibile e ha sottolineato come tale situazione non ricorra, evidentemente, nel caso in esame, posto che la delibera impugnata dal magistrato in conferma è stata ritenuta legittima dal TAR.

Il cons. Cilenti, nel motivare il proprio voto contrario alla costituzione in giudizio, ha sottolineato come il Consiglio di Stato, in accoglimento dell’istanza del magistrato, abbia disposto la sospensiva della sentenza del TAR.

La consigliera Miele – dopo aver dichiarato di votare a favore della costituzione in giudizio, affinché il CSM possa difendere la propria delibera di non conferma davanti al Consiglio di Stato – ha tuttavia sottolineato che in linea di principio non ritiene che un consigliere che abbia votato contro una delibera non possa esprimere un voto contrario alla costituzione del CSM nel giudizio di impugnazione di tale delibera.

All’esito del dibattito - in cui hanno preso la parola, oltre ai relatori delle due proposte contrapposte (Antonello e la consigliera Mazzola) e ai consiglieri già nominati, anche Marcello e i consiglieri Forziati, Mirenda, D’Auria, Giuffrè e Bisogni – la proposta di non costituzione in giudizio è stata approvata con 14 voti (cons. Aimi, Bertolini, Bianchini. E. Carbone, Cilenti, D’Ovidio, Eccher, Forziati, Giuffré, Marchianò, Mazzola, Natoli, Nicotra, Paolini), a fronte di 10 voti per la costituzione (cons. Abenavoli, Basilico, M. Carbone, Cosentino, Chiarelli, Miele, Mirenda, Morello, Papa e Romboli) e tre astenuti (cons. Bisogni, D’Auria e Laganà); erano assenti i componenti di diritto nonché i cons. Fontana e Scaletta.

Al di là del merito della vicenda (il Consiglio di Stato dovrebbe pronunciarsi a breve) resta aperta la questione di principio sulle decisioni relative alla difesa in giudizio degli atti consiliari.

Restiamo convinti che – salvo casi di eclatante illegittimità (nei quali sarebbe allora doveroso valutare l’esistenza dei presupposti per un annullamento in autotutela) – il CSM debba difendere i propri atti davanti al giudice amministrativo, pur quando si tratti di atti riferibili a precedenti consiliature.

Ci sembra che questo orientamento risponda a esigenze di coerenza istituzionale e di continuità dell’azione amministrativa e, oltre tutto, valorizzi gli insegnamenti della giurisprudenza, perché la costituzione in giudizio dell’organo di autogoverno, consentendo al giudice amministrativo pronunciarsi nella pienezza del contraddittorio processuale, favorisce l’adozione di decisioni maggiormente persuasive e, quindi, capaci orientare la futura azione consiliare.

Francesca Abenavoli, Marcello Basilico, Maurizio Carbone, Geno Chiarelli, Antonello Cosentino, Tullio Morello

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