OTTOBRE
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Diario dal Consiglio del 13 ottobre 2024

Una scelta inaccettabile per l’Ufficio studi

Il Consiglio si appresta a varare il bando per la nomina dei componenti del suo Ufficio studi e documentazione. Per fare questo, ha aggiornato la circolare in materia, tenendo conto della disciplina primaria introdotta dalla legge 71/2022, che all’art. 7-bis della l. n. 195/1958 ha inserito un comma 3-bis, nonché delle indicazioni venute dalla delibera di Plenum dello scorso 24 luglio.

Adeguandosi a tali indicazioni la Terza commissione ha proposto l’inserimento in circolare dei settori di competenza nei quali dovranno distinguersi le graduatorie dei futuri aspiranti; questi erano civile e penale per i magistrati, civile, penale e costituzionale-amministrativo per i prossimi componenti laici dell’Ufficio. È noto, infatti, che la riforma Cartabia ha esteso anche a avvocati e docenti universitari parte (quattro su dodici e comunque almeno un terzo dei componenti presenti) dell’organico di questo organo fondamentale per il funzionamento del Consiglio.

Dando corso a una posizione già assunta da Marcello in commissione, nel Plenum ci siamo fatti portatori di un’istanza di emendamento per inserire anche tra le graduatorie dedicate ai magistrati quella dell’esperto in diritto costituzionale-amministrativo. Gli argomenti a favore che abbiamo esposto nell’adunanza ci paiono di palmare pregnanza: la magistratura annovera professionalità che, nell’esercizio della giurisdizione (oltre che per eventuali incarichi svolti fuori ruolo), hanno maturato competenze di rilievo in questo settore, il quale peraltro è di importanza nodale per il lavoro dell’Ufficio studi.

È bene ricordare che esso formula i pareri sui testi delle leggi in corso di approvazione e su questioni giuridicamente controverse relative all’attività consiliare, oltre a seguire tutto il contenzioso. Tutto ciò richiede esperienza delle dinamiche istituzionali e conoscenze consolidate pure del diritto costituzionale, del diritto amministrativo, dell’ordinamento giudiziario.

Non si vede perché, dunque, il Consiglio debba rinunciare a priori ad avvalersi di simili professionalità nel caso in cui vi fossero magistrati interessati a metterle a disposizione.

Ci siamo sentiti obiettare che la giurisdizione ordinaria viene esercitata in due settori, civile e penale, sicché è a questi che bisognerebbe guardare nella scelta dei componenti dell’Ufficio studi, ferma la rilevanza, quale criterio selettivo secondario, dell’esperienza maturata nelle materie suddette.

Per questo motivo la proposta di emendamento è stata respinta per 14 voti a 13. Contro hanno votato i consiglieri togati di Magistratura indipendente, i laici di centro destra (tra cui il direttore dell’Ufficio, Felice Giuffré) e di Italia viva. Il consigliere Mirenda si è astenuto. A favore, con noi, hanno votato i consiglieri di Unicost nonché Fontana, Miele e Romboli. Non ha partecipato alla votazione Papa.

Riteniamo che questa scelta comporti un vulnus profondo all’Ufficio studi e documentazione, il quale deve potere contare su un personale non solo di professionalità elevatissima, ma anche in grado di esprimere competenze intercambiabili, disposte a un lavoro di staff da riversare in un testo condiviso. C’è il timore che all’orizzonte si delinei invece un mutamento di impostazione, più propensa a privilegiare saperi settoriali, anche quando non siano maturati nell’esercizio della giurisdizione, se non addirittura orientata a sottrarre l’apporto dei magistrati alla riflessione che l’Ufficio studi del Consiglio sarà chiamato a svolgere nella prossima stagione di riforme costituzionali e ordinamentali.

Francesca Abenavoli, Marcello Basilico, Maurizio Carbone, Geno Chiarelli, Antonello Cosentino, Tullio Morello

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