Diario dal Consiglio del 26 settembre 2023
Se le chat con Palamara valgono ormai una conferma
Nel Plenum del 20 settembre il CSM ha confermato nell’esercizio delle funzioni semidirettive il procuratore aggiunto presso la Procura della Repubblica di Roma, dott. Angelantonio Racanelli.
La Quinta commissione aveva presentato due proposte contrapposte: quella per la conferma (conforme al parere del Consiglio Giudiziario) era stata votata dai consiglieri Bianchini, E. Carbone, D’Auria e Mazzola; quella per la non conferma dal solo Antonello; il cons. Mirenda si era astenuto.
In Plenum il cons. Mirenda si è invece unito a noi di AreaDG e ai consiglieri Fontana e Miele nel voto per la non conferma (per complessivi 8 voti, essendo Marcello assente), mentre i consiglieri Romboli e Papa e il vicepresidente Pinelli si sono astenuti e tutti gli altri consiglieri hanno votato per la conferma (assenti i membri di diritto).
Noi abbiamo ritenuto che le conversazioni intercorse tra il dott. Racanelli ed il dott. Palamara, acquisite dal fascicolo del procedimento penale a carico di quest’ultimo, dimostrassero la partecipazione del medesimo dott. Racanelli al disegno del dott. Palamara di orientare, dall’esterno del Consiglio, la procedura di nomina del procuratore della Repubblica di Roma; disegno, come a tutti noto, sviluppatosi attraverso una fitta rete di incontri tra alcuni componenti dello scorso Consiglio e il dott. Palamara e l’on. Ferri, nonché, nell’occasione della famosa cena dell’ Hotel Champagne, l’on. Luca Lotti.
La maggioranza del Consiglio ha ritenuto, in sostanza, che dalle suddette conversazioni non potesse evincersi alcun coinvolgimento del dott. Racanelli nei tentativi di condizionamento della volontà consiliare e che le stesse si risolvessero in meri scambi di vedute tra colleghi del medesimo ufficio, peraltro entrambi investiti di rilevanti incarichi associativi.
Giudichiamo riduttiva quella lettura, per le ragioni analiticamente esposte nella proposta di minoranza presentata da Antonello (leggibile in calce); e riteniamo che la diversa scelta della maggioranza del Consiglio manifesti, come in altri recenti casi di conferme problematiche (si vedano le notazioni del nostro Diario dedicate alle conferme dei presidenti dei tribunali di Brescia e di Firenze), la volontà di archiviare definitivamente la stagione del palamarismo.
Ora, intendiamoci bene. Anche noi riteniamo che il tema delle chat di Palamara non potrà continuare in eterno a polarizzare il dibattito dentro la magistratura; così come concordiamo con chi ha sostenuto che per superare la stagione del palamarismo si deve incidere, innanzi tutto, sulle regole che disciplinano i meccanismi dell’autogoverno.
Ma riteniamo anche che nessuna azione riformatrice possa avere il necessario respiro se non sia accompagnata da una chiara e leggibile stigmatizzazione dei modelli culturali e comportamentali plasticamente condensati nella triste farsa dell’Hotel Champagne; e che quei magistrati che con Palamara hanno condiviso la gestione del potere da lui esercitato – tradendo, in primo luogo, il loro stesso impegno associativo – non possano essere ritenuti conformi al modello di dirigente scritto nel nostro ordinamento e, prima ancora, nella mente e nei cuori della maggior parte dei magistrati italiani, quale che ne sia l’orientamento associativo.
La proposta di Cosentino
1. Premessa
Preliminarmente si dà atto che in data 11.4.20 il dott. Angelantonio Racanelli ha maturato il periodo quadriennale di permanenza nelle funzioni semidirettive di Procuratore aggiunto presso il Tribunale di Roma, conferite con delibera del 9.3.16 ed assunte in data 11.4.16.
In conseguenza dell’invito rivolto dal competente Consiglio Giudiziario, il magistrato ha presentato la relazione illustrativa dell’attività svolta con il documento programmatico e i prospetti statistici, così manifestando la volontà di continuare a svolgere per il secondo quadriennio le medesime funzioni in corso di esercizio.
Il Consiglio Giudiziario presso la Corte d’Appello di Roma, nella seduta dell’1.7.20, ha espresso un giudizio favorevole alla conferma secondo le considerazioni che debbono intendersi qui trascritte, non risultando, in quel momento, elementi ostativi; sulla base di tale giudizio del Consiglio Giudiziario può affermarsi che il dott. Racanelli ha esercitato le funzioni semidirettive con competenza, dimostrando il possesso di idonee doti organizzative.
Va tuttavia evidenziato che, a seguito della trasmissione, da parte della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Perugia, degli atti relativi al procedimento penale n. 6652/2018 (pendente nei riguardi del dott. Luca Palamara, già componente del Consiglio Superiore della Magistratura fino al settembre 2018), sono state acquisite agli atti le intercettazioni di alcune conversazioni intercorse tra il dott. Racanelli e il dott. Palamara - svoltesi tramite messaggistica WhatsApp, o telefonicamente o in presenza, captate tramite trojan introdotto nel telefono cellulare del dott. Palamara - di indubbia rilevanza ai fini del presente procedimento di conferma, principalmente sotto il profilo del parametro della “indipendenza da impropri condizionamenti”, espressamente richiamato dall’art. 72, comma 2 del Testo Unico sulla dirigenza giudiziaria, ma anche, indirettamente e potenzialmente, per l’indicatore della “capacità di valorizzare le attitudini dei magistrati”, di cui al combinato disposto degli artt. 80, 18 e 7 del medesimo Testo Unico.
Sulla scorta del suddetto materiale, la Prima Commissione del C.S.M. apriva procedimento di trasferimento del dott. Racanelli per incompatibilità ambientale ex art. 2 L.G. (pratica n. 27/RS/2020),
al cui esito formulava, a maggioranza, proposta di archiviazione della pratica. Detta proposta di archiviazione veniva respinta dal Plenum in data 13.1.21 e, conseguentemente, la Prima Commissione svolgeva attività istruttoria, procedendo all'audizione di cinque magistrati che, all’epoca dei fatti, prestavano servizio presso la Procura della Repubblica di Roma insieme con il dott. Racanelli: l’allora Procuratore della Repubblica dott. Michele Prestipino, i Procuratori aggiunti dott.ri Paolo Ielo e Rodolfo Sabelli, il dott. Luca Palamara e il sostituto procuratore della Repubblica dott. Luigi Fede.
In data 3.5.21 il dott. Racanelli veniva sentito in audizione in merito a tre questioni emerse dall’esame del materiale istruttorio, potenzialmente rilevanti ai fini dell’incompatibilità ambientale:
- i consigli da lui forniti al dott. Palamara in ordine alla gestione delle ricadute di un'indagine aperta a carico di quest'ultimo dalla Procura della Repubblica di Perugia;
- l’interlocuzione da lui intrattenuta con il dott. Palamara in ordine all’esposto presentato al CSM dal dott. Fava, sostituto procuratore della Repubblica di Roma, nei confronti dei dott.ri Pignatone e Ielo, rispettivamente Procuratore della Repubblica e Procuratore aggiunto a Roma;
- le interferenze da lui esercitate sulla procedura - allora pendente presso la Quinta Commissione del C.S.M.- di nomina del Procuratore della Repubblica di Roma.
In tale sede, il dott. Racanelli chiariva la propria posizione rispetto a ciascuna delle tre suddette questioni.
In relazione alla prima questione, dichiarava di aver dato consiglio al dott. Palamara su come accertare la veridicità della notizia dell’esistenza di un’indagine a carico del medesimo, suggerendogli di fare una richiesta ex art. 335 cod. proc. pen. alla Procura di Perugia, e affermava di non avere alcun obbligo di riferire ai superiori gerarchici le informazioni confidenzialmente trasmessegli da Palamara in quella sede. Aggiungeva poi che “in procura a Roma tutti sapevano che Palamara fosse indagato per una questione di viaggi collegati al rapporto con Centofanti e di questo ne avevano contezza anche i consiglieri dell’epoca, precedenti a voi”; riferiva, infine, di avere consigliato al dott. Palamara di farsi interrogare, ritenendo che il medesimo non avesse alcuna possibilità di essere nominato ad un posto semidirettivo fino a quando non avesse chiarito la sua posizione in sede penale.
Quanto alla seconda questione, concernente l’esposto presentato dal dott. Fava, il dott. Racanelli dichiarava di aver avuto conoscenza di tale esposto perché la notizia circolava all’interno della Procura di Roma e sulla stampa. Negava di aver contribuito alla presentazione dell’esposto stesso, mentre confermava di aver ricevuto informazioni da persone interne al C.S.M. sullo stato di avanzamento della pratica. La sua esperienza di ex consigliere (il dott. Racanelli aveva fatto parte del C.S.M. nella consiliatura 2010/2014) lo aveva portato a manifestare stupore per una procedura insolita, che non seguiva l’iter procedimentale ordinario.
Venendo, infine, alla terza questione, relativa alle ingerenze nel procedimento di nomina del Procuratore della Repubblica di Roma, il dott. Racanelli, rispondendo a specifica domanda, riferiva che egli era informato degli esiti delle decisioni della Quinta Commissione e riceveva notizie “sia da fonte consiliare, sia dai giornalisti”. Precisava che gli scambi con persone interne al C.S.M. avevano avuto per oggetto unicamente notizie non coperte da segreto istituzionale, precipuamente relative allo stato dei lavori, ad esempio sulla disposizione di rinvii o audizioni. Riferiva, inoltre, di aver discusso con Palamara “delle possibili, diciamo così, alleanze che ci potevano essere tra Unicost ed Area e MI”, senza tuttavia aver mai interferito o cercato di interferire nelle scelte consiliari, precisando che “Quando parlo di “alleanza” è perché in quel momento a livello associativo c’era un embrione di alleanza tra Unicost ed MI. Di alleanza si parla in questi termini, però non è un’alleanza finalizzata…”.
La Prima Commissione formulava infine (con un’astensione) nuova proposta di archiviazione, approvata dall’assemblea plenaria il 9.6.21 con quindici voti favorevoli, due voti contrari e sei astensioni. Nella delibera, si rileva che “le vicende che hanno colpito la Procura di Roma (l’indagine a carico del dott. Palamara, quella a carico del dott. Fava, le vicende emerse in relazione alla procedura per la nomina del Procuratore) hanno sicuramente destato sconcerto, scalpore e disagio nell’ufficio; alcune conversazioni hanno turbato dei rapporti”; si conclude; tuttavia, per l’archiviazione sul rilievo che “le fratture si sono ricomposte” (pag. 21).
Dagli atti del procedimento di trasferimento ex art. 2 l.g., acquisiti dalla Quinta Commissione nell’ambito del procedimento di conferma, sono emersi potenziali profili di criticità ai fini della conferma stessa, in relazione ai quali il dott. Racanelli è stato sentito dalla Quinta Commissione nel corso dell’audizione tenutasi in data 13.6.23.
2. La normativa di riferimento
Va anzitutto considerato che il procedimento di conferma altro non è che la verifica, in funzione della rinnovazione quadriennale dell’incarico, della sussistenza/persistenza di tutti i requisiti di merito e attitudinali individuati in un’ottica predittiva in sede di conferimento dell’incarico.
Invero gli artt. 45 e 46 del d.lgs. n. 160/06, nell’introdurre e disciplinare la temporaneità delle funzioni direttive e semidirettive, dispongono che le corrispondenti funzioni sono conferite per la durata di quattro anni, al termine dei quali il magistrato può essere confermato, per un’ulteriore sola volta, per un eguale periodo, a seguito di valutazione – da parte del C.S.M. – dell’attività svolta.
Nella Parte IV del Testo Unico sulla dirigenza giudiziaria, il C.S.M. ha dettato la disciplina di dettaglio in relazione alla procedura da seguire ed alle fonti di conoscenza da utilizzare ai fini della valutazione, il cui oggetto è principalmente l’idoneità organizzativa, di programmazione e di gestione dell’ufficio (art. 71 T.U.). Con riferimento all’oggetto della valutazione, l’art. 72 T.U., oltre a precisare le modalità di verifica della capacità organizzativa, prevede espressamente, al comma 2, che “La verifica deve altresì riguardare la competenza tecnica, l’autorevolezza culturale e l’indipendenza da impropri condizionamenti, espresse nell’esercizio delle funzioni direttive o semidirettive”.
Ma si deve sottolineare che la conferma prevede necessariamente ed anzitutto la verifica della persistenza dei prerequisiti della funzione indicati nell’art. 1 T.U., che stabilisce che “L’indipendenza, l’imparzialità e l’equilibrio, come definiti nel Capo III della circolare n. 20691 dell’8 ottobre 2007 e successive modifiche, costituiscono imprescindibili condizioni per un corretto esercizio delle funzioni giurisdizionali e sono esplicitamente valutate ai fini del conferimento e della conferma degli incarichi direttivi e semidirettivi”.
Del resto, già nella relazione introduttiva del T.U., paragrafo 3.1. è specificato che “L’indipendenza, l’imparzialità e l’equilibrio, costituendo il caposaldo e il connotato distintivo dell’attività giurisdizionale, sono condizioni che debbono necessariamente essere presenti in ogni magistrato. Si è ritenuto, pertanto, di dedicare a tali requisiti la disposizione di apertura del nuovo T.U. In un’ottica di razionalizzazione e semplificazione del testo, innovando la precedente circolare sul piano redazionale, tali requisiti non vengono più collocati in un capo autonomo, ma disciplinati nella parte prima, unitamente ai parametri del merito e delle attitudini che, in una valutazione integrata, continuano a confluire in un giudizio complessivo e unitario ai fini del conferimento degli incarichi dirigenziali”.
In definitiva ai fini della conferma quadriennale, il Consiglio non deve soltanto valutare l’organizzazione del servizio, l’utilizzazione delle risorse umane e finanziarie disponibili, il profilo culturale e professionale, la competenza tecnica del magistrato, ma anche – in via preliminare ed assorbente – l’indipendenza (che consiste “nello svolgere le funzioni giurisdizionali senza condizionamenti, rapporti o vincoli che possano influire negativamente o limitare le modalità di esercizio della giurisdizione, avuto anche riguardo al tipo ed all’ubicazione dell’ufficio da conferire”, v. Capo III della circolare n. 20691 dell’8.10.07 e s.m., in tema di valutazioni di professionalità) e l’imparzialità (che “consiste nell’esercizio della giurisdizione condotto in modo obiettivo ed equo rispetto alle parti”); dovendosi ritenere altresì rilevanti le “situazioni concrete ed oggettive di esercizio non indipendente della funzione e comportamenti che denotino evidente mancanza di equilibrio …“ (così la Circ. n. 20691/2007 sui criteri di valutazione della professionalità, nel testo aggiornato, Capo XV, paragrafo 2).
A ciò si aggiunga che le capacità organizzative – anche per quanto espressamente previsto dall’art. 80 T.U. – vanno verificate “avuto riguardo agli indicatori delle attitudini direttive individuati secondo le tipologie dell’incarico in esame”. Nel caso in esame, gli indicatori specifici di riferimento sono quelli indicati dall’art. 18 T.U., la cui lettera b) indica espressamente la “capacità di valorizzare la professionalità e le competenze dei magistrati”.
Nella specie, la condotta del dott. Racanelli risulta idonea ad intaccare i predetti prerequisiti della funzione, nonché l’autorevolezza e la credibilità del magistrato, in modo incompatibile con il rinnovo di un positivo giudizio attitudinale funzionale alla conferma nell’incarico semidirettivo per un ulteriore quadriennio cui lo stesso aspira.
3. Il contenuto delle chat e delle conversazioni intercettate
Dalle risultanze istruttorie acquisite – trasmesse, come anticipato, dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Perugia (e contestate nella loro completezza al dott. Racanelli sia nel corso dell’audizione davanti alla Prima Commissione sia in quella disposta nella presente procedura) – si evidenziano:
3.a) Conversazioni da cui emerge un penetrante condizionamento sui lavori del C.S.M. da parte del dott. Racanelli, insieme con il dott. Palamara. Tali due magistrati, entrambi componenti del C.S.M. in consiliature precedenti a quella in carica all’epoca delle conversazioni intercettate, interloquivano sull’attività consiliare mostrandosi in grado di condizionare gli orientamenti di voto dei gruppi correntizi o di singoli pur non appartenendo più alla compagine del Consiglio Superiore. Particolarmente incisiva, come si vedrà, è l’interferenza sulla nomina del Procuratore della Repubblica di Roma, ufficio in cui prestavano servizio tanto il dott. Racanelli quanto il dott. Palamara.
messaggistica 27.9.18 (giorno della elezione del Vicepresidente Ermini) |
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PALAMARA | 27/09/2018 07:53:51(UTC+2) |
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Al metodo mafioso reagirò con tutte le mie forze | |
RACANELLI | 27/09/2018 08:21:20(UTC+2) |
Avevo saputo ieri sera dal nostro comune amico a te tutta la mia solidarietà! Un abbraccio | |
RACANELLI | 27/09/2018 08:25:23(UTC+2) |
Oggi è l'occasione x reagire dimostrando compattezza ...speriamo bene | |
PALAMARA | 27/09/2018 08:27:45(UTC+2) |
Assolutamente si | |
RACANELLI | 27/09/2018 08:32:08(UTC+2) |
Occorre essere in 13 fissi dalla prima alla terza o quarta votazione | |
PALAMARA | 27/09/2018 08:33:47(UTC+2) |
Stiamo marcando tutti |
messaggistica 13.3.19 (giorno successivo ad una delle cene tra il dott. Palamara ed altri commensali per discutere della scelta del Procuratore di Roma) |
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RACANELLI | 13/03/2019 10:41:48(UTC+1) |
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ma sei già sveglio dopo le ore piccole di ieri? 😊 | |
PALAMARA | 13/03/2019 10:41:51(UTC+1) |
Arrivo | |
RACANELLI | 13/03/2019 14:24:55(UTC+1) |
La pratica di Gian Federica Dito è calendarizzata per la prossima seduta del 27/3/19 | |
PALAMARA | 13/03/2019 14:25:22(UTC+1) |
Bene un abbraccio |
messaggistica 14.3.19 | |
PALAMARA | 14/03/2019 16:19:32(UTC+1) |
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Su Latina manca solo parere Brunetti del consiglio giudiziario Napoli | |
PALAMARA | 14/03/2019 16:19:53(UTC+1) |
Puoi sollecitare anche tu? | |
PALAMARA | 14/03/2019 16:19:58(UTC+1) |
Un abbraccio | |
RACANELLI | 14/03/2019 16:21:57(UTC+1) |
Ok |
messaggio 4.4.19 | |
PALAMARA | 04/04/2019 14:00:48(UTC+2) |
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Mi dicono che Lo Voi è dal capo ora? |
messaggistica 9.4.19 | |
PALAMARA | 09/04/2019 09:49:33(UTC+2) |
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Sei libero? | |
RACANELLI | 09/04/2019 09:56:01(UTC+2) |
Sì se vuoi passa | |
PALAMARA | 09/04/2019 10:00:49(UTC+2) |
Arrivo |
messaggistica 2.5.19 | |
RACANELLI | 02/05/2019 15:37:14(UTC+2) |
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Sei in ufficio oggi pomeriggio? | |
PALAMARA | 02/05/2019 15:38:29(UTC+2) |
Arrivo fra un’oretta e ti chiamo | |
RACANELLI | 02/05/2019 15:40:05(UTC+2) |
Io vado via alle 16.30 ma torno verso le 18 al limite se non ci becchiamo ci vediamo domani tarda mattinata | |
PALAMARA | 02/05/2019 15:45:40(UTC+2) |
Ok appena arrivo ti scrivo | |
PALAMARA | 02/05/2019 16:24:44(UTC+2) |
Ti aspetto alle 18 | |
RACANELLI | 02/05/2019 16:25:33(UTC+2) |
Ok |
messaggistica 10.5.19 | |
RACANELLI | 10/05/2019 10:41:41(UTC+2) |
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Leggi articolo di oggi su Il Fatto |
messaggistica 14.5.19 | |
RACANELLI | 14/05/2019 13:14:29(UTC+2) |
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Sarò in ufficio dopo le 15.30 a dopo | |
PALAMARA | 14/05/2019 13:23:21(UTC+2) |
Ok ti cerco appena arrivò | |
RACANELLI | 14/05/2019 15:43:39(UTC+2) |
Io ci sono |
Telefonata del 14.5.19 | |
Il riassunto della conversazione è stato annotato nella nota 352762 del 23.7.19 del nucleo di polizia economico-finanziaria di Roma, acquisita agli atti del fascicolo, che illustra quanto segue: “PALAMARA dice che ieri sera si sono visti e stamattina parleranno con terze persone. RACANELLI, dice che stanno già parlando e che c’è anche MANCINETTI in commissione. RACANELLI aggiunge di aver appreso che AREA ha indicato LO VOI facendo capire di non disdegnare CREAZZO. PALAMARA dice che ora dovranno uscire dall’imbarazzo che AREA voterà CREAZZO e quindi ora lui e Luigi dovranno trovare il modo di sganciarsi. PALAMARA dice che ora dovranno affrontare internamente la problematica di come non votare CREAZZO e votare VIOLA, ossia trovare valide argomentazioni. Si sentiranno dopo per fare il punto.” |
messaggistica 15.5.19 | |
PALAMARA | 15/05/2019 13:41:07(UTC+2) |
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2019051542147971 | |
RACANELLI | 15/05/2019 14:02:46(UTC+2) |
Si ho visto...fatti rispettare! | |
PALAMARA | 15/05/2019 14:10:22(UTC+2) |
Assolutamente si!!!! |
messaggistica 16.5.19 | |
PALAMARA | 16/05/2019 12:53:01(UTC+2) |
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Torni nel pom? | |
RACANELLI | 16/05/2019 13:39:00(UTC+2) |
Si dopo le 15 mi trovi | |
PALAMARA | 16/05/2019 15:12:57(UTC+2) |
Ci sei? |
Intercettazione ambientale (trojan) del 16.5.19 | |
Nel colloquio conseguito allo scambio di messaggi che precede, il dott. Palamara e il dott. Racanelli parlano, tra l’altro, dell’iter procedimentale della pratica pendente presso la Quinta Commissione relativa alla nomina del Procuratore di Roma e della probabile votazione rinviata al martedì successivo. In particolare, i due interlocutori: | |
- Commentano il fatto che il Vicepresidente del C.S.M. (che Racanelli definisce come “troppo debole”) aveva dichiarato di voler votare in favore di Lo Voi (pag. 138). | |
Palamara | “vedrai che Davide sta…”; |
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Racanelli | “ma è un coglio…ma sta facendo…(inc/le)…è troppo debole…[…] ma lo sai cosa ha detto?”; |
Palamara | “ma tu questo qua…(inc/le)…”; |
Racanelli | “ha detto che vuole votare Lo Voi…”; |
Palamara | “una settimana che tu…per mandarla in prima commissione…la cosa mia (pag. 139) senza Riccardo e nessuno la mandi in quinta e in prima…”; |
Racanelli | “e c’era Ricc…cioè…”; |
Palamara | “non c’era…Riccardo sta fuori sta…”; |
Racanelli | “e ma scusa…ma lui l’ha letta che…(inc/le)…te?”; |
Palamara | “ma se là è tutto preordinato…”; |
Racanelli | “…(inc/le)…Davide?”; |
Palamara | “è tenuto per le palle pure…(inc/le)…”; |
Racanelli | …ma per le palle cosa…su che cosa?”; |
Palamara | “e perché questi come ti credi che fanno…ma che Pignato…ma l’articolo che ho fatto fare ieri…quello della Stampa…”; |
Racanelli | “eh…”; |
Palamara | “cioè…quello era perfetto…”; |
Racanelli | “certo…” |
Palamara | “tutti…(inc/le)…quello è stato un dito nell’occhio no? […] eh…questa è la reazione a tutto quanto…il problema è che pure prima “…(pag. 140) no…non me ne frega niente…” cioè… tutto gli… (inc/òe)…perché Lanzi è quello che…in teoria…ce l’ha più con me…no? con me e con Cosimo…”; |
Racanelli | “vabbè…però…secondo me…Lanzi…poi alla fine…”; |
Palamara | “ma a me non me ne frega nu…ma a me ste cose mi rafforzano ancora di più…cioè figurati…”; |
Racanelli | “ma no…ma Lanzi secondo me non…(inc/le)…”; |
Palamara | “ma io penso che quello che sta accadendo…però questo per dirti con chi abbiamo avuto a che fare…” |
- Menzionano l’alleanza tra i due gruppi associativi di riferimento ed elaborano una strategia: | |
Palamara | “siccome abbiamo fatto l’alleanza…telefoniamo a Creazzo e diciamo che non lo portiamo…”; |
Racanelli | “ma anche perché…”; |
Palamara | “ma tu devi dare l’impatto prima…”; |
Racanelli | “ma…ma anche perché”; |
Palamara | “perché rafforzi l’alleanza…”; |
Racanelli | “esatto”. |
… | |
(pag. 145) | |
Racanelli | “Lasciate Area a votare contro da sola…perché a quel punto Area…Area secondo me da sola se…da sola non propone più Creazzo ma propone Lo Voi secondo me…se va…se rimane da sola”; |
Palamara | “eh…esatto…”. |
- Discutono della nomina di uno dei canditati al posto di Procuratore di Roma, il dott. Viola, come di una scelta già fatta ed a loro stessi ascrivibile, allorquando commentano la tempistica della trasmissione al C.S.M. degli atti del procedimento penale aperto nei confronti del dott. Palamara: | |
Palamara | “mo ti faccio fare due risate…allora…eh…innanzitutto questa cosa da quando è che te la dico che la facevano? da?”; |
Racanelli | “eh…”; |
Palamara | “da quando…è da un anno ormai…”; |
Racanelli | “eh…è certo…è chiaro…eh!”; |
Palamara | “quando è arrivata?”; |
Racanelli | “quando…(inc/le)…”; |
Palamara | “quando eravamo pronti per fare Viola…”; |
(p. 133) | |
Racanelli | “quando dovevamo decidere per…certo!”; |
Palamara | “nemmeno me…Viola…perché a me ancora c’è…in teoria c’era tempo…”; |
Racanelli | “certo…”; |
Palamara | “allora…comunque la…la cosa ovviamente…tienitelo per te…”; |
Racanelli | “sì…sì…no figurati…eh…tanto…eh…”; |
messaggistica 21.5.19 | |
RACANELLI | 21/05/2019 11:26:28(UTC+2) |
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Mi dispiace ma il comportamento di Morlini è’ inqualificabile... | |
PALAMARA | 21/05/2019 11:34:57(UTC+2) |
Posso venire da te? | |
RACANELLI | 21/05/2019 11:36:08(UTC+2) |
Certo |
Intercettazione ambientale (trojan) del 21.5.19 | |
Nel colloquio organizzato con lo scambio di messaggi che precede, il dott. Palamara e il dott. Racanelli parlano dell’iter procedimentale della pratica pendente presso la Quinta Commissione relativa alla nomina del Procuratore di Roma | |
Palamara | “questi so dei ca…purtroppo pure Luigi MORLINI cred…perché tu lo prendi e io cito sempre Luca FORTELEONI quando uscirà la storia di…(inc/le)…loro si cacano sotto…”; |
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Racanelli | “eh…”; |
Palamara | “a iniziare da ERMINI questo…c’è uno sfarinamento…il problema vero che io mi sono sgolato ieri sera e mo’ non ce la faccio più pure con Luigi perché come dici tu Luigi…loro non hanno capito che contro hanno un bluff…”; |
Racanelli | “eh”; |
Palamara | “ma sono impauriti dal bluff…il bluff ha impaurito ERMINI…parte da AREA…parte da Peppe…fa leva su MANCINETTI…fa leva poi su ERMINI…evidentemente Riccardo col quale sabato avevo parlato mi aveva garantito che parlava con…(inc/le)…mi diceva che si asteneva…voglio capire stamattina cosa ha fatto…si stanno impaurendo di questa macchina che hanno messo in moto loro…so loro…hanno paura”; |
Racanelli | “ma…ma…ma…ma paura di che cosa paura…”; |
Palamara | “allora l’ultimo…bravo…”; |
Racanelli | “ma che so scemi questi? Proprio sono scemi?”; |
Palamara | “ma io siccome…loro non hanno capito Antone…adesso voglio giocare a carte scoperte…io non ho te…non temo nulla…ok? Quindi mi accusi…anche di un omicidio…mi voglio…”; | Racanelli | “si ho capito ma…ma…ma…”; |
Palamara | “aspetta…devo andare a…(inc/le)…”; |
Racanelli | “ma che c’entra la tua storia con…(inc/le)…la tua storia che c’entra con questa cosa qua…”; |
Palamara | “perché di…dicono che le nomine le decidiamo da fuori…no?”; |
Racanelli | “ma…(inc/le)…anche se…prima di tutto…prima di tutto”; |
Palamara | “ma CASCI (fonetico)…(inc/le)…”; |
Racanelli | “è sempre stato così…”. |
Palamara | “vabbe…vabbe…voglio…(inc/le)…ma ammesso e non concesso…”; |
Racanelli | “non facciamo i puristi…(inc/le)…”; |
Palamara | “quando Rita (fonetico) ieri sera…qual è il motivo per cui gli avevo detto…a Luigi gli sto dicendo “…hai tirato la cosa…hai ragio…” il gruppo non…io il mio non lo recupero più a cinque…su chi lo…(inc/le)…su LO VOI? dovrebbero votare a quello con…con AREA…”; |
Racanelli | “e lo votassero…”; |
Palamara | “esatto ormar non capi…lui sta facendo una partita…”; |
Racanelli | “e votassero LO VOI che ce ne fotte a noi…”; |
Palamara | “adesso…(inc/le)…esatto no ma io devo portare CREA…prima di tutto CREAZZO tu ti devi pure informare se lo puoi portare…cioe…innanzitutto no? al di la di Genova o di COSO…ma a un certo punto…ti sto dicendo…vuoi fare la…l’operazione nei fatti e chiaro che visivamente non c’è più…”; |
Racanelli | “certo!”; |
Palamara | “cioè su questo hai ragione…perché così allenti pure GIGLIOTTI allenti gli altri…diventa un casino…”; |
Racanelli | “certo!”; |
Palamara | “quindi adesso gli dico…per giovedì escludo che si possa votare?”; |
Racanelli | “che ne so…che ne so…(inc/le)…che ne so…questi rinviano in continuazione…rinvio…eccetera…(inc/le)…senza motivazione hanno rinviato…(inc/le)…mi ha mandato qualche messaggio Anto…non è perché tanto lui ha fatto mettere a verbale che probabilmente voleva che si…che si votasse…anche sul rinvio lui dice no…”; |
Palamara | “e DAVIGO e gli altri che hanno detto?”; |
Racanelli | “no e beh …ma que…ma…ma quello dice…(inc/le)…lui ha detto…dice che lui ha preso la decisio… “…io sono il presidente e decido io…” senza votare e ha rinviato…ma questo è discutibile allora…ovviamente…adesso i ministri sono tutti incazzati…al che ha detto “…manteniamo la calma fino a giovedi vediamo cosa succede””; |
Palamara | “manteniamo la calma…mo’ non…cerchiamo di…”; |
Racanelli | “ma poi…ma poi facciamo succedere…”; |
Palamara | “speriamo che questo sia la co…”: |
Racanelli | “ma poi facciamo succedere casino…cioè…nel senso…io ho detto…(inc/le)…se io fossi stato li…avrei fatto un casino in plenum…domani…”; |
Palamara | “però questo non ci agevola sul fatto che giovedì a sto punto si può votare?”; |
Racanelli | “che?”; |
Palamara | “che giovedì si può votare?”; |
Racanelli | “che ne so…e che ne so…(inc/le)…metti che se ne esce giovedì…se ne esce con una richiesta di audizioni…cioè…”. |
Nel prosieguo della conversazione, Palamara afferma che devono sapere cosa ha detto il comitato di presidenza a Morlini. Racanelli risponde: “tu devi chiedere a Luigi Morlini, che io da Luiiii…ha detto il comitato di presidenza…e quello come…cazzo mi ha detto…non sa nemmeno se ha riferito in commissione quello che gli hanno detto”. Palamara domanda “giovedì chiedono le audizioni?” e Racanelli risponde con tono assertivo “E saranno respinte”.
3.b) Conversazioni da cui emerge la conoscenza, da parte del dott. Palamara e del dott. Racanelli, della trasmissione al C.S.M. degli atti relativi alla indagine aperta dalla Procura di Perugia sul dott. Palamara.
In particolare, nella conversazione oggetto di intercettazione ambientale (trojan) del 16.5.19 – riportata nell’allegato n. 6 della nota 246058 del 23.5.19 del nucleo di polizia economico-finanziaria e della quale già sopra sono stati trascritti alcuni stralci – il dott. Palamara informa il dott. Racanelli (oltre che dell’iter procedimentale della pratica pendente presso la Quinta Commissione relativa alla nomina del Procuratore di Roma e della probabile votazione rinviata al martedì successivo), anche:
- della trasmissione alla Prima Commissione di atti relativi ad un procedimento penale iscritto nei suoi confronti, pendente presso la Procura di Perugia (pag. 132) censurandone la tempistica “me la mandi sotto il procuratore” (pag. 149);
- della tempistica della sua iscrizione nel registro degli indagati della Procura di Perugia nel dicembre 2018, dopo che il predetto ufficio aveva ricevuto, sin dal maggio dello stesso anno, atti stralciati da un procedimento penale iscritto e pendente presso la Procura della Repubblica di Roma (pagg. 133-134-148-155);
- del titolo di reato iscritto e della polizia giudiziaria delegata per le indagini (pagg. 135-136-146);
Nel dettaglio, il dott. Palamara e il dott. Racanelli commentano le tempistiche dell’indagine aperta nei confronti del dott. Palamara, ponendola in relazione con la procedura di nomina del Procuratore della Repubblica di Roma:
Palamara | “hai saputo la porcata o no?”; |
---|---|
Racanelli | “hanno mandato gli atti a te? ed io ho immaginato…perché io avevo saputo…però non sapevo che cos’era…”; |
[…] | |
Palamara | “fatta a tavolino…”; |
Racanelli | “eh…eh…eh…eh quindi la cosa tua hanno mandato?”; |
Palamara | “cioè…(inc/le)…a tavolino” (ride); |
Racanelli | “e cosa ha mandato De Ficchy?”; |
Palamara | “mo ti faccio fare due risate…allora…eh…innanzitutto questa cosa da quando è che te la dico che la facevano? da?”; |
Racanelli | “eh…”; |
Palamara | “da quando…è da un anno ormai…”; |
Racanelli | “eh…è certo…è chiaro…eh!”; |
Palamara | “quando è arrivata?”; |
Racanelli | “quando…(inc/le)…”; |
Palamara | “quando eravamo pronti per fare Viola…”; |
Racanelli | “quando dovevamo decidere per…certo!”; |
Palamara | “nemmeno me…Viola…perché a me ancora c’è…in teoria c’era tempo…”; |
Racanelli | “certo…” |
Dal tenore della conversazione si evince, altresì, che il dott. Racanelli era a conoscenza di notizie riservate che erano pervenute all’attenzione del C.S.M. e forniva consigli al dott. Palamara su come gestire la vicenda dell’acquisizione irrituale della notizia della propria posizione di indagato. Ed invero, nella prima parte della conversazione (pagg. 131 a 136) il dott. Palamara chiede al dott. Racanelli: “hai saputo la porcata o no?” e quest’ultimo risponde di aver saputo che al C.S.M. era pervenuta una informazione molto delicata (in busta chiusa) che riguardava qualcuno di Roma, tanto che aveva chiesto al dott. Prestipino se avesse inviato qualcosa.
Nel prosieguo della conversazione, i due interlocutori si mostrano consapevoli del carattere riservato delle informazioni discusse:
Palamara | “allora…comunque la…la cosa ovviamente…tienitelo per te…”; |
---|---|
Racanelli | “sì…sì…no figurati…eh…tanto…eh…”; |
Palamara | “allora l’informativa loro l’hanno mandata a…diciamo…tutto voler concedere…maggio 2018…”; |
Racanelli | “mh…”; |
Palamara | “un anno fa…iscrizione…dicembre 2018…”; |
Racanelli | “quindi mo’ ti fa la proroga…”; |
Palamara | “aspe…iscrizione 2018…trasmissione al Consiglio…”; |
Racanelli | “maggio duemi…”; |
Palamara | “maggio (ride)…io dopo mi dive…no…e non me la prendo mi…io mi diverto dopo…”; |
Racanelli | “no…ma sai che quella fa…perché mo’ ti fa la proroga quello…”; |
Palamara | “ma lascia sta…può fare (pag. 134) tutto…”. |
Infine, per quanto qui rileva, il dott. Racanelli suggerisce al dott. Palamara di fare un accesso agli atti ex art. 335 cod. proc. pen. in modo da verificare l’effettiva pendenza del procedimento presso la Procura della Repubblica di Perugia, al fine di dissimulare la conoscenza aliunde acquisita (pagg. 152-153):
Racanelli | “a questo punto fai…tramite un avvocato…tranquillamente…tanto non è che si viene a sapere…questa è una cosa personale tua…io al posto tuo farei un 335…il 335…a meno che non venga secretata la cosa non…ma non è il caso…diranno “risulti indagato per 319…” a quel punto sei legittimato con un tuo avvocato a prendere contatto con il PM e dice “…il mio assistito vuole farsi interrogare…non dichiarazioni spontanee…” e vedi cosa ti dice…ma però a questo punto…cerca anche di capire una cosa perché…secondo me devi cercare di…allora…perché secondo me devi cercare di…allora…perché…secondo me…è un peccato che tu poi sprechi questa occasione di poter far l’Aggiunto adesso…[…] secondo me…mandi un avvocato…eventualmente ti fai interrogare…oppure vediamo che cosa dice il PM eccetera…poi dici…chiedi che tempi ci sono (pag. 153) per la decisione…eccetera…a quel punto capisci un attimo la cosa…se si può chiudere la fai chiudere”; |
---|---|
Palamara | “eh…ma se lo faccio adesso non è sospetto che lo faccio appena sono arrivate le carte al CSM e quindi c’è qualcuno che mi informa al CSM o è il segreto di Pulcinella?”; |
Racanelli | “ma figurati se…eh…ma tu dici…tu fai quello…tu alleghi alla richiesta del 335…alleghi l’articolo di giornale del Fatto….tanto…non farlo oggi…fallo tra una settimana dico…però…nel frattempo devi cercare poi di affrettare i tempi qua…[…] se vuoi rientrare in questa partita…perché sennò…”. |
3.c) Conversazione da cui emerge la conoscenza, da parte del dott. Palamara e del dott. Racanelli, di un esposto presentato al C.S.M. nei confronti dei dott.ri Pignatone e Ielo, rispettivamente Procuratore e Procuratore aggiunto presso la Procura di Roma, da parte del dott. Stefano Fava, magistrato in servizio presso il medesimo ufficio.
In particolare, nella già ripetutamente citata conversazione oggetto di intercettazione ambientale (trojan) del 16.5.19, il dott. Racanelli discute con il dott. Palamara dell’andamento della pratica pendente in Prima Commissione relativa all’esposto presentato dal dott. Fava. Dal tenore delle conversazioni si evince che il dott. Racanelli era a conoscenza di specifici dettagli e, in particolare, della conduzione della vicenda da parte della Segretaria generale del Consiglio, dott.ssa Piraccini, e formulava critiche sulle determinazioni da quest'ultima assunte in ordine ad una questione che in quei giorni si era posta all’esame della Prima Commissione e, cioè, la consultazione di un dischetto allegato all’esposto trasmesso al C.S.M. dal dott. Fava in data 3.4.19 custodito presso il Comitato di Presidenza, ma non disponibile alla Commissione (fogli 136-138):
intercettazione ambientale (trojan) del 16.5.19 | |
Palamara | “siccome abbiamo fatto…(inc/le)…prima…è arrivata…no?”; |
---|---|
Racanelli | “sta facendo un casino per la Prima pure…non vuole dare gli atti…non vuole dare la…(inc/le)…”; |
Palamara | “cioè?”; |
Racanelli | “la questione di Fava…”; |
Palamara | “eh…”; |
Racanelli | “non vuole mandare gli atti…perché…(inc/le)…”; |
Palamara | “il dischetto…”; |
Racanelli | “non lo vuole dare…”; |
Palamara | “perché?”; |
Racanelli | “dice che praticamente…al che ho detto io a chi mi ha detto…ho detto… “…guardate…””; |
Palamara | “questa è omissione di atti d’ufficio”; |
Racanelli | “ho detto io… “(inc/le)…” dice “…no…” ha fatto…ha parlato con Fiammetta e Fiammetta ha detto “…no ma di dire alla Commissione che secondo me è opportuno non darli perché ci potrebbe essere una violazione…” ho detto “…allora…” ho detto io “…senti…innanzitutto lei se vuole rifiutarsi deve mettere per iscritto perché non lo da… non è che può dire verbalmente…eccetera…anzi…quando tu mo’ riferisci ste cose in commissione…di alla commissione che loro di nuovo pretendono questi atti eccetera…anche perché se per ipotesi Fava ha fatto cazzate se la…poi risponderà…ma non che…non tocca alla Piraccini valutare se o no eccetera”. |
Per quanto d’interesse, il seguito di questa conversazione (fogli 147-148) è stato pubblicato sul settimanale L’Espresso, edizione dell’8.11.19, in un articolo intitolato “Caso Ielo-Csm, intercettato il pm Racanelli. «Bisogna insistere per avere le carte»”. Nell’articolo, dopo aver indicato che il dott. Racanelli “viene ascoltato il 16 maggio nel suo ufficio…quando va a trovarlo Palamara, amico e confidente”, si legge: “I due discutono delle accuse di corruzione arrivate al Csm dalla procura umbra e, sembrano discutere anche su un esposto che Stefano Fava, amico di Palamara anche lui finito nel registro degli indagati, aveva mandato giorni prima alla medesima sezione disciplinare dell’organo di autogoverno delle toghe. Esposto che, secondo le ipotesi dei magistrati di Perugia, sarebbe servito a danneggiare il pm anticorruzione Paolo Ielo”; a seguire è trascritto lo stralcio della conversazione intercorsa tra i due il 16 maggio 2019 (pagg. 147-148):
Palamara | “quello deve andare…quello deve andare avanti”, |
---|---|
Racanelli | “e quello…”; |
Palamara | “no…allora lo devono ammazzare mo….”; |
Racanelli | “la tua pri…la tua prima commissio…la cosa tua in prima commissione rimarrà in stand bye finché non si chiude il processo…questo è pacifico perché là non è…non ci sono elementi da…da una cosa eccetera…quindi secondo me…la commissione non fa niente su…sulla pratica tua…”; |
Palamara | “e questo…”; |
Racanelli | “su quell’altra bisogna insistere per avere le carte e incominciare a muovere le carte…”; |
Palamara | “sì ma tu…ma tu…io mo non…”; |
Racanelli | “incominciare a convocare”; |
Palamara | “non perché esatto”. |
4. L’utilizzabilità delle chat e delle conversazioni intercettate e l’ambito di valutazione del Consiglio in sede di conferma
Va preliminarmente osservato che nessun dubbio può esservi in ordine all’utilizzabilità delle comunicazioni intercorse tra il dott. Racanelli e il dott. Palamara mediante messaggistica WhatsApp e conversazioni telefoniche, acquisite dalla Procura della Repubblica di Perugia con il sequestro dell’apparato telefonico del dott. Palamara e l’estrazione digitale del suo contenuto o mediante trojan.
Si tratta, invero, di documenti sequestrati, legittimamente acquisiti nell’ambito di un procedimento penale e correttamente trasmessi dall’autorità giudiziaria procedente al Consiglio, che, peraltro, in diverse occasioni, ha già utilizzato tale materiale nell’ambito dei procedimenti amministrativi di sua competenza.
In sede di audizione, il dott. Racanelli ha eccepito l’inutilizzabilità nella presente sede amministrativa delle comunicazioni intercettate nell’ambito del procedimento penale a carico del dott. Palamara. Nello specifico, osservava che i dati captati dal cellulare del dott. Palamara non erano stati trasmessi direttamente presso i server della Procura della Repubblica di Roma, ma erano transitati da due server collocati a Napoli che manifestavano “una serie di problemi”. Inoltre, argomentava che le intercettazioni erano state eseguite in violazione dell’art. 11 cod. proc. pen., il quale stabilisce che le indagini nei confronti di un magistrato si debbano svolgere presso una Procura del distretto vicino a quello in cui il magistrato presta servizio. Nel caso di specie, l’ascolto delle intercettazioni avveniva nella Procura della Repubblica di Roma, ossia il medesimo ufficio presso cui il magistrato indagato, dott. Palamara, prestava servizio come sostituto. Per tali ragioni, il dott. Racanelli ha chiarito che avrebbe risposto alle domande della Commissione anche su frammenti di intercettazioni, ma senza alcuna ammissione in ordine alle parole pronunciate (per intuitive ragioni difensive in quanto “se ammettessi di aver detto certe parole, automaticamente consentirei di utilizzare delle cose che secondo me potrebbero essere inutilizzabili”), esclusivamente per chiarire il significato di esse, ove si ritenessero dette.
Sul punto, si deve considerare che ad oggi le operazioni di intercettazione sono state dichiarate utilizzabili dall’autorità giudiziaria che le ha trasmesse al Consiglio, e che conseguentemente sono utilizzabili in sede amministrativa, come è già stato ritenuto in altre delibere, nonché in procedimento disciplinare e nella decisione, in fase cautelare, delle Sezioni Unite della Corte di cassazione (v. sent. 741/20 dep. il 15.1.20). In particolare, con ordinanza in data 17.12.22, resa nel proc. R.G.N.R. n. 6652/2018 a carico del dott. Palamara, il Tribunale di Perugia ha illustrato il meccanismo di funzionamento dei dispositivi utilizzati per la trasmissione dei file audio e ha accertato l’adeguatezza dei protocolli di sicurezza volti a scongiurare la cancellazione o alterazione dei dati nei passaggi intermedi. Il giudice penale ha rilevato che i dati prelevati venivano inviati, in fase intermedia, presso la Procura della Repubblica di Napoli; nel dettaglio, gli audio venivano inviati dapprima a un server “di transito” CSS (Cyber Stealth Surveillance), utile unicamente alla decriptazione e anonimizzazione delle informazioni, che a sua volta li trasmetteva a un secondo server “di smistamento” di tipo HDM (anch’esso installato nei locali della Procura di Napoli), che ha la funzione di trasmettere i file presso il server di destinazione finale di tipo IVS, installato presso la Procura della Repubblica di Roma. Al momento della trasmissione da un server all’altro (dal CSS all’HDM e da quest’ultimo all’IVS), i dati venivano contestualmente cancellati dal server di provenienza (cfr. pagg. 3-4). Dunque, il server IVS è l’unico spazio di raccolta, conservazione stabile e visualizzazione dei dati intercettati. Il Tribunale di Perugia ha escluso la sussistenza di qualsivoglia rischio di alterazione dei dati nei passaggi intermedi, poiché il sistema era assistito da adeguati protocollo di sicurezza, circostanza evidenziata da accertamenti tecnici irripetibili disposti dal giudice dell’udienza preliminare sui server (cfr. pagg. 4-5). Inoltre, ha escluso la violazione dell’art. 268, comma 3, cod. proc. pen., ritenendo soddisfatte le condizioni dettate dalle giurisprudenza di legittimità, per cui “condizione necessaria per l’utilizzabilità delle intercettazioni è che l’attività di registrazione – che, sulla base delle tecnologie attualmente in uso, consiste nella immissione dei dati captati in una memoria informatica centralizzata – avvenga nei locali della Procura della Repubblica mediante l’utilizzo di impianti ivi esistenti, mentre non rileva che i file audio registrati non siano trasmessi automaticamente dagli apparecchi digitali adoperati per le captazioni tra presenti, ma siano periodicamente prelevati dalla polizia giudiziaria incaricata delle operazioni e riversati “a mano” nel server dell’ufficio requirente” (Cass. pen. n. 52464 dell’8.11.17; già SSUU n. 36359 del 26.6.08).
In questa sede l’oggetto della valutazione del C.S.M. è il fatto oggettivo dello scambio delle conversazioni sopra riportate. Si tratta, dunque, di valutare se il contenuto della messaggistica acquisita restituisca condotte suscettibili di incidere negativamente sul prerequisito della indipendenza e sulla capacità di valorizzare l’attitudine dei magistrati. Se dunque tali condotte abbiano intaccato i prerequisiti dell’indipendenza e dell’imparzialità e, per il loro obiettivo disvalore, abbiano minato il prestigio del magistrato, la sua autorevolezza e credibilità in modo incompatibile con il rinnovo di un positivo giudizio di merito ed attitudinale funzionale a proseguire l’incarico semidirettivo proprio nel corso del quale quelle condotte sono state tenute.
5. L’interpretazione dei fatti del dott. Racanelli
Il dott. Racanelli è stato sentito sui fatti oggetto della presente valutazione già in sede di procedimento per trasferimento d’ufficio e, poi (il 12.5.23), davanti alla Quinta Commissione nell’ambito della presente procedura di conferma, dove ha sostanzialmente reiterato le difese già articolate nella precedente audizione.
Il magistrato sostiene che dalle risultanze istruttorie non risulta che egli abbia denigrato magistrati candidati a uffici semidirettivi o direttivi né che abbia promosso sé stesso o altri aspiranti a tali incarichi (pagg. 5-6 audizione in Quinta commissione, a cui si riferiscono anche gli ulteriori riferimenti); sottolinea come l’allora Procuratore della Repubblica di Roma, dott. Prestipino, audito dalla Prima Commissione, avesse escluso “in maniera netta qualsiasi tipo di interferenza” fra la sua attività associativa e la sua attività giurisdizionale e rivendica che quest'ultima non era stata “mai condizionata da questioni di appartenenza correntizia” (pag. 6); nega di aver interferito con la procedura di nomina del Procuratore della Repubblica di Roma; smentisce di aver chiesto al dott. Palamara di adoperarsi per convincere il dott. Creazzo a revocare la propria domanda (“io non ho mai detto assolutamente al dottor Palamara che Unicost doveva far revocare il dottor Creazzo”, pag. 9), sostenendo che questa strategia era invece attribuibile ad altri (pag. 10).
Con specifico riferimento alle cene che si svolgevano tra membri elettivi del C.S.M. e persone esterne interessate alle nomine – e, segnatamente, alla frase “si è sempre fatto così, non facciamo i puristi” pronunciata dal dott. Racanelli, il magistrato non ne conferma la veridicità (“laddove l’avessi detta”); in ogni caso, la giustifica come una mera constatazione di una prassi di cui era a conoscenza in virtù della lunga esperienza maturata nell’attività associativa (cfr. pag. 8).
Riguardo al messaggio “ma sei già sveglio dopo le ore piccole di ieri?” inviato al dott. Palamara il 13.3.19, dunque la mattina successiva dopo una di tali cene (cfr. C.S.M., sent. n. 139/20, §. 5), viene chiesto al magistrato di chiarire la sua posizione rispetto a tali eventi: se lui fosse a conoscenza di tali cene, dei partecipanti e degli argomenti di conversazione. Il dott. Racanelli conferma di aver sempre saputo che si verificavano cene tra consiglieri e altri magistrati, pur prendendovi parte di rado (“ho fatto poche di queste cene perché purtroppo io sono considerato uno molto casalingo”); dichiara, infatti, di aver partecipato soltanto ad una cena organizzata per festeggiare la nomina di due magistrati segretari del C.S.M.. Egli, tuttavia, riconosce di essere a conoscenza di cene a cui prendevano parte anche persone estranee al C.S.M. (“in qualità di segretario ero a conoscenza di una serie di cose e sapevo che c’erano alcune cene) e, pur riferendo di ignorare chi fossero i commensali (“Chi partecipasse a queste cene io non lo sapevo […] Quindi io sapevo di queste cene ma non sono mai andato a nessuna di esse”), conferma che sapeva della partecipazione alle stesse dell’on. Ferri (“Di Ferri sapevo che partecipasse, di Lotti non lo sapevo”, pag. 14).
Quanto alla conversazione avuta con il dott. Palamara sulla notizia di reato che riguardava quest’ultimo, il dott. Racanelli - sottolineato come egli non fosse gravato di alcun dovere giuridico di segnalazione al Procuratore della Repubblica in ordine alle notizie a lui confidenzialmente trasmesse dal dott. Palamara - afferma che la notizia di una indagine aperta dalla Procura di Perugia sul medesimo dott. Palamara era risaputa (“dell’indagine a carico del dottor Palamara mandata a Perugia nel maggio del 2018 dalla Procura di Roma con modello 45 eccetera l’ufficio della Procura lo sapeva. Tutti lo sapevamo, ma non solo, lo sapevano in Consiglio” e ancora “le notizie che avevo le sapevo dai giornali […] A settembre del 2018 c’è già la notizia che praticamente c’è un’indagine della Procura su alcune cene, alcuni rapporti fra il dottor Palamara e Centofanti se non ricordo male. Nell’ufficio si parlava di questa questione” [pag. 18]; “io in quel momento non sapevo che lui [Palamara ndr] lo avesse saputo la mattina perché, vedendo poi tutti gli atti, credo che lui la mattina del 16 o del 15 riceve questa notizia da Spina sulla base delle intercettazioni, peraltro questo risulta un fatto passato in giudicato, pacifico. Quindi non sapevo assolutamente di questa cosa qua. Evidenzio anche che quello era il segreto di Pulcinella, nel senso che i giornalisti lo sapevano. Bianconi va dal dottor Palamara, risulta dagli atti, non ricordo se il 18 o il 21 maggio, e gli dice “Sono arrivate queste carte al Consiglio”. Quindi che fosse il segreto di Pulcinella è una frase che non dico io, ma lo dice il collega Amelio interrogato a Perugia nell’ambito della vicenda Fava” [pagg. 19-20]).
Inoltre, il dott. Racanelli sottolinea che egli apparteneva ad un gruppo associativo diverso da quello in cui militava il dott. Palamara e afferma che i suoi rapporti con quest'ultimo erano di carattere esclusivamente professionale, derivando dalla circostanza che il dott. Palamara faceva parte del gruppo di sostituti che esso dott. Racanelli coordinava in qualità di Procuratore aggiunto.
A fronte della richiesta di chiarimento sul consiglio dato al dott. Palamara di fare la domanda di accesso ex art. 335 cod. proc. pen. (Racanelli: “a questo punto tramite un avvocato tranquillamente tanto non è che si viene a sapere, questa è una cosa personale tua, io al posto tuo farei un 335…ecc ecc eventualmente ti fai interrogare, poi chiedi i tempi che ci sono per la decisione, a quel punto capisci un attimo la cosa se si può chiudere la fai chiudere”; Palamara: “eh ma se lo faccio adesso non è sospetto che lo faccio appena sono arrivate le carte al CSM e quindi c’è qualcuno che mi informa al CSM o è il segreto di Pulcinella?”; Racanelli: “ma figurati se…eh…ma tu dici tu fai…tu alleghi alla richiesta del 335 alleghi l’articolo di giornale del Fatto….Non farlo oggi fallo tra una settimana…però nel frattempo devi cercare poi di affrettare i tempi qua se vuoi rientrare in questa partita”), il dott. Racanelli si è limitato a dire di non ricordare con precisione le parole usate, pur ritenendo plausibile di aver invitato il dott. Palamara ad aspettare.
6. La diversa prospettiva valutativa della Commissione
Dalle conversazioni richiamate e dai messaggi scambiati, nonché dall’inserimento di tali conversazioni nel contesto delle altre acquisizioni emerse a seguito della trasmissione degli atti di Perugia, appare evidente che il dott. Racanelli non si limitò formulare meri commenti sull’andamento della pratica consiliare relativa alla nomina del Procurare della Repubblica di Roma, ma prese parte attiva alla organizzazione del voto del proprio gruppo di riferimento e del gruppo del dott. Palamara su un candidato sulla base di un accordo tra correnti (nella conversazione del 16.5.19 si fa esplicito riferimento alla “alleanza” tra i due gruppi), dispensando indicazioni sulle strategie da seguire in Quinta Commissione per giungere al risultato concordato (“Lasciate Area a votare contro da sola…perché a quel punto Area…Area secondo me da sola se…da sola non propone più Creazzo ma propone Lo Voi secondo me…se va…se rimane da sola”) cfr. pag. 145).
Dagli atti del processo Palamara è emerso pacificamente che nel corso dei mesi precedenti al fatto di maggio 2019 si sono susseguiti incontri denominati “cene riservate” degli allora consiglieri, dott.ri Corrado Cartoni, Paolo Criscuoli, Antonio Lepre, Gianluigi Morlini e Luigi Spina, con il dott. Palamara, l’on. Ferri e l’on. Lotti: il 9 gennaio, il 12 febbraio, il 12 marzo, l’8-9 maggio (cfr. sentenza C.S.M. n. 139/20, para. 5).
Dell’incontro del 12.3.19 era certamente a conoscenza il dott. Racanelli, come da messaggio WhatsApp della mattina del 13.3.19 (Racanelli a Palamara: “ma sei già sveglio dopo le ore piccole di ieri?”). Il dott. Racanelli e il dott. Palamara si sono incontrati anche il 2.5.19 alle ore 18, pochi giorni prima dell’incontro avvenuto presso l’Hotel Champagne dell’8-9 maggio. Il 10.5.19 – dunque, il giorno successivo al noto incontro – Racanelli invia a Palamara un articolo pubblicato sul Fatto Quotidiano.
Nella conversazione telefonica intercettata tra i dott.ri Racanelli e Palamara del 14.5.19 ore 10.40 il dott. Palamara esordisce dicendo che la sera prima ha avuto un incontro e che in mattinata avrebbe parlato con terze persone. Il dott. Racanelli dice che stanno già parlando e che c’è anche Mancinetti in Commissione; aggiunge di aver appreso che Area indica il dott. Lo Voi facendo capire di non disdegnare il dott. Creazzo. Palamara sostiene che ora dovranno uscire dall’imbarazzo che Area voterà per Creazzo e trovare valide argomentazioni per giustificare il voto in favore del dott. Viola.
Come da chat, il 16.5.19 alle 13.14 il dott. Palamara cerca Racanelli per messaggio e i due si accordano per incontrarsi nel pomeriggio. Nell’incontro, Palamara e Racanelli fanno più volte riferimento alla nomina del Procuratore di Roma, commentano, tra l’altro, il fatto che il Vicepresidente del C.S.M. (che Racanelli definisce come “troppo debole”) aveva dichiarato di voler votare in favore di Lo Voi (pag. 138). Vengono poi discussi gli orientamenti in Commissione, la posizione di Gigliotti e del gruppo Unicost (pagg. 141-145). Racanelli sostiene che Unicost dovrebbe indurre il dott. Creazzo a revocare e votare per il dott. Viola in modo da lasciare sola Area a sostenere il dott. Lo Voi.
I due fanno esplicito riferimento all’alleanza (tra i gruppi MI e Unicost) da rispettare e da rafforzare (Palamara: “Luigi [Spina ndr] doveva dire signori io diamo mandato a Morlini di votare Creazzo questo doveva dire, nel momento in cui riscontriamo che perdiamo…”; Racanelli: “Esatto”; Palamara: “Siccome abbiamo fatto l’alleanza…telefoniamo a Creazzo e diciamo che non lo portiamo” […] “perché rafforzi l’alleanza”; Racanelli: “Esatto”).
Sul punto, il dott. Racanelli ha riferito di non ricordare l’esatto contenuto delle dichiarazioni. Ha ammesso l’esistenza di un’alleanza tra i due gruppi associativi MI e Unicost, escludendo, però, qualsivoglia tentativo di interferenza nelle scelte consiliari. Tuttavia, le espressioni usate depongono piuttosto in favore dell’esistenza di una precisa strategia volta a favorire la nomina del dott. Viola a scapito del dott. Lo Voi. Emerge con chiarezza che il dott. Racanelli era partecipe di tale strategia e, dunque, se ne ricava l’esistenza di accordi pregressi tra lui e il dott. Palamara, quali rappresentanti dei rispettivi gruppi associativi, per condizionare la formazione della volontà dell'organo di autogoverno (del quale, va ribadito, all'epoca né il dott. Racanelli né il dott. Palamara facevano parte).
Ancorché il dott. Racanelli abbia reiteratamente negato di aver interferito sul procedimento consiliare di nomina del Procuratore della Repubblica di Roma, il ruolo di decisore sostanziale da lui svolto in quel procedimento, insieme con il dott. Palamara, emerge plasticamente dalla conversazione in cui tali magistrati commentano la tempistica della comunicazione al C.S.M. dell'indagine perugina sul dott. Palamara. Il riferimento è allo stralcio di conversazione documentato alle pagine 132 e 133 del brogliaccio: Palamara: “fatta a tavolino… […] innanzitutto questa cosa da quando è che te la dico che la facevano? da? […] è da un anno ormai…”; Racanelli: “eh…è certo…è chiaro…eh!”; Palamara: “quando è arrivata?”; Racanelli: “quando…(inc/le)…”; Palamara: “quando eravamo pronti per fare Viola…”; Racanelli: “quando dovevamo decidere per…certo!”; Palamara: “nemmeno me…Viola…”). Dalla piana lettura delle trascrizioni emergono due elementi che rivelano l’influenza esercitata dai magistrati sulla nomina del Procuratore della Repubblica di Roma, pur non essendo più componenti del Consiglio. In primo luogo, affermando “quando eravamo pronti per fare Viola”, il dott. Palamara dimostra di ritenere certo che la procedura si sarebbe conclusa con la nomina del dott. Viola; una tale certezza può derivare unicamente da un potere di influenza o, quanto meno, da contatti assidui con persone interne all’organo. In secondo luogo, il dott. Racanelli esclama “quando dovevamo decidere per…certo!”, così dimostrando di partecipare anch’egli pienamente, in posizione di peso pari a quella dello stesso dott. Palamara, alle decisioni consiliari.
Alle ore 11.26 del 21.5.19 Racanelli invia un messaggio tramite WhatsApp a Palamara criticando il comportamento di Morlini (“Mi dispiace ma il comportamento di Morlini è inqualificabile”); a seguire, i due si accordano per incontrarsi (Palamara: “Posso venire da te?”; Racanelli: “Certo”). La conversazione tra Racanelli e Palamara (ore 11.46) è oggetto di intercettazione. All’inizio vi è un riferimento non molto chiaro a “cene alle quali partecipano pure persone estranei”. I due poi discutono del fatto che la notizia relative alle indagini di Perugia su Palamara ha creato qualche preoccupazione in alcuni consiglieri (“sono impauriti dal bluff…il bluff ha impaurito ERMINI…parte da AREA…parte da PEPPE…fa leva su MANCINETTI…fa leva poi su ERMINI…evidentemente Riccardo col quale sabato avevo parlato mi aveva garantito che parlava con…(inc.le) mi diceva che si asteneva”). Racanelli dice che le nomine si sono sempre decise fuori dal C.S.M. Palamara riferisce dei colloqui avuti con Luigi Spina (all’epoca componente del C.S.M.), il quale sembrerebbe orientato a votare per Creazzo. Parlano del rinvio disposto per giovedì, della richiesta di procedere ad audizioni e della necessità di arrivare giovedì al voto.
Racanelli si lamenta dei continui rinvii della Quinta Commissione, presieduta da Morlini, che avrebbe dovuto deliberare la proposta di nomina del Procuratore di Roma: “questi rinviano in continuazione…rinvio eccetera…senza motivazione hanno rinviato…mi ha mandato qualche messaggio Anto…non è perché tanto lui ha fatto mettere a verbale che probabilmente voleva che si votasse…lui ha detto dice che lui ha preso la decisione, io sono il presidente e decido io, senza votare e ha rinviato, ovviamente adesso i Ministri sono tutti incazzati” ( in sede di audizione il dott. Racanelli ha negato di aver detto “i Ministri”: “Lì io posso aver detto “I miei di MI sono tutti incazzati”, non certamente i Ministri”, pag. 16); detta una strategia: “manteniamo la calma…ma poi facciamo succedere casino”.
Palamara afferma che devono sapere cosa ha detto il comitato di presidenza a Morlini. Racanelli risponde: “tu devi chiedere a Luigi Morlini, che io da Luiiii…ha detto il comitato di presidenza…e quello come…cazzo mi ha detto…non sa nemmeno se ha riferito in commissione quello che gli hanno detto”. Palamara domanda “giovedì chiedono le audizioni?” e Racanelli risponde con tono assertivo “E saranno respinte”.
Tali affermazioni rendono manifesto che il dott. Racanelli tentò di interferire, insieme con il dott. Palamara, sul sistema dell’autogoverno della magistratura, secondo logiche di potere correntizio.
Tali interferenze sono particolarmente gravi per una duplice ragione. In primo luogo, perché esse tendevano a condizionare la nomina del Dirigente dell’ufficio, la Procura della Repubblica di Roma, presso il quale lo stesso dott. Racanelli svolge funzioni semidirettive; tale condizionamento era dunque funzionale a realizzare interessi non solo correntizi ma anche personali, in quanto la nomina di un dirigente gradito al (e sostenuto dal) dott. Racanelli avrebbe accresciuto il peso di quest’ultimo nella gestione della Procura capitolina. In secondo luogo, perché dette interferenze furono esercitate in un contesto in cui il condizionamento sulla libertà di determinazione del C.S.M. proveniva anche da forze esterne alla magistratura e, in particolare, da parlamentari in carica (lo stesso dott. Racanelli, nell’audizione presso la Quinta Commissione, ha riferito: “di Ferri sapevo che partecipasse”, pag. 14).
In merito al residuo contenuto delle intercettazioni, vanno svolte le seguenti considerazioni.
Per quanto concerne lo scambio di informazioni e valutazioni tra il dott. Racanelli ed il dott. Palamara sulla pendenza di un procedimento penale aperto a carico di quest’ultimo dalla Procura di Perugia va sottolineato come il primo abbia fornito al secondo consiglio per creare l’apparenza di aver acquisito lecitamente la notizia di tale pendenza, proponendogli di far effettuare dal suo difensore una istanza di accesso ex art. 335 cod. proc. pen. Tale suggerimento prospettava al dott. Palamara l’esperimento di una iniziativa procedimentale preordinata non allo scopo previsto dall’ordinamento (acquisire notizie sulla pendenza di un procedimento) bensì a dissimulare la già avvenuta acquisizione aliunde di tale notizia (vedi la conversazione del 16.5.19, sopra trascritta: Palamara: “eh…ma se lo faccio adesso non è sospetto che lo faccio appena sono arrivate le carte al CSM e quindi c’è qualcuno che mi informa al CSM o è il segreto di Pulcinella?”; Racanelli: “ma figurati se…eh…ma tu dici…tu fai quello…tu alleghi alla richiesta del 335…alleghi l’articolo di giornale del Fatto….tanto…non farlo oggi…fallo tra una settimana dico…però…nel frattempo devi cercare poi di affrettare i tempi qua…[…] se vuoi rientrare in questa partita…perché sennò…”). Si tratta di un modus operandi che - valutato insieme all’irrituale tentativo dello stesso dott. Racanelli di acquisire dal Procurare Pignatone informazioni in ordine alla eventuale trasmissione di atti al C.S.M. dalla Procura di Roma (“praticamente…la PIERACCINI aveva detto…praticamente…che questa busta doveva essere aperta senza la presenza dei funzionari…una cosa delicatissima…eccetera…e quindi…tant’è vero che io stamattina…siccome c’è qualcuno di Roma…ho parlato con Prestipino…ho chiesto a Prestipino “…scusa ma noi qualcosa abbiamo mandato al Consiglio per caso? perché mi hanno detto che è arrivata una cosa delicatissima che riguarda la Procura di Roma…” ho detto “…ma qualcosa è arrivata da noi?” dice “no…no…da noi…cioè…io ho mandato delle cose ordinarie…”) - manifesta un significativo appannamento dei requisiti dell’autorevolezza culturale e indipendenza da impropri condizionamenti (art. 72 T.U.).
Per quanto riguarda, infine, lo scambio tra il dott. Racanelli ed il dott. Palamara in ordine alla vicenda dell’esposto presentato dal dott. Fava, è sufficiente considerare come la stessa delibera di archiviazione della pratica per trasferimento d’ufficio del dott. Racanelli, pur disponendo la chiusura del procedimento, rileva: “le vicende che hanno colpito la Procura di Roma (l’indagine a carico del dott. Palamara, quella a carico del dott. Fava, le vicende emerse in relazione alla procedura per la nomina del Procuratore) hanno sicuramente destato sconcerto, scalpore e disagio nell’ufficio; alcune conversazioni hanno turbato dei rapporti”, decidendo infine per l’archiviazione in quanto “le fratture si sono ricomposte” (pag. 21). Ciò posto, la vicinanza mostrata in tale vicenda dal dott. Racanelli al dott. Palamara (si veda la conversazione del 16.5.19: Racanelli: “su quell’altra bisogna insistere per avere le carte e incominciare a muovere le carte…”; Palamara: “sì ma tu…ma tu…io mo non…”; Racanelli: “incominciare a convocare”), pur se irrilevante ai fini della procedura di trasferimento di ufficio (perché “le fratture si sono ricomposte” ), offre l’immagine di un Procuratore aggiunto che, in un ufficio lacerato da fratture tra i magistrati che lo compongono, si schiera nella dialettica conflittuale, così pregiudicando la propria terzietà e, in definitiva, offuscando la propria autorevolezza culturale e indipendenza da impropri condizionamenti.
7. Le valutazioni conclusive del Consiglio
In sintesi, le conversazioni esaminate restituiscono un comportamento che incide concretamente sulla indipendenza del dott. Racanelli, facendo emergere condotte che risultano contaminate da condizionamenti, rapporti e vincoli che, da un lato, offuscano le sue modalità di svolgimento della funzione semidirettiva e dall’altro, inevitabilmente, finiscono per confondere l’esercizio delle funzioni con l’impegno associativo, in un unicum inscindibile, nel quale i due elementi appaiono legati da un rapporto di reciproca, servente interferenza.
Risulta dunque insufficiente, in capo al dott. Racanelli, il pre-requisito della “indipendenza da impropri condizionamenti”.
Risulta inoltre pregiudicato - indirettamente ma non per questo meno concretamente - anche l’indicatore della “capacità di valorizzare le attitudini dei magistrati”, di cui al combinato disposto degli artt. 80, 15 e 7 T.U. Ciò in quanto la visione dei rapporti tra l’associazionismo giudiziario e il sistema dell’autogoverno della magistratura dal dott. Racanelli nella vicenda della nomine del Procuratore della Repubblica di Roma autorizza il dubbio che il magistrato in conferma possa subire gli stessi condizionamenti nella valorizzazione delle attitudini dei magistrati del suo ufficio.
Tanto premesso, la Commissione, con il voto di un consigliere,
PROPONE
di non confermare il dott. Angelantonio Racanelli nelle funzioni di Procuratore aggiunto presso il Tribunale di Roma, che gli sono state conferite con delibera del 9.3.16 e che ha assunto in data 11.4.16.
Francesca Abenavoli, Marcello Basilico, Maurizio Carbone, Geno Chiarelli, Antonello Cosentino, Tullio Morello