Diario dal Consiglio del 25 novembre 2023
Formazione dei magistrati, il CSM propone le Linee programmatiche
Flessibilità degli strumenti didattici, con una preferenza per le sessioni in presenza ogni volta in cui occorre un confronto tra i magistrati discenti, nonché garanzia della condivisione dei risultati conseguiti all’esito di laboratori o gruppi di lavoro; chiarezza massima sui criteri di ammissione ai corsi; attenzione alla deontologia e alla (auto) organizzazione del lavoro dei singoli magistrati; riflessione sull’impatto della tecnologia sul processo; invito a un maggiore coordinamento dell’attività della formazione decentrata e ad avvalersene per integrare opportunamente la didattica centralizzata soprattutto per alcuni corsi e alcuni settori di materia.
Sono, questi, alcuni degli indirizzi generali espressi all’unanimità dalla Sesta commissione nel ricco articolato delle linee programmatiche per la programmazione dell’attività didattica per il 2024 della Scuola superiore della magistratura. L’adunanza plenaria del Consiglio le ha approvate il 22 novembre.
Nelle trenta pagine della delibera v’è una ricognizione dell’attività svolta dalla SSM nel corso del 2023. Per l’anno venturo il Consiglio fornisce anche molte indicazioni di dettaglio su tematiche generali e specifiche da inserire auspicabilmente nella formazione.
Rimandando al testo qui accessibile per i dettagli delle linee programmatiche, vogliamo rimarcare alcune idee guida che abbiamo inteso inserirvi.
L’offerta formativa della Scuola è funzionale ad affiancare il magistrato nel lavoro quotidiano, ma deve preoccuparsi di fornire a ciascuno anche gli strumenti giuridico-culturali per cimentarsi con la realtà giudiziaria sempre più mobile e complessa. Sono strumenti di natura intellettuale, ma anche pratica, poiché l’attitudine alla condivisione dei metodi di lavoro e dei percorsi decisionali – se correttamente veicolati – si costruiscono attraverso una didattica fatta di momenti di confronto, di trasferimento di saperi non calati dall’alto.
La credibilità della funzione giudiziaria passa attraverso il riconoscimento pubblico della modernità del bagaglio professionale dei magistrati. Ciò si ottiene ripartendo dal dialogo tra magistrati di diversi gradi di giudizio e tra magistrati e altri soggetti (istituzionali e non), dalla consapevolezza del contesto costituzionale ed eurounitario in cui si assumono le decisioni giudiziarie, dalla riflessione sui fondamenti della nostra professione (per esempio il ragionamento logico giuridico e la tecnica delle diverse motivazioni; la funzione della pena; la tecnica dell’indagine penale; la nuova fisionomia dei processi; il carattere interdisciplinare di temi di attualità come la violenza di genere, il codice della crisi d’impresa, la disciplina dell’immigrazione).
Il Consiglio superiore può garantire un apporto specialistico su tematiche di fondo, quali quelle dell’etica e dell’ordinamento giudiziario. Ma soprattutto deve custodire, attraverso il dialogo costante con la Scuola, una formazione improntata ai principi ineludibili dell’autonomia e dell’indipendenza della magistratura.
Francesca Abenavoli, Marcello Basilico, Maurizio Carbone, Geno Chiarelli, Antonello Cosentino, Tullio Morello