Diario dal Consiglio del 9 dicembre 2023
Quanto vale l’esperienza per gli incarichi direttivi?
Le decisioni adottate dal CSM nel Plenum del 6.12.2023 in ordine a due nomine – quella del procuratore aggiunto presso il tribunale di Pavia e quella del presidente di sezione penale presso il tribunale di Roma – offrono l’occasione per una riflessione sul valore della concreta esperienza nell’attività giudiziaria al fine del conferimento delle funzioni direttive e semidirettive.
In entrambe le procedure di nomina la Quinta commissione aveva formulato due proposte contrapposte: per il posto di procuratore aggiunto di Pavia, il dott. Stefano Pio Maria Civardi, sostituto procuratore della Repubblica di Milano (votanti Antonello e il cons. D’Auria) e il dott. Vincenzo Oreste Valli, sostituto procuratore della Repubblica di Pavia (cons. Mazzola e Bianchini); per il posto di presidente di sezione penale presso il tribunale di Roma, la dott.ssa Alessandra Ilari (cons. Bianchini, Carbone E., D’Auria, Mazzola, Mirenda) e il dott. Carlo Sabatini (il solo Antonello).
Tanto nella prima quanto nella seconda procedura Antonello aveva ritenuto di dovere valorizzare la concreta esperienza giudiziaria: alla data della vacanza da coprire, il dott. Civardi aveva oltre 24 anni di funzioni requirenti, a fronte di 16 del dott. Valli; il dott. Sabatini aveva quasi 32 anni di funzioni penali (di cui tre requirenti), compresi periodi di funzioni promiscue, a fronte di 26 della dott.ssa Ilari. In entrambe le procedure, i consiglieri espressi da M.I. – seguiti, con l’abituale compattezza, dai laici espressi dalla attuale maggioranza parlamentare e dal cons. Ernesto Carbone – hanno sostenuto il candidato con minore esperienza di settore (conseguente alla minore anzianità di ruolo), di otto anni, nella procedura per procuratore aggiunto a Pavia, e di quasi sei anni, in quella per presidente di sezione di tribunale a Roma.
Le proposte a sostegno di questi colleghi di minore esperienza hanno fortemente valorizzato le esperienze di collaborazione con la dirigenza, gli incarichi di coordinamento, gli incarichi di servizio (Magrif, Commissione flussi) e le esperienze ordinamentali.
Siamo consapevoli che si tratta di incarichi significativi, che richiedono dedizione e che arricchiscono la formazione dei magistrati; ma siamo anche convinti che il valore dell’esperienza giudiziaria, quando validato da una differenza di durata importante, non possa ritenersi recessivo rispetto al rilievo di tali incarichi; peraltro in un sistema che (lo si dice senza alcun riferimento ai colleghi di cui stiamo discutendo, si tratta di una riflessione di carattere generale) non prevede controlli sostanziali sul modo in cui tali incarichi sono stato svolti.
In Plenum la nostra posizione è stata premiata per il posto di procuratore aggiunto di Pavia, dove il dott. Civardi (sostenuto da noi di AreaDG, dai colleghi di Unicost, dai consiglieri Romboli, Mirenda, Fontana e Miele e dal procuratore generale) ha prevalso per 15 voti contro 14 (assenti il cons. Papa e la prima presidente); siamo invece rimasti in minoranza per il posto di presidente di sezione presso il tribunale di Roma, dove Unicost, insieme con MI e i laici di centro destra ha sostenuto la collega Ilari, che ha quindi prevalso con diciassette voti contro nove.
Vale la pena di ricordare che in quest’ultimo caso il dott. Sabatini vantava maggiore esperienza anche nella funzione semidirettiva nonché – diversamente dalla sua contendente – numerosi incarichi di collaborazione svolti nello stesso ufficio, il tribunale di Roma, di destinazione.
Francesca Abenavoli, Marcello Basilico, Maurizio Carbone, Geno Chiarelli, Antonello Cosentino, Tullio Morello