OTTOBRE
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Diario dal Consiglio del 28 ottobre 2023

Se si vuole che il caso prevalga sulla volontà dei consiglieri

Il Plenum del 25.10.23 ha conferito al dott. Giovanni Scotto Di Carlo l’ufficio semidirettivo di presidente di sezione del tribunale di Napoli, settore civile.

Il Plenum si è diviso sulla nomina. La Quinta commissione aveva infatti formulato due proposte, ciascuna sostenuta dal voto di tre consiglieri. La prima (votata da Antonello e dai conss. D’Auria e Mirenda) era in favore del dott. Antonio Attanasio. La seconda proposta (votata dai cons. Bianchini, Mazzola ed E. Carbone) era in favore del suddetto dott. Scotto Di Carlo.

Entrambi gli aspiranti sono giudici del tribunale di Napoli, di pari anzianità di servizio, e hanno sperimentato l’esercizio di funzioni semidirettive di fatto nello specifico settore civile.

Noi abbiamo sostenuto il dott. Attanasio per le sue pregnanti esperienze di collaborazione gestionale, quale coordinatore dell’intera area esecuzioni, nonché come coordinatore facente funzioni della decima sezione civile del tribunale di Napoli (peraltro in epoca prossima alla vacanza, come evidenziato da Tullio nel suo intervento in Plenum).

Trattandosi, comunque, di due ottimi colleghi – così come sottolineato da tutti i consiglieri intervenuti nel dibattito assembleare – in questo Diario intendiamo soffermarci non tanto sul merito della scelta del Plenum, quanto sulle modalità con cui tale scelta si è formata.

La votazione sulle due contrapposte proposte di delibera si è infatti svolta in modalità elettronica; in tale modalità ciascun consigliere è dotato di un dispositivo con tre tasti, collegato ad un sistema elettronico di registrazione dei voti e a una scheda luminosa che rende visibile il voto espresso, accendendosi con un colore diverso (verde, rosso o bianco) a seconda del tasto che viene premuto.

Nella votazione in parola la proposta A, in favore del dott. Attanasio, era contraddistinta dalla luce verde e la proposta B, in favore del dott. Scotto Di Carlo, era contraddistinta dalla luce rossa; la luce bianca indicava l’astensione.

All’esito della votazione il cons. Fontana ha segnalato un malfunzionamento nel voto elettronico, affermando di aver votato per la proposta “A”, ma di aver visto la spia luminosa, inizialmente di colore verde, mutarsi nel colore bianco; il suo voto è quindi risultato di astensione, invece che favorevole alla proposta A.

Va peraltro evidenziato, per offrire un quadro completo della situazione di fatto, che il voto espresso può essere modificato fino alla conclusione delle operazioni di voto (che normalmente restano aperte alcuni secondi) e che la contiguità dei tasti sulla tastierina consente anche di ipotizzare, astrattamente, che uno sfioramento inavvertito di un tasto, prima della chiusura delle operazioni di voto, modifichi involontariamente il voto originariamente espresso. Nel caso specifico il voto del cons. Fontana era decisivo per l’esito della nomina.

A fronte della sua segnalazione – e delle spontanee dichiarazioni di molti consiglieri che confermavano che la spia luminosa della sua postazione si era effettivamente accesa con la luce verde – diversi consiglieri (tra cui noi di Area) hanno sollecitato una ripetizione del voto.

Ci sembrava infatti che un minimo di fair play – in un’assemblea di una trentina di persone che si frequentano quotidianamente – consentisse, e forse imponesse, di salvaguardare l’effettiva volontà del votante, pur quando la stessa fosse stata travisata dal sistema di voto elettronico per malfunzionamento o anche per errore materiale del medesimo votante.

La consigliera Bartolini e il consigliere Giuffrè non sono stati dello stesso avviso.

Il vicepresidente ha allora sospeso la seduta ponendo alla Seconda commissione (competente sul regolamento consiliare) il seguente quesito urgente: “se, nel caso di accertato malfunzionamento, ovvero di deduzione da parte del consigliere di un errore nell’espressione del voto immediatamente fatto rilevare dal consigliere medesimo dopo la chiusura della votazione elettronica, si debba procedere alla ripetizione del voto con la presenza dei soli consiglieri originariamente votanti, ovvero valga il voto comunque risultante dal sistema elettronico. La Commissione verificherà eventuali precedenti sul punto”.

La Seconda commissione si è divisa sul punto. Si legge nel parere: “Nell’ipotesi in cui un consigliere si accorga con immediatezza della non corrispondenza del voto espresso con l’indicazione luminosa attivata nella sua postazione e la situazione risulti da subito riconducibile ad un malfunzionamento del sistema, verificabile con evidenza attraverso la semplice riattivazione dei tasti, non vi è dubbio che la votazione debba essere ripetuta, in quanto vi è certezza che il sistema non ha consentito al consigliere di esprimere il voto per il quale si era determinato. La ripetizione del voto dovrebbe coinvolgere i soli consiglieri originariamente votanti. Diversa è l’ipotesi in cui non siano accertati, o accertabili con immediatezza, anomalie o malfunzionamenti del sistema e il consigliere manifesti, subito dopo la dichiarazione di chiusura del voto da parte del Vicepresidente, l’assenza di corrispondenza tra il voto che intendeva esprimere e quello risultante dalla spia luminosa posta dinanzi alla sua postazione. […] Secondo i consiglieri D’Ovidio e Giuffrè, in tale ipotesi, è necessario tutelare la certezza della votazione e, conseguentemente, individuare nel momento in cui, dopo la dichiarazione del Vicepresidente di chiusura del voto, viene conseguentemente inibita la possibilità di modificare il voto espresso, salva la facoltà del consigliere di far risultare a verbale la circostanza. Tale ultima situazione risulta essersi verificata, ad esempio, nel corso delle sedute plenarie del 14.11.2013 e del 4.12.2013 […] Secondo i consiglieri Romboli, Basilico e Laganà maggiore tutela merita l’esigenza di salvaguardare l’effettiva volontà del consigliere nell’esprimere il proprio voto, soprattutto nei casi in cui quest’ultimo manifesti subito dopo la dichiarazione di chiusura del voto la discrasia rilevata tra il voto che intendeva esprimere e quello risultante dalla spia luminosa […] e conseguentemente procedere alla ripetizione della votazione con la presenza dei soli consiglieri originariamente votanti”.

La Commissione, unanimemente, ha evidenziato che “sarebbe opportuna una regolamentazione più precisa delle fasi finali del voto, nei casi in cui si ricorra al sistema elettronico. Nello specifico, sarebbe opportuno prevedere che il Vicepresidente, prima di dichiarare formalmente chiusa la votazione ed inibire al sistema il recepimento di cambi di votazione, interpelli i consiglieri chiedendo loro se debbano formalizzare osservazioni o se la procedura possa dichiararsi regolarmente conclusa”.

La Commissione, peraltro, ha interpellato l’impresa che gestisce il sistema elettronico, la quale non ha rilevato malfunzionamenti o anomalie del sistema di votazione.

Ripresa la seduta dopo la sospensione, il vicepresidente, rilevato come non risultasse accertato alcun malfunzionamento del sistema elettronico, ha deciso di dare seguito ai precedenti del 2013 (prevalenza del voto espresso su quello dichiarato), dichiarando quindi approvata la proposta “B” in favore del dott. Scotto Di Carlo con 15 voti, a fronte dei 14 voti del dott. Attanasio e un’astensione. È bene precisare che i due precedenti si basavano su una situazione fattuale diversa, poiché in quei casi i consiglieri avevano dichiarato a posteriori (e non necessariamente nell’immediatezza della chiusura del voto) di essere incorsi in un errore.

Non ci sfuggono, né sottovalutiamo, le esigenze di certezza della regolarità delle operazioni di voto sottese alla posizione minoritaria espressa dalla Seconda commissione e recepita dal vicepresidente; e tuttavia non possiamo negare che – ferma l’opportunità di procedere, come sollecitato dalla Seconda commissione stessa, ad una più dettagliata disciplina delle fasi finali del voto elettronico – la soluzione prevalsa, pur coerente coi precedenti consiliari, ci pare largamente inappagante.

A fronte di una contestuale e spontanea dichiarazione del votante di difformità tra il voto che intendeva esprimere e il voto ascrittogli dal sistema elettronico al momento di chiusura della votazione, ci pare che la volontà effettiva andasse privilegiata.

La diversa soluzione ha finito per consegnare il conferimento di un ufficio semidirettivo di un grande tribunale ad un’evenienza ignota (non essendo stato accertato alcun malfunzionamento, può solo ipotizzarsi un inavvertito movimento della mano del votante) e, comunque, meramente accidentale.

Non ci piace che si possa diventare o non diventare presidente di sezione di tribunale per uno scherzo del caso: non ci piace che un magistrato italiano debba dire, come l'io narrante del racconto di Borges “La lotteria di Babilonia”, “Sono di un paese vertiginoso dove la lotteria è parte principale della realtà..

Francesca Abenavoli, Marcello Basilico, Maurizio Carbone, Geno Chiarelli, Antonello Cosentino, Tullio Morello

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