LUGLIO
30

Diario dal Consiglio del 30 luglio 2024

Per i posti di secondo grado un bando controverso

Rispettando la cadenza degli anni passati, il Consiglio superiore ha approvato il 24 luglio la delibera per la pubblicazione dei posti di secondo grado, distinti per corti d’appello, sezioni lavoro delle corti e procure generali. Chi aspirerà a trasferirvisi, dovrà presentare la domanda tra il 2 e le ore 17 del 30 settembre 2024, potendo in questo arco temporale modificarla. Entro il 2 ottobre avverrà la pubblicazione dei parametri sul sito internet ed entro le 17 del 10 ottobre i magistrati interessati potranno fare pervenire le loro osservazioni. Quest’ultima data costituisce anche il termine per eventuali revoche, dopo di che sarà possibile effettuarle solo per eccezionali ragioni di salute, di servizio o familiari.    

Rinviando al testo della delibera, presente sul sito consiliare, per gli ulteriori dettagli, vale la pena ricordare che sono state individuate alcune sedi a copertura cd. urgente; esse sono accessibili, in difetto di domande di aspiranti legittimati, anche ai non legittimati che abbiano maturato almeno tre anni di servizio nella sede di provenienza alla scadenza dei termini di presentazione della domanda del presente bando.

Sono a copertura urgente i posti pubblicati nelle corti di appello di Bari, Catanzaro, Napoli, Potenza, Reggio Calabria e Taranto.

Il bando è stato preceduto da un documento con cui i presidenti delle corti, il 17 giugno scorso, avevano lanciato un allarme comune sullo stato dei loro uffici – colpiti tutti da gravi scoperture nei rispettivi organici e impegnati nella rincorsa agli obiettivi del PNRR – chiedendo la pubblicazione dei posti entro luglio.

Le esigenze rappresentate dai dirigenti sono note. È noto anche al Consiglio il ruolo strategico, per il numero degli affari pendenti, delle corti d’appello di maggiori dimensioni nel conseguimento dei risultati di smaltimento dell’arretrato e di riduzione del disposition time.

Peraltro, la scopertura degli organici dei magistrati (su quella del personale amministrativo il Consiglio può assolvere solo a una funzione di stimolo al ministero) è una piaga che assilla tutti gli uffici giudiziari: mancano 1.686 magistrati su 10.654, con una percentuale di scopertura giuridica (quella effettiva è ben superiore) del 15,82%. A risentirne sono soprattutto le sedi più piccole, dove le minori risorse impediscono l’adozione di soluzioni organizzative alternative rispetto all’assetto ordinario.

Se dunque l’interpello per i tramutamenti negli uffici giudicanti e requirenti di secondo grado era urgente ed esigeva un’iniezione cospicua di risorse, la distribuzione nelle diverse sedi andava bilanciata con l’esigenza di non favorire un deflusso indiscriminato di magistrati dal primo grado, tenendo conto del fatto che prima di inizio 2026 non vi saranno innesti di magistrati di prima nomina. I posti da pubblicare andavano quindi selezionati in base a criteri chiari – caratteristiche e dimensioni; flussi; funzionalità al PNRR – rispondenti a una precisa e consapevole politica della mobilità territoriale.

Come è accaduto anche nel passato, invece, le scelte sono state influenzate dalle sollecitazioni dei singoli dirigenti che anche all’ultimo momento hanno suggerito alla maggioranza del Plenum di integrare la delibera originaria, già esorbitante dalla impostazione originaria, con ulteriori nuovi posti.

Risultato complessivo è stato che la pubblicazione ha riguardato 200 posti, a fronte di una media annuale di 150 nel triennio precedente; molte sedi si sono viste azzerare  quasi le vacanze malgrado carichi e sopravvenienze di affari ben al di sotto della media nazionale; si sono create sperequazioni inspiegabili in base a criteri oggettivi nello stato di copertura degli organici; grazie ai 39 posti pubblicati, le vacanze nelle procure generali – non interessate dagli obiettivi del PNRR – sono state tutte eliminate, salvo che in cinque uffici, comunque beneficiati da considerevoli innesti.

L’intervento in Plenum di Marcello ha espresso con chiarezza le ragioni di dissenso che già avevamo fatto valere durante i lavori di commissione, nei quali, soli, abbiamo cercato di arginare le conseguenze del superamento di limiti che riteniamo di ragionevolezza. L’abbiamo fatto pur nella consapevolezza dell’urgenza della delibera per molti dei posti banditi.

Occorrerà a questo punto fare un ricorso dosato alla sospensione dell’efficacia del trasferimento nei casi in cui questo comporti o aggravi la scopertura del 35% dell’organico dell’ufficio del magistrato interessato (art. 10-bis OG). Si tratta però di uno strumento non sempre utilizzabile e che, per il suo carattere di eccezionalità, non può essere impiegato come un correttivo generale di scelte ab origine non razionali.

Francesca Abenavoli, Marcello Basilico, Maurizio Carbone, Geno Chiarelli, Antonello Cosentino, Tullio Morello

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