LUGLIO
22

Diario dal Consiglio del 22 luglio

Se le parole con l’amico indagato meritano più severità delle trame correntizie

Il tema della conferma del dott. Emilio Sirianni nelle funzioni di presidente della sezione lavoro della corte di appello di Catanzaro è stato al centro di un approfondito dibattito nel Consiglio ed anche all’interno del gruppo consiliare di AreaDG.

Come è noto, nell’ambito di un procedimento penale aperto dalla procura di Locri a carico del Sindaco di Riace, Mimmo Lucano, sono state intercettate le conversazioni telefoniche intercorse tra quest’ultimo ed il dott. Sirianni nel secondo semestre 2017. In tali conversazioni il dott. Sirianni:

  • aveva consigliato il Lucano, collaborando anche alla stesura di alcuni atti di interlocuzione procedimentale, riguardo alla gestione delle inchieste amministrative svolte dalla Prefettura di Locri sulla gestione dell'accoglienza dei migranti da parte del Comune di Riace;
  • si era attivato per promuovere nell’opinione pubblica la figura del Lucano (e l’attività amministrativa di accoglienza dei migranti svolta come sindaco di Riace) sia mediante la stesura e la divulgazione di comunicati di solidarietà destinati alla diffusione nelle mailing list di magistrati, sia mediante la ricerca di contatti con la stampa;
  • aveva formulato commenti sprezzanti nei confronti del procuratore della Repubblica di Catanzaro, dottor Nicola Gratteri;
  • aveva consigliato il Lucano sulle modalità da seguire per difendersi in sede penale.

Tali condotte sono state giudicate irrilevanti in tutti i procedimenti aperti nei confronti del dott. Sirianni sulla base delle suddette intercettazioni: il procedimento penale per favoreggiamento personale è stato archiviato; il procedimento disciplinare per avere posto in essere un’attività idonea a recare concreto pregiudizio all’assolvimento dei doveri generali di riserbo, equilibrio e correttezza si è concluso con una assoluzione, confermata dalla Cassazione; il procedimento di trasferimento di ufficio ex art. 2 della legge sulle guarentigie è stato archiviato.

Dette condotte, tuttavia, dovevano essere autonomamente valutate ai fini della conferma nelle funzioni semidirettive, ai sensi dell’art. 72 T.U., alla cui stregua “la verifica deve altresì riguardare la competenza tecnica, l’autorevolezza culturale e l’indipendenza da impropri condizionamenti, espresse nell’esercizio delle funzioni direttive o semidirettive”. L’autonomia dei diversi procedimenti consiliari in cui la medesima condotta di un magistrato può assumere rilievo impedisce, infatti, di trasporre automaticamente da uno ad altro procedimento le valutazioni aventi ad oggetto tale condotta.

In Quinta commissione solo Antonello aveva ritenuto, per le ragioni analiticamente esposte nella proposta di minoranza e ribadite nel suo intervento in Plenum, che le conversazioni intercorse tra il dott. Sirianni e Mimmo Lucano non incidessero sul prerequisito della indipendenza da impropri condizionamenti. Tutti gli altri componenti della commissione avevano invece proposto la non conferma. Il testo delle proposte di delibera di maggioranza (rel. Mazzola) e di minoranza (rel. Cosentino) è reperibile a questo link , a cui aggiungiamo i link degli interventi in Plenum copiati in calce.

Il Consiglio ha approvata la proposta di non conferma, con 14 voti (i consiglieri togati Mazzola, Marchianò, Cilenti, Nicotra, Paolini, D’Ovidio D’Auria e Mirenda e i consiglieri laici Bertolini, Giuffrè, E. Carbone, Natoli, Aimi e Bianchini); la proposta di conferma ha ottenuto 7 voti (Cosentino, Morello, Miele, Fontana, Forziati, Bisogni e Laganà); Francesca, Geno, Marcello e Maurizio si sono astenuti, insieme ai consiglieri laici Papa e Romboli.

Le affermazioni di principio contenute nel testo della proposta di delibera redatta da Antonello sono pienamente condivise da tutti noi. E tutti noi abbiamo ritenuto che la proposta di delibera di maggioranza non potesse essere votata perché, nella apoditticità della sua motivazione, sembra avallare l’idea (espressamente rilanciata nell’intervento del cons. D’Auria) che il magistrato non possa rendersi partecipe della vita civile e politica della società in cui vive e opera.

Tuttavia, mentre Tullio ha condiviso pienamente l’approccio di Antonello, illustrando in Plenum le ragioni della sua posizione, gli altri componenti del gruppo hanno ritenuto che fosse necessario fare emergere la loro riprovazione rispetto a certe specifiche condotte del dott. Sirianni.

Nessuno di noi mette in discussione la libertà di ciascun magistrato di parlare liberamente, con i contenuti e con lo stile che preferisce, nell'ambito di un colloquio privato con un amico.

Geno, Francesca, Marcello e Maurizio hanno però ritenuto di dover fare trasparire, nel dibattito e nel voto consiliare, la loro censura rispetto a quei comportamenti con i quali il dott. Sirianni solidarizza direttamente con Lucano pur dopo aver saputo che il medesimo era effettivamente indagato, peraltro esprimendo valutazioni gratuitamente denigratorie nei confronti di magistrati e forze dell’ordine; collabora alla definizione della linea difensiva dello stesso indagato (arrivando a suggerire l’esecuzione di indagini difensive per verificare eventuali parentele compromettenti dei denuncianti); suggerisce la richiesta di interventi nei confronti di esponenti locali del Partito Democratico – per di più evocando la possibilità di durissime reazioni pubbliche nel caso di rifiuto di collaborazione – per condizionare politicamente il Ministro dell’interno (l’on. Minniti, anch'egli del Partito Democratico), al fine di indurre quest’ultimo a limitare l’iniziativa ispettiva della Prefettura, secondo il dott. Sirianni finalizzata a porre termine all’esperimento di accoglienza del Comune di Riace.

Alla questione di merito si sono poi saldate considerazioni di carattere più politico; Antonello e Tullio hanno ritenuto opportuno privilegiare la necessità di tenere il punto sulla libertà dei magistrati sia di parlare nelle comunicazioni private senza dover rispettare i doveri di continenza imposti dal loro ufficio nelle comunicazioni pubbliche, sia di partecipare pienamente e attivamente alla vita sociale e politica del Paese. Geno, Francesca, Marcello e Maurizio, d’altro canto, hanno avvertito la preoccupazione che la delibera di minoranza redatta da Antonello si prestasse a essere strumentalizzata dai fautori di una linea di pensiero molto diffusa all’interno del Consiglio (specialmente con riferimento ai postumi del “caso Palamara”), che tende a relegare nell’irrilevanza qualunque conversazione privata tra magistrati, indipendentemente dal suo specifico contenuto.

All’esito di una riflessione meditata e serena ci è sembrato giusto rispettare le differenti sensibilità di ciascuno di noi, esprimendoci liberamente nel Plenum su una vicenda che – al di là dei principi espressi nella proposta di minoranza e da noi tutti condivisi (e implicitamente messi in discussione dalla proposta di maggioranza, che per questo nessuno di noi ha votato) – si prestava obbiettivamente a differenze valutative sulla rilevanza di singoli specifici comportamenti, come fatto palese dalla divisione che ha attraversato anche i consiglieri di Unicost (che hanno votato uno per la non conferma e tre per la conferma) e dall’astensione dei consiglieri laici di estrazione accademica Romboli e Papa.

Per questo, a fronte dei voti a favore della proposta di Antonello espressi da Tullio e, ovviamente, da lui stesso, Geno, Francesca, Marcello e Maurizio hanno preferito astenersi per mandare un segnale che – senza incidere sul risultato della votazione (la proposta di non conferma ha ricevuto 14 voti contro i 7 della proposta di conferma e sarebbe stata quindi approvata dal Plenum anche se tutti i sei consiglieri di AreaDG avessero votata la proposta di Antonello) – servisse a marcare una presa di distanza dai comportamenti del dott. Sirianni cui sopra si è fatto cenno.

Resta l’amarezza per la constatazione che, come raccontiamo in altro capitolo di questo stesso Diario, molti dei componenti del CSM che hanno espresso un voto a favore della proposta di non conferma del dott. Sirianni appena una settimana dopo hanno ritenuto non rilevanti, ai fini del giudizio di conferma nelle funzioni direttive di un presidente di tribunale, comportamenti che, a differenza da quelli del dott. Sirianni, incidevano immediatamente e direttamente, distorcendoli, sui meccanismi di autogoverno della magistratura.

 

Francesca Abenavoli, Marcello Basilico, Maurizio Carbone, Geno Chiarelli, Antonello Cosentino, Tullio Morello

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