Diario dal Consiglio del 26 ottobre 2024
Le linee guida per i mot con un tirocinio breve
Nella seduta del 16 ottobre il Plenum del CSM ha approvato a maggioranza, con quattro astensioni (Bertolini, Bianchini, Eccher, Morello), le direttive alla Scuola Superiore della magistratura per la formazione dei MOT, vincitori del concorso indetto con d. m. 1° dicembre 2021.
Tullio Morello si è astenuto per rimarcare la propria distanza dalla ripartizione, prevista dalla legge, tra tempo di formazione presso la SSM e quello presso gli uffici (un terzo e due terzi), propugnando la necessità di dare maggiore spazio alla formazione “sul campo”, a scapito dei corsi di taglio più teorico.
Anche per questo concorso (come per quello indetto con d. m. 29.10.19), l’art. 1, co. 381, della legge 29 dicembre 2022, n. 197, prevede, per consentire una più celere copertura delle vacanze negli uffici di primo grado, che il tirocinio, invece di avere l’ordinaria durata di diciotto mesi, duri soltanto dodici mesi: quattro presso la SSM e otto negli uffici giudiziari.
L’inizio del tirocinio avverrà il 18 novembre. La fase del generico si svolgerà presso il tribunale (tre mesi), settori civile e penale, e la procura della Repubblica (un mese), oltre a sessioni presso la Scuola ed eventuali stage, per concludersi con la scelta della sede nell’ultima settimana di maggio 2025. Il periodo residuo di formazione, dal 3 giugno al 17 dicembre 2025, consisterà nel tirocinio mirato e si concentrerà su attività relativa alla funzione giudiziaria di destinazione, svolta presso un ufficio dello stesso tipo di quello prescelto (quattro mesi), oltre alle sessioni presso la Scuola e gli eventuali stage. Lungo l’intero percorso, i neo-magistrati saranno affiancati da magistrati affidatari, magistrati collaboratori e tutori didattici.
Le linee guida del Consiglio – adottate nell’esercizio delle funzioni di indirizzo nei confronti della Scuola attribuite al CSM dal decreto legislativo n. 26/2006 – non sono dirette a fornire alla Scuola indicazioni specifiche sui singoli corsi teorici, ma intendono tracciare alcune generali linee sistematiche, capaci di orientarne le scelte in funzione di un’innovativa concezione delle sessioni formative.
Il Consiglio indica innanzitutto l’obiettivo della formazione, che è duplice.
Per un verso, il tirocinio deve fornire un’adeguata panoramica delle problematiche giuridiche, anche interdisciplinari, concernenti le materie di competenza.
Per altro verso, il magistrato deve acquisire gli strumenti per convertire le nozioni teoriche in uno strumentario indispensabile per l’esercizio delle funzioni e deve avere un quadro preciso dello statuto del magistrato e del suo ruolo nella società. Lo scopo del tirocinio è essenzialmente quello di favorire la trasmissione del metodo relativo all’approfondimento dei casi e dei problemi, all’organizzazione complessiva del lavoro, alla cultura delle regole e delle garanzie e, più in generale, alla cultura della giurisdizione. A partire da questa duplice finalità, il Consiglio fornisce alla Scuola indicazioni di metodo e contenuto.
Nel segno di una formazione teorico-pratica e non meramente nozionistica, il metodo di studio dovrebbe privilegiare la simulazione dell’attività giudiziaria, l’esame e lo studio di fascicoli processuali.
Minore spazio dovrebbero trovare, invece, le lezioni “frontali” dedicate a istituti tradizionali delle materie giuridiche. Non può non tenersi in adeguato conto, infatti, che il magistrato di nuova nomina è reduce da un periodo di studi di durata quasi decennale, svolto non solo presso l’università, ma anche presso le scuole di preparazione alle professioni giuridiche, pubbliche e private. Può dunque ragionevolmente presumersi che, superata la selezione operata in sede di concorso, egli sia fornito (o sia, comunque, metodologicamente in grado di fornirsi) di un bagaglio di conoscenze adeguato alle funzioni che sarà chiamato a svolgere.
Tenuto anche conto della riduzione della durata complessiva del tirocinio, il Consiglio ha, pertanto, individuato il cuore dell’offerta formativa in quelle materie che maggiormente soddisfano le specifiche esigenze connesse alla formazione giudiziaria, ossia la metodologia delle indagini e delle decisioni, l’ordinamento giudiziario, la deontologia del magistrato. Il programma è completato, in sede di tirocinio mirato, da specifiche sessioni teorico pratiche, fondate anche sulle esercitazioni, dirette ad approfondire le questioni e le materie oggetto della futura attività del magistrato, in relazione alle funzioni dallo stesso prescelte.
È fondamentale che i MOT acquisiscano una chiara percezione della funzione del magistrato nella società, in relazione ai valori che a tale funzione presiedono, anche in riferimento agli standard elaborati nell’ambito delle maggiori istituzioni europee. Proprio nella prospettiva di preparare i neo-magistrati a svolgere quel compito nevralgico di mediazione e sintesi tra ordinamenti che è tipico della funzione, il Consiglio ha segnalato, tra l’altro, l’importanza di dedicare adeguato spazio ai rapporti e alle interferenze tra diritto nazionale, diritto dell’Unione europea e diritto internazionale, con particolare riguardo alla tutela “multilivello” dei diritti fondamentali.
Francesca Abenavoli, Marcello Basilico, Maurizio Carbone, Geno Chiarelli, Antonello Cosentino, Tullio Morello