Diario dal Consiglio del 28 ottobre 2023
Eurojust, una nuova attenzione che fa riflettere
Il Plenum del 18 ottobre ha approvato un secondo parere sulla bozza ministeriale di decreto con cui adeguare al regolamento UE 2018/1727, l’attuale disciplina dell’Agenzia dell’Unione europea per la cooperazione giudiziaria penale (Eurojust).
Rispetto al primo schema di decreto il CSM, dopo avere espresso soddisfazione per la natura giurisdizionale attribuita alle funzioni dei componenti del desk italiano, aveva segnalato alcune criticità (cfr. il Diario del 24.6.2023), che il Ministro aveva recepito pienamente. Il 12 luglio questi aveva infatti trasmesso un nuovo testo, aderente nella sostanza a tutte le osservazioni consiliari.
Il 13 settembre è pervenuto dal Ministro per il parere un’altra versione di decreto. Rispetto a questo il Consiglio ha rilevato ancora tre profili problematici.
La prima attiene alla procedura di nomina del membro nazionale presso Eurojust, dell’aggiunto e dell’assistente dello stesso (artt. 3, 6 e 7 dello schema di decreto legislativo), giacché, attribuendosi al Ministro la facoltà di formulare osservazioni o valutazioni comparative sulla proposta motivata di nomina del Consiglio, si determina un potenziale intervento dell’Autorità governativa nella procedura di selezione di magistrati destinati a esercitare funzioni giurisdizionali, col correlato rischio di una possibile divergenza istituzionale e i precipitati connessi in termini di possibile contenzioso.
Si è, in secondo luogo, auspicata una modifica che stabilisca se si applichino meno l’art. 13, d.lgs. n. 160/06, nella fase di nomina e a seguito della cessazione dalle funzioni, e l’art. 194 O.G. per i tramutamenti in costanza di incarico presso Eurojust, in modo da chiarire il contenuto dell’art. 5, comma 3, dello schema di decreto legislativo.
Il parere ha infine suggerito l’opportunità che il testo definitivo del decreto definisca meglio i rapporti tra le diverse disposizioni dell’art. 13, dedicato alla disciplina transitoria, giacché la relazione illustrativa li vorrebbe tra loro collegati, mentre il dato testuale suggerirebbe una lettura diversa: il primo comma diretto a disciplinare le procedure di nomina in corso e il secondo il regime dei componenti già nominati.
Il dibattito del Plenum si è comunque focalizzato sul primo aspetto. Essendo relativa a funzioni dichiaratamente giurisdizionali, la nomina dei componenti il desk (membro nazionale, aggiunto e assistente) non può che competere al CSM. Accogliendo le prime osservazioni espresse in tal senso dal Consiglio, il Ministro aveva quindi rimosso dal testo comunicato il 12 luglio la previsione che gli ascriveva il potere d’indicare un nome alternativo.
Due mesi dopo però ha ancora riveduto lo schema del decreto, riservandosi la facoltà non solo di formulare osservazioni sulla proposta del Consiglio, ma anche di effettuare una valutazione comparativa diversa tra i candidati. I rischi evidenziati col primo parere non hanno dunque dissuaso il Ministro dall’intendimento di influire sull’esito di un procedimento che, per quanto rilevante sul piano delle relazioni internazionali, attiene pur sempre a una funzione di natura giurisdizionale.
Francesca Abenavoli, Marcello Basilico, Maurizio Carbone, Geno Chiarelli, Antonello Cosentino, Tullio Morello