Diario dal Consiglio del 6 dicembre 2025
Attacchi ai magistrati e al Consiglio, a chi giova il gioco al massacro?
Il 19 novembre 2025 il CSM ha archiviato la pratica per trasferimento d’ufficio, per incompatibilità ambientale, aperta nei confronti del procuratore della Repubblica di Roma, Francesco Lo Voi. La delibera è stata motivata con la formula sintetica – consueta per il Consiglio, ogni volta in cui un magistrato si trovi in analoga posizione – che deriva dalla verificata insussistenza dei presupposti per applicare l’art. 2 della legge sulle guarentigie e dall’accertata informazione sui fatti pervenuta al procuratore generale presso la Cassazione e al Ministro della giustizia, unici titolari dell’azione disciplinare.
I consiglieri laici eletti in quota destra (Aimi, Bertolini, Bianchini, Eccher e Giuffrè) avevano ravvisato nella pubblicazione sul quotidiano “Domani” di atti provenienti dal Dipartimento delle informazioni per la sicurezza (DIS) una violazione di obblighi di segretezza e la compromissione dei rapporti istituzionali tra la Procura di Roma e le Agenzie di intelligence.
Così come in altri casi recenti, i proponenti, pur a fronte di un esito inevitabilmente scontato della procedura a termini di legge, hanno colto l’occasione per imputare al CSM un esame superficiale della pratica, pur ammettendo, in ultima analisi, il difetto degli estremi per anche solo ipotizzare un’incompatibilità ambientale o funzionale.
In particolare, le consigliere Bertolini e Eccher hanno ipotizzato una fuga di notizie – non la prima, a loro dire – dalla procura romana, che avrebbe così favorito un “grave incidente istituzionale”, una “frizione tra poteri dello Stato”, causati dal “pieno accesso” da parte dei giornalisti agli atti dell’ufficio e dalla conseguente pubblicazione illecita, giacché relativa a documenti classificabili come segreti ai sensi dell’art. 42, co. 8, legge n. 124/2007.
Gli interventi dei consiglieri togati e del consigliere Romboli hanno provveduto a ricondurre il dibattito entro i confini delle regole. Tullio e Marcello, in particolare, hanno evidenziato, da un lato, come l’accesso agli atti fosse avvenuto dopo il deposito ex art. 415-bis c.p.p. e in assenza di alcuna classificazione di segretezza e, dall’altro, che tutto l’impianto argomentativo delle consigliere proponenti fosse infarcito di perifrasi condizionali e ipotetiche – null’altro che congetture quindi – a cominciare dalla responsabilità di qualsivoglia magistrato, posto che la stessa procura della Repubblica di Perugia aveva aperto un fascicolo contro ignoti.
Nel voto finale, senza che fossero intervenuti elementi nuovi, la posizione della consigliera Bertolini, che in commissione si era astenuta, si è trasformata in contrarietà, così come quella dei suoi colleghi proponenti. Ad astenersi è stata invece la consigliera Nicotra, mentre tutti gli altri votanti hanno approvato l’archiviazione.
Per l’ennesima volta, dunque, si è assistito alla strumentalizzazione di una procedura per incompatibilità ambientale dovuta allo scoperto intento di screditare un singolo magistrato, mediante una rappresentazione artefatta di una vicenda che mina anche la credibilità dell’operato del Consiglio. Invano abbiamo auspicato nel tempo che soprattutto chi ha ricevuto mandato per esercitarvi le funzioni di consigliere si preoccupasse di tutelare l’immagine del CSM, assicurando appieno anche le garanzie di giudici e pubblici ministeri. Vi è al contrario da temere che nella stagione referendaria simili operazioni siano incrementate, poiché c’è chi, evidentemente, ritiene utile che la fiducia nell’Istituzione venga minata.
Qui il link per ascoltare l’intervento di Tullio Morello
Qui il link per ascoltare l’intervento di Marcello Basilico
Francesca Abenavoli, Marcello Basilico, Maurizio Carbone, Geno Chiarelli, Antonello Cosentino, Tullio Morello



