Partecipare alla giurisdizione dirigendo un piccolo ufficio

Il Plenum del 25 settembre ha trattato la variazione al progetto organizzativo della procura della Repubblica di Rovereto. Con questo provvedimento il procuratore di un ufficio che conta due soli sostituti ha ridefinito alcuni aspetti organizzativi all’indomani del proprio insediamento; i due colleghi hanno fatto oggetto di osservazioni le modifiche attinenti alla distribuzione del carico di lavoro.

Con la delibera adottata si è per un verso ribadito che, come per ogni intervento ancora soggetto alla disciplina antecedente all’attuazione della riforma Cartabia, il Consiglio non poteva che limitarsi alla presa d’atto, salva ogni diversa determinazione sul nuovo assetto organizzativo nel caso in cui esso venisse confermato, in tutto in parte, nel prossimo progetto, relativo al quadriennio 2026/2029; per altro verso, si è chiarito, in termini generali, che negli uffici di piccole dimensioni la quota di lavoro giudiziario spettante al procuratore deve rapportarsi inevitabilmente all’organico dell’ufficio.

Si tratta di un’affermazione importante, che muove dalla premessa del carattere necessariamente significativo del contributo che il dirigente deve offrire all’attività giudiziaria del proprio ufficio. Nelle sedi dotate di pochissimi magistrati, in particolare, tale contributo non può ridursi a un apporto che non partecipi ad attività complesse e irrinunciabili; in caso contrario, esse finirebbero per ricadere sulle sparute risorse di giudici o sostituti che vi si troverebbero impegnati pressoché senza sosta.

Nell’attuazione della riforma il Consiglio dovrà dunque dedicarsi a declinare opportunamente tale principio nella single realtà, senza dimenticare le attribuzioni sempre crescenti che sono affidate ai dirigenti.

Nel frattempo, anche da questa angolatura si ha la conferma della difficoltà di gestire nel tempo, con efficacia, uffici di dimensioni tanto ridotte.

Francesca Abenavoli, Marcello Basilico, Maurizio Carbone, Geno Chiarelli, Antonello Cosentino, Tullio Morello