Diario dal Consiglio del 16 settembre 2023
Per gli incarichi direttivi non esiste un criterio “tiranno”
Nel Plenum del 6.9.23 è stato conferito alla dott.ssa Daniela Rinaldi l’ufficio di Presidente di sezione presso la corte d’appello di Roma, settore penale.
La Quinta commissione aveva proposto sia la dott.ssa Alessandra Ilari (votanti i consiglieri Mazzola, Bianchini, Carbone) sia la dott.ssa Daniela Rinaldi (votanti i consiglieri Cosentino e D’Auria).
La dott.ssa Ilari è presidente di sezione presso il tribunale di L’Aquila e, nel suo brillante curriculum, annovera anche il coordinamento dell’ufficio GIP/GUP del tribunale di Velletri. Ella, tuttavia, non ha mai svolto funzioni giudiziarie in uffici di secondo grado o di legittimità (indicatore attitudinale specifico rilevante per il posto a concorso ai sensi del art. 16, lett. b, T.U. dir. giud.).
La dott.ssa Rinaldi, per contro, oltre a una più prolungata sperimentazione nelle funzioni penali, peraltro accompagnata da non marginali esperienze civilistiche, vanta una approfondita conoscenza della funzione di appello, nella quale si è misurata, oltre che con quotidiane presidenze di collegio, con importanti ruoli di collaborazione organizzativa con il presidente della sua sezione e con il presidente della Corte.
A favore della dott.ssa Rinaldi sono stati espressi 14 voti (cons. Abenavoli, Basilico, Bisogni, M. Carbone, Chiarelli, Cosentino, D’Auria, Fontana, Forziati, Laganà, Miele, Mirenda, Romboli e Salvato); a favore della dott.ssa Ilari stati espressi 13 voti (cons. Aimi, Bertolini, Bianchini, Cilenti, D’Ovidio, Eccher, Giuffré, Marchianò, Mazzola, Natoli, Nicotra, Paolini, Scaletta). Astenuto il cons. E. Carbone; assenti Morello, Papa e il primo presidente.
Noi abbiamo dunque votato a favore della dottoressa Rinaldi.
Siamo infatti convinti che, come più volte abbiamo detto, la pregressa esperienza direttiva o semidirettiva, pur costituendo un rilevante indicatore attitudinale, non può essere considerato un criterio “tiranno”, destinato prevalere automaticamente su qualunque altro aspetto del percorso professionale degli aspiranti ad un incarico direttivo o semidirettivo.
Ci è quindi parso che la conoscenza sedimentata del giudizio di secondo grado, la prolungata sperimentazione nella presidenza dei collegi, lo svolgimento di importanti ruoli di collaborazione organizzativa con la dirigenza sezionale e la dirigenza dell’intera Corte d’appello di Roma dovessero prevalere sul pregresso semidirettivo vantato della dott.ssa Ilari.
Francesca Abenavoli, Marcello Basilico, Maurizio Carbone, Geno Chiarelli, Antonello Cosentino, Tullio Morello