Diario dal Consiglio del 25 maggio 2023
Incarichi direttivi e semidirettivi: alla ricerca di una linea unitaria
Nell’ultimo Diario, con riferimento alla nomina del procuratore della Repubblica presso il tribunale di Santa Maria Capua Vetere, abbiamo dato conto del dibattito che anima il CSM sulla rilevanza da dare al pregresso esercizio di funzioni direttive ai fini del conferimento della dirigenza di un ufficio.
Noi di AreaDG riteniamo che la scelta del dirigente di un ufficio debba essere orientata dall’apprezzamento in concreto dei curricula dei candidati (cosa ha fatto e come lo ha fatto), senza automatismi che privilegiano ineluttabilmente chi già abbia una funzione direttiva, magari in realtà di modeste dimensioni o in settori specialistici.
Su questa linea – quando si è discusso, nel Plenum del 10 maggio scorso, della nomina dell’avvocato generale della corte d’appello di Bologna – abbiamo sostenuto il dott. Giuseppe Di Giorgio, attualmente procuratore aggiunto presso il tribunale di Modena, con un profilo di rara completezza, sia dal punto di vista delle funzioni esercitate (avendo svolto anche funzioni giudicanti quale magistrato di sorveglianza, approfondendo la materia dell’esecuzione penale e del diritto penitenziario) sia dal punto di vista della pluralità di uffici presso cui ha poi esercitato le funzioni requirenti (Forlì, Bologna e Modena, con applicazioni alla procura generale presso la corte d’appello di Bologna. La maggioranza del Plenum (16 voti contro 11) ha invece preferito il dott. Ciro Cascone, attualmente procuratore della Repubblica presso il tribunale per i minorenni di Milano.
Premesso che si trattava di profili entrambi eccellenti, non abbiamo compreso la scelta dei consiglieri (tra cui gli eletti di M.I. e Roberto Fontana) che hanno preferito, per il ruolo di avvocato generale, un collega che, pur dirigendo un grande ufficio, si occupa da molti anni di giustizia minorile.
Coerentemente con la nostra impostazione, quando si è trattato, nel Plenum del 17 maggio, della nomina del Presidente del tribunale di Torino, abbiamo sostenuto il dott. Modestino Villani, presidente di sezione presso lo stesso tribunale, del quale è presidente vicario e, attualmente, presidente f.f., preferendolo al dott. Paolo Giovanni Demarchi Albengo, attualmente presidente del tribunale di Cuneo.
La proposta per il dott. Villani ha prevalso per un solo voto (14 a 13) su quella per il dott. Demarchi Albengo. Per il primo hanno votato Abenavoli, Basilico, Bisogni, E. Carbone, M. Carbone, G. Chiarelli, Cosentino, D’Auria, Fontana, Forziati, Miele, Morello, Paolini e Romboli. Per il secondo Aimi, Bertolini, Bianchini, Cassano, Cilenti, Eccher, Giuffré, Marchianò, Mazzola, Mirenda, Papa, Salvato e Scaletta. Astenuti Natoli e Nicotra. Assenti D’Ovidio e Laganà.
Abbiamo ritenuto che il mero dato della presidenza di un tribunale di modeste dimensioni non potesse far premio su un più prolungato esercizio, sempre brillante, di funzioni semidirettive in uffici diversi, Oristano e Torino, il secondo dei quali di grandi dimensioni. Tra l’altro il dott. Villani vantava a sua volta anche un periodo non breve di funzioni direttive di fatto presso l’ufficio giudiziario sardo.
Il dibattito ha investito anche la questione, di carattere generale, del rapporto tra i pregressi disciplinari e le valutazioni che il Consiglio è chiamato a compiere, nell’esercizio della propria discrezionalità amministrativa, ai fini del conferimento di uffici direttivi. Il testo unico sulla dirigenza giudiziaria dispone che “le decisioni adottate dalla sezione disciplinare nei confronti degli aspiranti sono comunque oggetto di valutazione” (art. 37, co. 1).
Sulla scorta di tale disposizione riteniamo che il CSM possa e debba valutare i fatti che abbiano formato oggetto di procedimento disciplinare, pur se conclusosi con l’assoluzione; anche se privi di rilevanza disciplinare, infatti, i fatti sono suscettibili di apprezzamento nell’ambito di una valutazione comparativa volta a selezionare il profilo più adatto alla copertura di un ufficio direttivo.
Francesca Abenavoli, Marcello Basilico, Maurizio Carbone, Geno Chiarelli, Antonello Cosentino, Tullio Morello