MARZO
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Diario dal Consiglio del 2 marzo 2024

In Plenum si dibatte, non si va solo a votare

Il Consiglio, nel Plenum del 21 febbraio, ha conferito al dott. Angelantonio Racanelli, procuratore aggiunto presso la procura della Repubblica di Roma, l’ufficio di Procuratore della Repubblica di Padova.  

La Quinta commissione aveva formulato due proposte contrapposte, una per la dott.ssa Paola Mossa, procuratrice aggiunta presso la procura della Repubblica di Venezia (votata da Antonello) e una per il dott. Racanelli, votata da tutti gli altri componenti della Commissione.

La proposta di Antonello era fondata sul rilievo che, con riferimento ai due indicatori specifici indicati dall’articolo 17 del testo unico sulla dirigenza giudiziaria (le “esperienze maturate nel lavoro giudiziario tenuto conto della specificità del settore in cui si colloca il posto da conferire” e le “pregresse esperienze direttive e semidirettive in uffici omologhi per funzioni”), il primo vedeva la netta prevalenza della dott.ssa Mossa, titolare di una esperienza settoriale di circa sei anni più lunga di quella del dott. Racanelli,  mentre il secondo vedeva l’equivalenza dei due colleghi, entrambi procuratori aggiunti in procure distrettuali di grandi dimensioni.

La larga maggioranza del Plenum ha votato la proposta per il dott. Racanelli, dove si valorizzano le attività da lui svolte presso la procura della Repubblica di Roma, nonché la pregressa esperienza di componente del CSM.

Nel dibattito assembleare noi abbiamo sottolineato anche che la dott.ssa Mossa, a differenza del suo competitore, possedeva già una radicata conoscenza della realtà criminale veneta.

Francesca ha altresì ricordato che il dott. Racanelli era stato coinvolto in chat con il dott. Palamara da cui emergevano comportamenti per i quali era stata aperta una pratica di trasferimento per incompatibilità ambientale, poi archiviata con delibera di Plenum approvata a maggioranza nella scorsa consiliatura, e in ragione dei quali la sua conferma nelle funzioni semidirettive di procuratore aggiunto aveva formato oggetto, in questa consiliatura, di una proposta di non conferma avanzata da Antonello e rimasta  minoritaria nel Plenum del 20 settembre 2023 (rimandiamo, in proposito, al nostro Diario del 26 settembre 2023).

I rilievi di Francesca sono stati seguiti da numerosi interventi, tra cui quello del Procuratore Generale della Cassazione, che hanno sostenuto che – a seguito dell’adozione, da parte del CSM, della delibera con cui la pratica di trasferimento del dott. Racanelli per incompatibilità ambientale era stata archiviata e della delibera con cui il medesimo era stato confermato nelle funzioni semidirettive – gli argomenti posti a fondamento della contrarietà a tali delibere, rievocati nell’intervento di Francesca,  non avrebbero più potuto trovare ingresso nel dibattito consiliare.

Il punto ci sembra che meriti un piccolo approfondimento.

Il Plenum – su questo, pensiamo, non si può che essere tutti d’accordo – è il luogo dove le proposte delle commissioni devono essere non solo votate ma, prima che votate, discusse. Anche perché la discussione serve proprio per formare, o modificare, le opinioni dei consiglieri (almeno di quelli che non intendano votare secondo strette logiche di schieramento).

La motivazione delle proposte, pertanto, non può esaurire lo spettro degli argomenti che i singoli consiglieri possono spendere per giustificare la loro adesione ad una o ad altra proposta; diversamente, sarebbe inutile discutere, basterebbe venire in Plenum e votare, avendo letto le proposte già anticipatamente pubblicate nell’ordine del giorno.   

Ciò posto, se una delibera consiliare (e, parimenti, una proposta, che è atto che aspira ad essere approvato dalla maggioranza dell’Assemblea e, dunque, a trasformarsi in delibera) non può, di regola, fondarsi su argomenti già smentiti in altri atti del CSM (diversamente rischiando di incorrere nel vizio di eccesso di potere per contraddittorietà con i precedenti dello stesso Organo), le ragioni che possono indurre un consigliere ad appoggiare una determinata proposta ben possono essere ulteriori rispetto a quelle enunciate nella motivazione della stessa; e ci pare che non ci sia proprio nulla di censurabile nell’affermare in Plenum, lealmente e limpidamente,  che si ritiene di non poter votare per l’affidamento di un ufficio direttivo a un magistrato  per il quale in precedenza si è espressa una posizione (ancorché  rimasta  minoritaria)  contraria alla conferma nelle funzioni semidirettive.

Sarebbe anzi, francamente, ben strano il contrario.

Francesca Abenavoli, Marcello Basilico, Maurizio Carbone, Geno Chiarelli, Antonello Cosentino, Tullio Morello

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